1970 luglio 27 Ormai manca solo Frank Sinatra nella Cortina – come – Las Vegas

1970 luglio 27 (Il Gazzettino)

Una tappa sempre più obbligata per la « Jet set society »
Ormai manca solo Frank Sinatra nella Cortina – come – Las Vegas

Dall’iniziativa artigianale, che la rese famosa, la cittadina ampezzana è passata ai grandi
investimenti turistici – Discothèques, piscine, gite in jeep in cerca di camosci – Capitale da
sfruttare: 1920 ore di sole all’anno.

DAL NOSTRO INVIATO
Cortina, 26 luglio
Non ci sono gli Agnelli, né Ira Fürstemberg. Al « King’s », legno scuro, mezza luce, disc-jockey
con incisioni originali made in Usa, c’è spazio per ascoltare e ballare. Senza finire intruppati. Puoi
parcheggiare in fretta la macchina. Al « Posta » dialogo rarefatto, discreto. La « Cortina d’estate »
non è ancora gonfia. Dopo un periodo di incertezza, legato al momento politico nazionale, Cortina
respira già la sua stagione. Ma, soprattutto, è pronta. Pronta all’agosto polposo, al delicato
settembre.

La città di 8 mila abitanti; la città che, con una vertiginosa quota-media, offre ogni anno circa sei
miliardi all’erario, non si ferma. Puntando sull’associazionismo di categoria (36, dagli « impianti a
fune » al « jeep-club »), la città costruisce, crea infrastrutture, consolida impianti, cerca il miracolo
dei dodici mesi: dodici mesi turistici, per una disponibilità completa, senza i diagrammi consueti
dell’alta e bassa stagione. Lo espansionismo ad alto livello che cova qualche matrimonio
problematico.

Un esempio. La Società Geta, di Salsomaggiore, capitale italiano, preleva nel ’68 il Miramonti
Majestic, prestigioso ma in decadenza. La nuova proprietà lo trasforma letteralmente, collegandolo
oltretutto ad una catena clientelare più vasta. L’inverno scorso, l’Hotel inaugura il « Tiger club »:
imbottitura esotica, rosso laccato, cabina discografica centrale. Aria da Las Vegas: giri l’angolo e ci
vedresti bene, al bar, la faccia di Frank Sinatra. Il Tiger non apre d’estate, se non per occasioni
speciali, come (una settimana fa) il concorso Auto-moda. Accanto al Tiger, stanno costruendo una
piscina circolare, panoramica, con saune, idroterapia, massaggi e istituto di bellezza. 800 milioni
per trasformare un Hotel di tradizione: la Cortina della jet-set society.

Ma, contemporanea ad essa, campeggi sempre più affollati. Mai come ora la città è occupata da
giovani. Almeno tremila sono clienti dei camping. A Ferragosto e a Natale gli abitanti di Cortina
salgono a trentamila unità: qualcuno teme che un certo « stile » sia in pericolo.

Gli operatori ampezzani pensano invece che il boom vada consolidato e distribuito. Il 1970 è
stato dichiarato a livello mondiale « anno per la conservazione della natura ». Una dedica che vale
come simbolo e pratica, per una visione dell’uomo non ridotto a fibra sintetica. Cortina interpreta
l’anno della natura come uno sforzo per realizzarla, in maniera credibile, persino a livello mondano.
Il piano regolatore (esecutivo nel ’71) prevede rigorosamente il « verde pubblico » e porterà
all’esaurimento di aree edificabili e costruzioni. Si lavora quindi per la Cortina che già esiste, per
una patina solida, concorrenziale che non tema il futuro. Un istituto elioterapico, calcolando la
media giornaliera di sette ore e mezza d’inverno e di dodici estive, ha calcolato che Cortina offra ai
suoi ospiti 1920 ore di sole all’anno: una quantità particolarmente forte. Gli operatori ampezzani
riusciranno a sfruttarle tutte?

E’ la prima estate con piscina coperta. Legno, molto legno, e strutture di ferro nero, come
stilizzate zampe di ragno. Disegnata dall’architetto trentino De Bonetti, è collegata ad un ristorante e
rimane aperta dalle 10 del mattino alle 10 della sera. Spalanca un’enorme vetrata e la terrazza sulle
Tofane, il Becco di Mezzodì, le Cinque torri, il Nuvolau. Mi è parsa integrata all’atmosfera di vita
alpina, al prato, al carro di fieno che l’asfalto non riesce a distruggere. Il carro di fieno che
testimonia qui la speranza nell’antico. Come l’albergo Stella d’Oro, restaurato e portato indietro di
un secolo, con la panca in legno, esterna, dove la gente si siede senza venire interrogata. Una panca
battezzata « sagrato profano ».

Nel secondo tratto di salita che porta ai tremila metri del Cristallo, funzionano ora le nuove
cabine coperte, biposto, ad uovo, secondo schema francese: d’estate per guardare e tacere; d’inverno
per salire ad una pista di nove chilometri. Di moda le gite notturne con la « freccia del cielo » a Ra
Valles: funivia – tipo in Europa, dalla sospensione che ti offre completo il senso pittorico della
conca di Cortina. Inchiodato in roccia, un ristorante con menù tipico, dove « pasta e fagioli » fa
cena snob. Un altro rifugio-ristorante è stato creato dagli Scoiattoli sul lato est delle Cinque Torri:
gestito da Lorenzo Lorenzi e Giusto Zardini, al termine di una nuova seggiovia, ad una quota dove
trent’anni fa si arrivava dopo ore e ore, imbottiti nella pelle di foca.

Il « nuovo » di Cortina sono anche le piste scavate con ostinazione da Eugenio Monti, il rosso
volante. Sono il consolidamento dell’Agosto musicale, con quattro concerti dedicati a Beethoven e
corsi di interpretazione per pianoforte, clarinetto e violoncello. Sono anche l’eccentrico « Safari
delle Dolomiti ». Si parte alle 5 del mattino in jeep (sono novanta a Cortina); si ferma il motore a
Passo Limo; attraverso resti vulcanici, si percorre a piedi una lunga dorsale (con collegamenti-radio,
di sicurezza), fino a incontrare gruppi di cinquanta-sessanta camosci.

La Cortina olimpica, tutta sport, può apparire di estate perfino un mito. Mentre il sole tramonta,
la città di montagna ci sembra più giovane che mai proprio perché sa essere molte cose insieme e
mai nessuna soltanto.

Turisticamente, golf o camping che offra, vale un « tutto ».