1966 ottobre 10 Viani: “Il Milan ha bisogno solo di me”

1966 ottobre 10

Viani: “Il Milan ha bisogno solo di me”
Carraro: “Nessuno affiamcherà Silvestri”

Milan-Carraro-Viani: sotto questa combinazione mancata è nascosto un segreto. Un
interrogativo spesso sottinteso, ma sempre taciuto. La situazione era ed è questa. Durante il
governo rossonero di Felice Riva, l’attuale presidente, Luigi Carraro, fu sempre designato
ufficialmente come capo della opposizione. Non solo, ma il punto d’urto numero uno della
opposizione a Riva si chiamava Gipo Viani. E fu proprio in relazione alla clamorosa rottura
Riva-Viani che Carraro abbandonò il consiglio del Milan, aprì una irrisolvibile crisi e gettò le
basi per la sua attesa scalata al potere. Con tali premesse non sono in pochi a chiedersi perchè
Carraro, a prescindere da situazioni tecniche contingenti, non abbia finito col portare avanti
fino alle ultime conseguenze una scelta che un giorno non lontano fu il nocciolo della sua
battaglia anti-Riva. E’ per rispondere a questo interrogativo latente che ho interrogato, a
Nervesa e a Milano, i due grandi protagonisti: Gipo Viani e Luigi Carraro. Quando alcuni
mesi or sono si pose al nuovo presidente milanista il problema della successione di Nils
Liedholm, Viani giaceva in un letto d’ospedale con la faccia a pezzi. L’interrogativo quindi si
riferisce al presente, al Viani cioè « non da concorso di bellezza, — come lui stesso ha ripetuto
a Nervesa — ma sicuramente da panchina! » La chiara risposta di Luigi Carraro chiude ed
esaurisce, almeno per ora, sottintesi e supposizioni.

NERVESA DELLA BATTAGLIA.

« Non sono presuntuoso, cioè lo sono per quel poco che basta, ma sono conscio di quello che ho
fatto e di quello che potrei fare per il Milan! Allora scriva pure che nessun’altra persona al mondo,
all’infuori di me, potrebbe rimettere in piedi il grande Milan!!! » Quando la cameriera mi fece
passare nel soggiorno, Gipo Viani era alla macchina da scrivere. In testa alla prima cartella il titolo
dell’articolo: « Calcio atletico: la scoperta dell’America! » Lasciò il tavolo, scelse una poltrona e
continuò tranquillo. « Dovrei correggermi per la verità! »

« In che senso? »
« Nel senso che ci sarebbe soltanto un’altra persona che potrebbe rifare grandissimo il Milan:
Herrera! Pero avrebbe uno svantaggio su di me, forse più di uno svantaggio: dovrebbe impiegare
più tempo a capire tutta la situazione e spenderebbe un paio di miliardi. Ma, alla fine, butterebbe
tutto per aria e sistemerebbe la questione ugualmente. Impiegherebbe, questo è sicuro, molto più
tempo di me. Herrera a parte, il Milan può aver bisogno soltanto di me! »

« Quando parla di Milan, che cosa intende? La squadra e basta oppure la società in generale? »
« Il Milan come squadra e come club ».
« Ha mai visto giocare il Milan questo campionato? »
« Qualcosa alla televisione, ma non tanto da poter dare un giudizio fondato. Ho già detto che

sarebbe come visitare un ammalato per telefono! Non credo che sia un sistema sicuro ».

« Lei parla di ammalato: cosa intende esattamente? »
« Non è questione di una partita vinta o persa: io credo che i problemi del Milan siano più
profondi. Sono i problemi di un club che, con un lavoro di anni, eravamo riusciti a portare su un
plano di prestigio internazionale prima mai raggiunto da una squadra italiana: leggi Wembley! Su

questo piano non si è potuto mantenere, perchè nel momento decisivo, del rinnovamento per
consolidarsi, scoppiò un’allergia insormontabile tra… Riva e me! »

« Scoppiò anche… un campionato perduto con sette punti di vantaggio! »
« Ha detto giusto: un campionato perduto dal Milan, non vinto dagli altri! Comunque la
responsabilità fu mia per la semplice ragione che, ad un certo punto, non ebbi il coraggio di…
cambiare uomo! »

« Cioè cambiare Liedholm.. »
« …Sarei andato ad abitare anche a Milanello per seguire più da vicino tutto, per impegnarmi

ancora di più, ma non ho fatto in tempo! »

« Lei è sicuro che i giocatori avrebbero gradito una sua più assidua vicinanza? Spesso si è detto

che lei era considerato di mano troppo pesante »

« Nessuno in Italia si è trovato a lavorare nel calcio nelle mie condizioni: io al Milan dovevo fare
la… corda e anche l’impiccato! Dovevo fare la formazione e stare in panchina, ma trattavo anche gli
ingaggi, dovevo far quadrare il bilancio e badare quindi agli interessi della società. Non ho mai
cercato di rendermi simpatico a scapito del Milan, mai. Forse per questo alcuni giocatori non mi
vedevano proprio con …tenerezza, ma non me ne pento e penso che alla fine, se sono intelligenti,
avranno capito anche loro ».

« Per lei era più importante pareggiare il bilancio o vincere lo scudetto? »
« Stia a sentire: quando Rizzoli assunse la presidenza, il Milan aveva un passivo di mezzo
miliardo circa. Scommisi con Rizzoli che lo avrei annullato in due anni: passati due anni avevo
vinto la scommessa e il presidente mi pagò un premio eccezionale! »

« Che c’entra con lo scudetto? »
« Sì, perchè, contemporaneamente vincemmo lo scudetto! Cioè non pareggiai impoverendo la

squadra: sarebbe stato troppo facile, no? »

« Certo! Quindi, quando afferma che il Milan ha ancora bisogno di lei, si riferisce al Viani

factotum, all’uomo di grande esperienza, soprattutto rossonera? »

« In questi giorni ho fatto una statistica che credo interessante: ho dato un punteggio
convenzionale a tutti i piazzamenti che ho ottenuto in classifica durante i nove anni passati al
Milan: nessuna squadra, nè l’Inter, nè la Juve, nessuna, ha fatto meglio del Milan in quel periodo! E
sempre col famoso e criticatissimo ti-tic e ti-toc! »

« …A proposito! »
« Era un gioco per le caratteristiche degli uomini che avevo: mi fanno ridere quando parlano di
ritmo e calcio atletico. Per farli bisogna avere gli uomini adatti: come in tutte le cose. Guardi
Rosato! Vale quattrocento milioni, ma Giagnoni, dico Giagnoni, esperto e anziano, è più « libero »
di lui! Con quattrocento milioni, io comperavo… Riva!!! Ma lasciamo perdere… »

« Sì, ma fino a quando?! »
« Io non vado a Milano! Se hanno bisogno, sto lavorando a Nervesa! Vengano qui a chiamarmi:
non ci sarebbe neanche bisogno del contratto, perchè c’è già!!! Fino al luglio ’67!!! Silvestri non
c’entra: il mio rapporto con il Milan è sempre stato “speciale”! Ci starebbe benissimo anche lui ».

MILANO – « L’altro giorno ero da un barbiere a Padova: apro un giornale e leggo un titolo su
quattro colonne che dice: « Dove passerà Natale Silvestri?!» Proprio così diceva! Io spalancai gli
occhi, perchè, se anche ne avevano frettolosamente parlato in molti, non avevo mai letto la cosa
messa in termini così duri. Allora mi rivolsi al barbiere e gli dissi: ‘Guardi, come è vero che sono
Carraro, le dico che Silvestri non solo passerà Natale al Milan, ma anche Capodanno, Pasqua e le

ferie estive!’. Proprio così ho detto ed è esattamente quello che penso! » Luigi Carraro parla con
voce decisa, quasi aspra. Si porta la mano al petto per sottolineare con forza il concetto. Appena gli
ho pronunciato il nome… ‘Silvestri’, è scattato. Più tardi, quando avrei premuto il tasto-Viani,
avrebbe assunto un atteggiamento più distaccato, quasi guardingo, ma non meno chiaro ed esplicito,
come è nel temperamento e nelle abitudini di questo personaggio che della fedeltà a se stesso ha
fatto un dogma e che alla verità è sempre e comunque disposto a sacrificare qualsiasi barlume di
diplomazia. « In questo momento — riprende fissando l’orologio da muro che gli sta di fronte —
sono le sette e quindi non possono essere le… sei e mezza! Ha capito? Per me la verità è una sola: io
non mi sono mai adattato e non mi adatterò mai alle ipocrisie che circolano nel calcio. Non ho nulla
da nascondere, per questo se dico che Silvestri passerà con noi anche la Pasqua, vuol dire che la
passerà e che non è una frase come tante altre che si sentono e che si smentiscono nel giro di
ventiquattro ore ».

« Per lei quindi risultati positivi o negativi conteranno poco o nulla in un discorso più ampio? »
« Quando ho preso una strada la continuo! Non ho assunto Silvestri in due giorni: la sua scelta è
stata pensata e ponderata. Ci stava bene, ci sta e ci starà bene. Nella mia azienda ho gente che
lavora da oltre vent’anni e quindi sotto questo aspetto, per quanto riguarda il Milan, è meglio che
nessuno si metta in testa idee strane ».

« Idee strane? Può spiegare meglio? »
« C’è poco da spiegare! L’ambiente del Milan è fuso come granito! Continueremo a lavorare in

profondità, qualunque sia l’avvenire della squadra! »

« Se fosse un avvenire da scudetto…»
« Per esperienza so due cose e mi sembrano tutte e due importanti: la prima è che la partenza di
una squadra non coincide sempre con l’arrivo! La seconda è che il campionato ha la fase cruciale e
determinante sempre nel periodo marzo-aprile. E’ in quel periodo che si decide lo scudetto, non
prima ».

« E per aprile lei spera che il Milan…»
« Spero solo che il Milan faccia un campionato dignitoso, all’altezza del suo prestigio, ma con
umiltà. Tenga però presente che umiltà non significa paura! Solo che non mi faccio illusioni; tutto
qua. Se poi i giocatori non daranno tutto quanto è nelle loro possibilità, si potranno anche prendere
in considerazione dei provvedimenti disciplinari, ma tutto rientrerà nella ordinaria amministrazione.
Ha capito? Non ci saranno rivoluzioni e tanto meno la fine del mondo! Io spero di rimanere a lungo
presidente del Milan, perchè ho una grande passione e vorrei riuscire a costruire una grande
squadra ».

« Non pensa che la riassunzione di Viani potrebbe contribuire a tutto questo? » Carraro rimane
un attimo in silenzio, perplesso. Mi guarda e risponde con una domanda: « Perchè mi chiede
questo?» «Per tre ragioni: — rispondo — perchè Viani è guarito, perchè lei è sempre stato un
sostenitore dichiarato di Viani e perché una combinazione Viani-Silvestri è stata più di una volta
ipotizzata, a prescindere da valutazioni tecniche momentanee ».

Carraro mi guarda ancora, ma questa volta risponde senza reticenze. «Ho sempre stimato Viani e

lo stimo tuttora nella identica maniera: credo di averlo dimostrato in recenti occasioni ».

« Esattamente? »
« Al Gallia per esempio, quando, non preoccupandomi di nessuno e dei pettegolezzi che magari
si potevano fare, ho preso Viani sottobraccio, ho conversato a lungo con lui nei corridoi, ho bevuto
assieme un paio di whisky! »

« E dopo il Gallia? »

« Prima dell’inizio del campionato abbiamo accettato di fare un’amichevole con il Genoa
esclusivamente perchè siamo in rapporti di stima e di amicizia con lui e perchè lui ce l’aveva
chiesto. Abbiamo giocato con il Genoa anche se con la Sampdoria avevamo trattative superiori ai
cento milioni… e quindi avremmo potuto optare diversamente! Tutto ciò, se anche sono solo
episodi, per dimostrare che per noi Viani è sempre Viani! »
« Può trarre una conclusione da questa affermazione? »
« Lei sa certamente che Viani è stato l’argomento principale del mio dissidio con Riva, quindi
non scopro nulla dicendo per esempio che a mio avviso Viani rimane in assoluto il più capace e il
più esperto tecnico al quale la Federazione possa affidare la conduzione della… Nazionale! »

« Certo, la Nazionale… »
« Guardi, mi permetta di fare un discorso che apparentemente non c’entra, ma che invece è
pertinente in questo caso. Lei sa che io ho appoggiato in pieno il blocco agli stranieri nonostante
che forse fossi il più interessato, con …Beckenbauer, a battermi per le importazioni. Ho appoggiato
il blocco di cinque anni perchè, in una misura minore, non so… uno due anni, non sarebbe servito a
nulla: io penso che il Beckenbauer dobbiamo costruircelo noi a Milanello, come Santin, capisce?
L’Inter non era della stessa opinione, ma noi abbiamo insistito fino in fondo ».

« Ma… Viani? »
« Ecco! Dico che nella stessa decisa maniera con la quale abbiamo sostenuto il blocco agli
stranieri, così, per quanto mi riguarda, insisterò con la stessa forza presso Pasquale, Stacchi e tutti
gli altri perchè risolvano il problema della Nazionale… affidandola a Viani! E preciso che lo farò
perchè sono veramente convinto che nessuno lo uguagli su quel piano! »

« Però, mi scusi presidente, lei non ha ancora risposto alla mia prima domanda ».
« Quella sulla possibilità di un secondo matrimonio tra Viani e il Milan? Lei vuoi sapere

questo? »

« Possibilmente… »
« Non vorrei essere frainteso: quindi cercherò di essere breve e chiaro. La questione non si pone
nemmeno, per una ragione malto semplice che prescinde dalla nostra personale valutazione di
Viani: quando Silvestri fu assunto dal Milan, Viani era in clinica impossibilitato a qualsiasi genere
di attività: ma il punto non è questo… »

« Quale allora? »
« Noi, al momento della firma del contratto con Silvestri, abbiamo assunto con lui precisi
impegni, molto precisi: e cioè che avrebbe lavorato sempre solo, solissimo, senza alcun tipo di
collaborazione tecnica od altro. Questa è la precisa situazione ».

« Quindi? »
« Quindi, mi sembra ovvio, nessuno, nè Viani nè altri affiancheranno mai Silvestri! Tutto qua ».
E qua ha finito, non una parola di più non una di meno, Luigi Carraro. La sua presa di posizione
non poteva essere più precisa e ferma. A questo punto l’interrogativo i fino ad oggi latente sembra
annullato: Gipo Viani non andrà al Milan e Arturo Silvestri, quale che sia il campionato del Milan,
siederà sulla panchina rossonera fino a Pasqua ed oltre.