1965 Altafini con furore – intervista

1965 (Supersport)

Altafini con furore

SAN SIRO. « Sono scocciato, non deluso, scacciato nel senso napoletano della parola! Perché
questa sconfitta è sproporzionata, fuori misura. Il Milan è la più grande squadra che abbiamo
incontrato finora: mi dispiace per tutti quelli che sono venuti a San Siro a veder il Napoli vincere
ancora, rimaner solo in testa alla classifica, ma la verità è questa, crudele, ma questa: un
grandissimo Milan, una grande sfortuna per il Napoli, e in più la mano di un… dilettante. La
somma di questi tre fattori ci ha inferto una sconfitta che respingiamo moralmente perché tre gol di
scarto non ci sono assolutamente! ». Roberto Fiore alla prima sconfitta del campionato-sprint
condotto tutto d’un fiato dal Real Napoli. Una « scocciatura » che ha ferito, perchè « troppo
grande », perché in un certo senso assurda. Con un Josè Altafini meraviglioso, addirittura mondiale,
che, senza confessarlo, voleva distruggere in novanta minuti anni di polemiche, di sfottò e di dubbi,
con un Altafini che qualcuno ha avuto il coraggio di insultare, ma che nessuno ha potuto fischiare,
con questo Altafini, tutto d’oro colato il Napoli senza-Sivori è precipitato nella più nera giornata
della sua nouvelle vague. « Barluzzi è del Milan, d’accordo, ma quante volte si vedono tre tiri
irresistibili, uno poi addirittura stratosferico, e nemmeno un gol? E’ bravura, ma anche sfortuna
nera! ».

« Ci scusi presidente, ma il Napoli ha incassato dei gol ridicoli, non le pare? ».
« Gol ridicoli… i gol sono gol! Solo che la sfortuna, lo spostamento di un millimetro può
cambiare tutto: il primo è stato ingenuo all’origine, ma in piena area Panzanato ha avito la sfortuna
del disperato ».

« E il secondo? ».
« Il secondo non era gol! ».
« Come?! ».
« Non era un gol valido, ma superviziato! Viziato due volte: per un fallo su Altafini e il dilettante

non ha fischiato, per il fallo di mani di Amarildo e il dilettante non ha fischiato ».

« Il dilettante, cioè l’arbitro? ».
« Beh, naturalmente, tutti gli altri sono professionisti, no? ».
« Sì certo, ma l’arbitraggio non l’ha soddisfatta? ».
« Non fatemi parlare! ».
« Per la multa? ».
« La multa non mi interessa! Se qualcuno mi contesta qualcosa so come posso e come devo

difendermi, quindi è escluso che abbia paura di dire qualcosa ».

« E allora? ».
« Allora, siccome dovrei fare un lungo discorso, un discorso che comincia da certe designazioni

arbitrali è meglio lasciar perdere… ».

« Il Napoli ha perso male… ».
« E’ questo che mi disturba soprattutto: il modo come abbiamo perso! Era un grandissimo Milan,
una squadra che ci ha costretto a lavorare di più che contro qualsiasi altro avversario, ma non ci
sono tre gol di scarto! Vogliamo scherzare? Tre gol di scarto? Con un gol fasullo, tre parate
miracolose di Barluzzi, un gol che bastava spingere la palla in porta e Canè si è impappinato ».

« A proposito di Cané… ».
« In trasferta non riesce a dare come a Napoli! Questo è vero! ».
« Cosa manca a questo Napoli? ».
« Contro il Milan mancava Omar Sivori… mi pare! ».

« E’ stata determinante l’assenza? ».
« Non so fino a che punto, ma determinante sicuramente, perché Sivori è Sivori e preoccupa,
perché contro una squadra di classe non si può regalare un giocatore di grande classe, perché
avrebbe dato ordine nel periodo cruciale della partita ».

« Quale? ».
« Quello iniziale! Non perché fossimo nervosi, ma perché c’era da superare un certo
sbandamento difensivo. Comunque non abbiamo mai detto che vogliamo vincere lo scudetto e
tantomeno che lo volevamo vincere subito! Dico e ripeto soltanto una cosa: nonostante la sconfitta
il Napoli non può giocarsi tutte le partite del campionato su ogni campo, senza preclusioni a
qualsiasi risultato! ».

Un risultato che ha soddisfatto Nils Liedholm… soltanto a metà. « Nel primo tempo il nostro
attacco non ha funzionato e poi, anche quando abbiamo avuto la possibilità di partire in
contropiede, non abbiamo sfruttato l’occasione come si poteva ».
« Quattro gol però, al Napoli di questi tempi, non son pochi! ».
« Potevano essere di più. In ogni caso sono molto soddisfatto per la voglia di vincere che hanno

dimostrato i giocatori e la rabbia con la quale non hanno subito il nervosismo… ».

« I giocatori del Napoli dicono di non essere mai stati nervosi…».
« Infatti, io mi riferivo ai miei giocatori! Sentivamo molto questa partita, ma li ho visti uniti,

decisi, determinati ».

« E il Napoli come l’ha visto? ».
« Quando siamo stati in vantaggio di due gol, sinceramente ho pensato che succedesse la
catastrofe. Ho pensato “qui va a finire che pigliano sei o sette gol”. Invece mi sono sbagliato, non
hanno perso la testa come avrebbero potuto ed hanno saputo reagire. Dico anzi che hanno quasi
dominato loro! ».

« Altafini si è preso la soddisfazione di segnare il gol… ».
« E’ stato un gol facile! C’era soltanto lui e la porta era spalancata! ».
« Però sulle tre cannonate ha trovato un Barluzzi con cento mani, no? ».
« Sì, sì, sì, ha giocato bene, però il gol che ha fatto non dice nulla! ».
« Gol facile? », mi chiese José Altafini mentre si annaffia i capelli con una birra. « Quando li

segni sono tutti facili, quando li sbagli sei un bidone, quando li parano… potevi segnare!».

« Comunque la soddisfazione personale te la sei presa, no? ».
« Macché soddisfazione? Il gol che ho fatto non conta nulla in confronto al dispiacere che mi

tormenta ».

« I ventimila, trentamila, napoletani che ci hanno seguito per vederci vincere o almeno non
perdere o almeno perdere bene! Solo quest’anno ho cominciato a conoscere i napoletani; so quanta
passione hanno in corpo, so quanti sacrifici fanno per poterci seguire, per starci il più possibile
vicini. E’ a loro che penso adesso, non alla vendetta o ai gol! ».

« Ma il pubblico come l’hai trovato? ».
« Mi ha gridato coniglio prima della partita, durante e anche dopo… ».
« Ma era una minoranza con quella partita che hai fatto, no? ».
« Da quando sono al Napoli gioco sempre così! ».
« Contro il Milan volevi dimostrare qualcosa? ».
« Ma non sono mica innamorato del Milan?! Del Napoli sì che sono innamorato, perché mi
vogliono bene sul serio: questo è il segreto del mio entusiasmo e della mia volontà. Nessun altro! ».

« Hai detto niente a Schellinger? ».
« Non parlo tedesco! ».
« E’ la prima volta che lo incontravi? ».
« La prima volta è stata in Cile, ai mondiali ».
« Che ne pensi? ».
« Meglio incontrarlo in Cile! ».
« Perché? ».

« In quella partita non mi marcava lui! ».
« Io – teutoneggia placido Schellinger – non fisto Altafini prima di oggi, ma lui più grante

centravanti che io mai incontrato! ».

« Grazie tedesco – sorride Josè – però stasera tu sei contento ed io no! Il fatto è che il Napoli ha
perso la testa quando si è trovato subito in svantaggio e non c’è stato più ordine. Se c’era Omar era
diverso, perché potevamo organizzare con più calma ».

« Ma tu eri calmo? ».
« Calmissimo! Parliamoci subito: io non devo mostrare quanto valgo. Tutti lo sanno già quanto
valgo: i gol li cerco da sempre e come sempre. Speravo che Omar mi potesse dare una mano, ma
non è stato così. E… si che avevo una carica in corpo formidabile! Barluzzi lo sa meglio di tutti
mannaggia! ».

« Mi sto ancora leccando le mani » sbotta fuori Barluzzi.
« Ma come hai fatto a prendere il tiro al volo do Josè? ».
« Lo chiedi a me?! E’ una cosa indescrivibile, parola d’onore: non ho visto partire il pallone, ho
visto soltanto un’ombra come un razzo che mi veniva incontro ed ho tentato di difendermi. Ma
anche la prima parata è stata tutta istintiva: Altafini mi è spuntato fuori dietro Maldini ed ero
coperto. Mi sono tuffato da quella parte e il pallone… mi ha colpito! Se non piglio quella palla la
partita può anche cambiare ».

« Cambiare, cambiare – inscurisce Canè – se c’era Sivori, non perdevamo così, non così di

sicuro! ».

« Perché? ».
« Orami eravamo abituati a giocare con lui: quanto valga lo si capisce quando… non c’è? Perché
lui dà ordine, respiro, ti lancia con precisione. E poi quando abbiamo subito quei gol, ci siamo come
smontati e allora serviva chi ha molta esperienza ».

« E’ vero – chiediamo ad Amarildo – che lei è molto esperto nei falli di mano volanti? ».
« Cosssaaa?! ».
« Sì, al Napoli si dice che nell’azione del secondo gol lei ha toccato di mano… ».
« Ahhhh! ». E si morde un dito con tanta violenza che non si accorge che passa Pesaola ad un

paio di metri: « Girardo non è pazzo e ci vede anche bene! Il fallo c’era… il gol invece no! ».

Amarildo non stacca la bocca dal dito. Forse lo farà a un chilometro da San Siro, in assoluta

solitudine.