1966 ottobre 24 Rivera da nazionale

1966 ottobre 24

Rivera da nazionale

VICENZA – Gipo Viani era in tribuna. Nell’intervallo fra il primo e il secondo tempo, quando
il Milan era ancora in vantaggio con un trascendentale tocco di Gianni Rivera, Franco
Carraro si alzò dal suo posto e andò a salutare il « a grande solitario » di Nervesa. Viani gli
strinse la mano e disse: « Se volete vincere sul serio, dovete mandare la Mercedes con autista,
a casa mia, al numero uno di Nervesa della Battaglia: tornerò a Milano, ma solo se ci sarà
anche… l’autista! ». Carraro sorrise, visibilmente imbarazzato. Quando, a dieci minuti dalla
fine, il terzino Rossetti andò indisturbato a segnare il gol del pareggio per il Vicenza, Carraro
padre e figlio debbono aver pensato, magari per un brevissimo istante all’invito
« interessato » (ma d’affezione) di Gipo Viani. Perchè se il Milan non ha vinto una partita
come questa vuol dire che non ne vincerà nessuna. Il Vicenza aveva la difesa più improvvisata
dall’inizio di campionato e un centrocampo-caos che aspetta come la manna dal cielo
Governato (affare quasi concluso in giornata). Il Milan ha segnato per primo, ha colpito due
palle, ha subito un salvataggio sulla linea. La partita era facile e vinta. In queste condizioni, a
dieci minuti dalla fine, ha lasciato segnare un terzino in fuga da quaranta metri! Che colpa ne
ha Rivera?

Arturo Silvestri ha parlato ancora una volta di fatalità, di sfortuna. Ci sono tre favolose occasioni
che gli danno ragione. La prima al 34′: Lodetti calcia a rete; la palla, deviata, incoccia il palo; si
ferma quasi sui piedi di Sormani a venti centimetri (dico centimetri) dalla linea bianca, ma Sormani
non riesce a deviare in gol! La seconda al 73′: sull’unico errore della partita commesso dal libero
Sergio Campana, Luison è costretto ad uscire e viene tagliato fuori da Rosato; la palla va a Sormani
che, da dieci metri, tira a porta vuota; sulla linea salva Rossetti di testa! La terza al 77′: discesa
lunghissima, a « cinque » marce come dice Viani, di Lodetti: cross che taglia fuori tutti meno
Fortunato che tira violentemente; traversa! Riprende Lodetti, tira e colpisce la gamba di Campana.
Tre grandi, occasioni del Milan per mettere a tacere risultato, la crisi latente, il distacco-pilota
dall’Inter, che e salito a sei punti in sei giornate di campionato. Milan, dicevamo, se non vince una
partita del genere, non ne vincerà più nessuna. La fatalità può giustificare soltanto in parte il
pareggio: resta il fatto the a dieci minuti dalla fine, non ha segnato la fatalità, ma un uomo in carne
ed ossa, Rossetti, un terzino che ha potuto fare tutto quello che voleva (…il gol) soltanto perchè
ancora una volta sono affiorati tutti i limiti e i difetti del Milan. La difesa non regge assolutamente,
quando una squadra comincia (come infatti aveva fatto il Vicenza in quell’ultimo decisivo quarto
d’ora) ad allargare un po’ la manovra, con dei cross intelligenti, nei quali soprattutto è stato ottimo
« specialista » Bobo Gori, che in due occasioni, (23′ e 25′), da sinistra e da destra, aveva messo
completamente in crisi la difesa del « libero » Noletti.

E’ stato ancora su un cross di Maraschi da destra, all’ottantaduesimo, che Mantovani ha
letteralmente salvato il risultato del Milan, parando in tuffo all’indietro, in presa altissima, un colpo
di testa a bomba di Ciccolo. L’attacco del Milan, in sostanza, non è stato capace di realizzare il gol
della tranquillità ma ha avuto sfortuna; la difesa del Milan non è riuscita a difendere il vantaggio-
gol di Rivera per propria incapacità e soltanto per questo.

Le marcature milaniste non sono strette come si intuisce facilmente dai segni inequivocabili,
dalle urla terribili che Silvestri lancia continuamente dalla panchina. Silvestri mi ha detto: « Sono

sicuro che prima o poi riuscirò a cambiare la mentalità sbagliata di troppi giocatori! » Silvestri ha
una volontà ferrea ed un temperamento di pietra: forse riuscirà a raggiungere gli obbiettivi che
spera, ma adesso come adesso il sacrificio di… punti e troppo grande e gli obbiettivi affatto
raggiunti. Ci sono giocatori che sono irriconoscibili. Trapattoni non è utile, è addirittura dannoso:
non marca, non costruisce, non serve a nulla. Se Carraro concluderà come pare certo l’affare-Stenti
con il Napoli, Trapattoni uscirebbe sicuramente di squadra e la difesa del Milan, finalmente
assestata, potrebbe costruire un telaio di forza eccezionale: provate a leggere da destra a sinistra:
Noletti, Schnellinger, Rosato, Santin Stenti. Non sembra… male! Trapattoni ci sembra infatti
l’uomo meno produttivo di questo Milan, l’unico grosso problema, ora che Mora ha confermato di
essere recuperatissimo e che Sormani lo sarà molto presto, quando cioè, dopo di lunghi mesi
assenza dai campi di gioco, avrà riacquistato « occhio e misura ». Se arriverà Stenti, se Sormani
tornerà com’è probabile l’uomo-gol che Silvestri si aspetta, anche l’assenza per una domenica di
Amarildo potrà essere assorbita senza dolore. Amarildo, quando insiste in un dribbling, quando
tenta tiri impossibili, quando protesta, è oggetto di veri e propri linciaggi da parte della critica. Però
quando manca, in tribuna la gente dice: « Si vede che manca Amarildo! » Il Milan ha gli uomini per
essere squadra da scudetto: se non lo è ancora e peggio se non lo diventerà presto, sarà soltanto
grave colpa e imperdonabile di chi lo guida. Perchè anche a Vicenza, l’uomo che negli anni scorsi
aveva posto tanti interrogativi, è stato all’altezza delle sue possibilità: Gianni Rivera.

Ha segnato un gol « freddissimo » che ha ghiacciato Luison sotto l’ascella. Ed è il quarto gol del
suo campionato! Non è poco per una mezz’ala, non è poco per un giocatore che aveva quasi perso il
gusto di entrare in area di rigore, è molto per un giocatore che finora ha dovuto fare il rifinitore in
un attacco che non andava « rifinito » ma addirittura « costruito ». Prima l’assenza di Mora e quella
di Sormani, poi quella di Amarildo, anche se compensata dal rientro degli altri due, ma soprattutto
la presenza di Fortunato: sono tutti motivi che funzionano da alibi validi per le (ancora presenti)
pause di Rivera. Con quattro gol fatti in sei giornate ed un rendimento-medio elevato, quanto
potrebbe valere « questo » Rivera in una squadra « vera », costruita? Per esempio in una Nazionale-
tutta-Inter? E’ un interrogativo valido, riproposto a Vicenza. Se era assurdo chiedere sangue a
Rivera per la Fabbritalia quando Rivera sangue non poteva dare, è logico e giusto riprenderlo in
considerazione ora che sangue sembra possedere. Sarebbe oltretutto sbagliato accantonare il
simbolo della Fabbritalia soltanto perché è stato l’esponente più rappresentativo dei Mondiali-farsa.
Si è visto quindi a Vicenza un Milan pieno di contraddizioni, di punti deboli, ma anche di forze
« potenziali ».

Il Vicenza-sinistrato schierato da Campatelli, un punto glielo ha strappato: questo è il peggior
elemento della giornata di Silvestri. Perchè se al Milan mancavano Schnelliner e Amarildo, il
Vicenza era deserto in difesa, senza il libero Pinie e senza lo stopper Oantini. Entrambi infortunati.