1966 marzo 28 Inter Boom

1966 marzo 28 (Supersport)

Il Mago vuole vendicare Corso
Inter Boom

APPIANO GENTILE – Helenio Herrera ha fatto una promessa: « Aiuterò Corso a vincere! » Ma
contro chi? Contro il Milan? No, l’obbiettivo è un altro. Nessuno vuol pronunciare il nome, ma il
nome è quello di Edmondo Fabbri. Sono molti all’Inter ad aspettare il derby per regolare certe
pendenze. Si può dire che almeno sette undicesimi della squadra, senza contare il Mago, puntino al
Milan per rispedire al mittente i rospi ingoiati negli ultimi mesi di « esperimenti » azzurri. Mario
Corso, durante la settimana, ha detto tutto quanto doveva dire, ma ora non può più toccare quel
tasto. C’è la spade di Damocle della multa per oltraggio al… C.U. C’è stato soprattutto un intervento
dall’alto, di Pasquale, che ha « consigliato » al mancino di Moratti il più rigoroso silenzio. L’ultima
frase che ha pronunciato prima di diventare muto è stata questa: « Una cosa non perdonerò mai:
quando gli hanno chiesto un giudizio sulla partita, ha risposto: “Giudicate voi, da quello che avete
visto.” Incredibile! Ma come, possibile che non avesse una parola per giustificare, per difendere, per
far capire? E poi detto con quell’aria che non lasciava dubbi, come per dire: “Vi sarete convinti che
avevo ragione io, no?” Non si fa così, non ha mai fatto cosi, ma, a Parigi, io e Rivera giocavamo
mezzali… » Ora Corso tace, ma abbiamo registrato il mormorio cupo di Bedin. Abbiamo visto
Burgnich con il piede a mannaia. Guarneri che affilava i denti con un sasso. E Picchi, sfogliare un
album di ricordi: un album sulla fluidificazione con tante dichiarazioni. Due erano incorniciate in
un rosso tinta-sangue: quelle di Fabbri e quelle di Rivera.

Corso saluta Sivori

Abbiamo parlato con lui alle dodici, facendo anticamera per almeno venti minuti, perché Mario
Corso, proprio lui, l’uomo al quale incubi tinti d’azzurro avrebbero tolto pace e sonno, stava
soporosamente dormendo. La verità è che Corso… dando a Edmondo quello che è di Edmondo, si è
liberato di un veleno. Uscendo dalla camera ha la faccia rigata dal guanciale: come il sonno di un
bambino che traduce ore di riposo in secoli di sogno. Ma allora, il derby! Le righe rosse sulla
guancia destra di dileguano, le palpebre si dilatano: il carillon esasperante della vendetta riprende a
suonare. E durerà fino a domenica.

« Hai qualche timore? »
« Questa è l’Inter… non dimentichiamolo, quindi non temiamo nessuno per principio: non so se

mi spiego »

« Ti sei spiegato: pariamo di giocatori allora »
« Il più pericoloso di tutti, quello che può risolvere da solo la partita è Amarildo »
« Ci sarà il tuo solito duello a distanza con Rivera? »
« Non credo questa volta non credo: ho altri pensieri! E poi voglio dirti una cosa: l’ultima
esperienza ci ha forse avvicinati più di prima. Comunque siamo amici, io non ho niente contro di
lui, niente! »

« Neanche tatticamente?… »
« Ho soltanto espresso un parere: ho detto che io lo vedrei bene all’ala destra, in nazionale, non
credo di aver detto una bestialità e di averlo offeso! Lui sembra non gradire, dice che non ha mai
fatto l’ala, ma io forse ho fatto l’ala in questi anni? Con l’undici sulla schiena ho fatto forse il gioco

di Barison o di Riva o di Pascutti? No, ho fatto quello che sapevo fare: a me sembra che Rivera
potrebbe interpretare anche lui quel ruolo. »

« Fisicamente come stai? »
« Molto bene, come tutta la squadra del resto. Con il Cagliari pensavamo già al derby! »
« Non c’è pericolo che l’enorme vantaggio in classifica vi faccia sottovalutare il Milan? »
« Il Milan ci ha già fregato due volte con la storia della crisi: questa volta non lo prenderemo

sottogamba, io poi non ci penso nemmeno! »

« A proposito di sottogamba, Omar Sivori ci ha detto due cose interessanti su Corso-Rivera: la
prima che avete preso la partita della Francia come una vacanza, senza impegno e mordente e che i
tanto deprecato oriundi non avrebbero mai battuto la fiacca in quel modo; la seconda che, se fosse
Fabbri, organizzerebbe due partite di pari difficoltà, impiegando una volta Corso—Bulgarelli: che
soltanto in questa maniera il C.U. potrebbe saperne qualcosa in più. Tu che cosa ne pensi? »

« Salutami Omar, ma digli che gli risponderò per telefono! Ormai posso parlare soltanto di Inter:

ed è una grossa fortuna… diglielo! »

Una finta per Bedin

« Il prossimo sarà il tuo… »
«…terzo derby! La prima volta ho vinto cinque a due, la seconda ho pareggiato »
« Marcherai Rivera? »
« L’ho sempre fatto, credo che lo farò ancora »
« La cosa ti impensierisce? »
« Rivera ha una finta di corpo spettacolosa, non appariscente, perché il tronco di muove appena,
ma che ti sposta dove vuole: allora ci sono soltanto due modi per tenerlo: o non gli fai toccare la
palla anticipandolo, oppure, quando ce l’ha, incolli gli occhi sulla palla e non lo guardi nemmeno »

« Sarai solo marcatore? »
« Sarò anche la spalla di Corso: Mario è in una forma splendida: lui mi ha dato la palla del gol
con il Cagliari e io darò il sangue per non lasciarlo solo a centrocampo. Lo faccio per lui, ma anche
perchè c’è gente distratta in giro… »

Il livello del Mago

« Signor Herrera, dicono che siete favoriti… »
« Ripeto mille volte che el derby è senza favorito e senza pronostico. Lei ricorda qualche anno
indietro, quando l’Inter ha vinto giogando con Morbelli, Bicchierai e… tutti questi, due a zero, e
allora? Niente favoriti! »

« Lei si aspetta un Milan polemico o leggermente rassegnato? »
« Vincendo con l’Inter tentano, anzi credono, di far dimenticare tutto! Ha capito? Diga anche che
gli uomini più pericolosi sono sempre Amarildo e… Rivera. E diga anche che el derby darà el
livello del calzio italiano, che in questa partita si vede el calzio spectaculo »

« Dirò tutto…., ma ci sarà anche qualche motivo particolare? »
« Tutti i nostro saranno all’altezza! Sono conzentrati per la Coppa, ma ci sarà fuori l’orgoglio de
Corso, e yò l’iuterò a vincere! Anche se all’Inter basta el pareggio! Semo a cinque punti avanti a
tutti! »