2000 giugno Il gol di Totti non bastava a Zoff, gli mancava il Fiore all’occhiello

2000 – Il gol di Totti non bastava a Zoff, gli mancava il Fiore all’occhiello

A volte Dino Zoff sembra lì per caso, infastidito da tanto chiasso. Da buon friulano di
Mariano, classe 1942, risparmia più che può sulle parole, tanto da far pensare che
abbia imparato a memoria. “L’arte di tacere” dell’abate Dinouart che nel settecento
raccomandava vivamente: “È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che
valga più del silenzio”. Ma il silenzio di Zoff fa rumore dentro; la sua riservatezza è la
maschera di un carattere di ferro. Duro come nelle sue vecchie uscite di pugno sui
palloni alti. È stato un gigante, Zoff, tra i pali. Una volta fu superato solo
dall’immenso Cruyff nella classificata del pallone d’oro; un’altra meritò la copertina
del settimanale americano Newsweek.
Quando poi, a quarant’anni suonati, fu il capitano dell’Italia campione del mondo in
Spagna, finì dritto su uno storico francobollo: senza faccia, con le mani. Il suo
attrezzo di lavoro. Trasparente come il pinot grigio, è un tipo d’uomo che detesta le
gherminelle. Ricordo bene un derby Juve-Torino con Pulici che va in gol tirandogli
una gomitata e con l’arbitro Agnolin che avalla. Nello spogliatoio chiesi a Zoff perché
avesse inseguito l’arbitro: “Gli volevo dare un cazzotto”. Non ama i giornalisti, forse
condivide la filosofia di Bearzot, friulano come lui. Ai suoi tempi il Ct miles gloriosus
diceva: “Io guido la nazionale in buona fede: dissentire è lecito, darmi del coglione
no. Chi mi dà del coglione può pretendere da me le risposte, non l’altra guancia”. Per
questa ragione, ieri sera, Dino Zoff è stato il solo italiano al mondo a non esultare al
gol di Totti. Ancora non si fidava, gli mancava il Fiore all’occhiello. Ora è pronto
anche per la stampa.