1970 aprile 6 Tre gol fortunosi a Vicenza: la Samp commette più errori

1970 aprile 6 (Il Gazzettino)

Tre gol fortunosi a Vicenza: la Samp commette più errori

Lanerossi-Sampdoria 2-1

MARCATORI: 2.t.: 11′ Francesconi (S); 25′ Vitali (L); 38′ autorete di Spanio (S).
LANEROSSI VICENZA: Pianta, Volpato, De Petri, Biasiolo, Carantini, Calosi, Damiani, Scala,

Vitali, Cinesinho, Facchin (n. 13 Derlin).

SAMPDORIA: Battara, Sabadini, Negrisolo, Sabatini, Garbarini, Frustalupi, Corni, Morello,

Benetti, Francesconi (n. 13 Cristin).

ARBITRO: Motta.
NOTE: Giornata fredda. Ammoniti Spanio e Negrisolo. Sorteggio antidoping negativo.
Spettatori 15 mila circa, di cui 4.398 paganti (donne e ragazzi ingresso gratuito) per un incasso di
lire 6 milioni 258 mila.
(DAL NOSTRO INVIATO)
Vicenza, 5 aprile
Puricelli, completamente sdentato (in attesa di protesi), sta in panchina senza Farina. Perché? Il
presidente del Lanerossi non condivide le scelte del « Puri » che, contro la Samp, in una partita tra
due squadre tranquille, non rinuncia a Carantini (anni 33) per Cisco (un boy del vivaio). Farina non
ha tutti i torti, ma la prassi in uso presso le Spa del football, quella cioè di dare doppio premio
partita agli allenatori, consiglia ai tecnici di rischiare il meno possibile… Motivazione
comprensibile, dal loro punto di vista, anche se mai, nessun allenatore al mondo ammetterà di
essere condizionato da calcoli utilitaristici. La assenza del presidente dalla panchina è stata in fondo
l’unico episodio fuori-routine di un pomeriggio mezzo con il vento e mezzo con il sole in cui
persino la Sampdoria non ci ha rimesso nulla: con le sconfitte di Brescia, Palermo e Bari, la
salvezza risulta infatti quasi matematica.

Le squadre di Fulvio Bernardini, dagli pure in mano anche gli scartini di tutta Italia, posseggono
sempre connotati precisi, un telaio, degli schemi. Oggi, per esempio, quasi sempre la manovra
partiva sulla sinistra, dando la sensazione di finire ad imbuto: ma contemporaneamente, dall’altra
parte del campo, nel finto vuoto creato a destra, scattavano un difensore o una mezz’ala smarcata a
chiudere lo schema. Qualche « cambio » della Samp, in questo senso, ha dato dignità tecnica alla
partita, soprattutto nel primo quarto d’ora del secondo tempo. Solo che anche l’esteta Bernardini
deve campare e allora, segnato un golletto in qualche maniera, stringe tutta la squadra in trenta
metri quadrati con una punta e mezza (Francesconi e Benetti), mentre il centroavanti Morello sta,
quando è al maximum della spinta offensiva, all’altezza del proprio mediano! In questo senso,
neppure gli schemi lineari della Samp sono serviti a dare ad un match tutto sommato decontratto
anche la benedizione tattica.

Lanerossi e Samp giocano un football molto diverso. Gli schemi di Puricelli sono più stretti al
centro, cercano di più lo sfondamento tradizionale, sul centravanti, un centroavanti che si chiama
Vitali. Ma il risultato non e stato più brillante, anche perchè la variante Biasiolo come goleador
aggiunto, non ha funzionato molto. La partita dunque, più che sulle realizzazioni, è finita con il
vivere sugli errori. Non a caso, i tre gol sono stati segnati come segue:

Il primo, della Samp, segnato da Francescani: tiraccio pesante come il piombo ma trasformato in

tiro vero da scivolata e rimbalzo sull’erba.

Il secondo, del Lanerossi, segnato da Vitali è il più onesto per la nobiltà che gli hanno regalato
grinta e colpo di reni del goleador. Ma il tocco ricevuto in piena area appartiene a quelle deviazioni
incerte, messe in mezzo chissà come, molto casuali.

Il terzo, del Lanerossi, è una autorete netta. Damiani calcia e il portiere è piazzato (lo stesso
Damiani ammette): Spanio, un po’ suonato per la lunga e rabbiosa antitesi con Vitali, non riesce a
togliere la testa dalla traiettoria e devia imparabilmente alla sinistra del portiere.

Proprio i gol dimostrano insomma che si è trattato di una partita di fine stagione, tre due squadre
non agonisticamente molli, ma tatticamente incerte. Dove persino l’arbitro si è adeguato: Motta
infatti, oltre ad invertire qualche fallo, si è fatto notare soprattutto per una nuova teoria arbitrale: le
ostruzioni in area di rigore si fischiano, però vanno retrocesse fuori area, al limite, e trasformate in
calcio di punizione diretto! Roba da non credere: è accaduto tre volte, quando l’attaccante stava
magari entro l’area di rigore di quattro metri. Motta è uno di quegli arbitri che non possono dare
oltre un certo standard e che rendono necessario, a questo punto del campionato soprattutto, lo
esperimento di qualche giovane collaudato seriamente in B.

Mentre uscivo dallo spogliatoio, ho incontrato lo stopper Spanio. Sanguinava alla testa, per un
impatto a terra contro la valigetta di legno di un fotografo a fondo campo. Ma ricordava soltanto
Vitali: « E’ scorrettissimo! — spiegava il giocatore della Samp — mi ha fatto venti falli e l’arbitro
ha fischiato sempre a suo favore ». Spanio esagera. Ma ha esagerato anche Vitali. Una spallata a
gioco fermo, con arbitro e segnalinee fuori-zona, non avrebbe dovuto darla. E’ una scorrettezza da
espulsione: una volta funziona, un’altra ti beccano e paghi. Sappiamo tutti che cosa sono le aree di
rigore per un centroavanti nell’era del catenaccio. Ciò non consente però la vendetta privata.

Vitali ci pensi proprio mentre il suo trasferimento ad un grande club è scontato e mentre
l’integrità fisica e di preparazione gli consentono un esaltante campionato finish. Proprio oggi in
tribuna, un attimo dopo il suo gol, qualcuno ha osservato: « Con questo, vale cinquanta milioni in
più ». Ma, un’espulsione ne sarebbe valsi almeno cento in meno.

Pagelle
Volpato in difficoltà

PIANTA 7 — Due ottime uscite acrobatiche. E il gol. Strano e innocente. Il tiro di Francesconi,
super diagonale (dal limite dell’area di rigore, a tre metri dalla linea di fondo), era non forte, ma un
doppio rimbalzo sul terreno ha saltato Pianta piazzato a terra in posizione giusta per le due ipotesi:
tiro o cross.

VOLPATO 5 — Partita problematica per lui, forse per una certa stanchezza fisica. Francesconi,
oltre al gol-hippy, ha colpito un incrocio dei pali con un gran destro dopo una finta bevuta
stranamente da un terzino esperto come Volpato. Impreciso anche nei disimpegni.

DE PETRI 7 — Prima su Benetti, poi su Morello, poi a turno sul centrocampista più avanzato: in
pratica match da mediano. Smarcamenti intelligenti sulla sinistra, scambi ordinati. Non ha cercato
la conclusione personale. Qualche ritardo di posizione.

BIASIOLO 6 — Primo tempo lineare nonostante la insistita ragnatela del centrocampo di
Bernardini. Eppure mai brillante, soprattutto alla distanza, come sa esserlo abitualmente. Lo stesso
presidente (che di Biasiolo è tifoso) lo ha ammesso.

CALOSI 6 — Meno stile e più grinta. S’è scoperto un Calosi poco esteta ma più disposto ad
accettare il disordine di certi tackle multipli, dove bisogna vincere con la forza delle mischie del
rugby.

DAMIANI 7 — Una certa difficoltà, nei primi quarantacinque minuti, a trovare la finta giusta
per Negrisolo. Impegno costante, sempre come ala pura, molto allargata e, alla distanza, i tipici
scatti-dribbling pericolosissimi, nonostante alcuni gravi falli subiti. Il tiro-gol deviato da Spanio in
autorete è suo, destro, dal limite. Damiani è completamente guarito dallo strappo.

SCALA 7 — Passo notevole, anche perchè risentiva di qualche residuo traumatico alla gamba
destra. Molto rapido, soprattutto nel primo tempo, come punta in più che si inseriva per il tiro in
area della Samp. Alcuni lanci fuori misura.

VITALI 7 — Match falloso con Spanio, tackles violenti e una spallata clandestina del
centravanti al mento dello stopper. Finalmente allenato come si deve, sta riacquistando scatto e
agilità. Un gol importante, come un’unghiata nel caos dell’area di rigore, a quattro metri dal portiere.
Una stupenda girata di testa su cross di Scala e un errore banale (era liberissimo) su servizio
smarcante di De Petri.

CINESINHO 8 — Raramente l’ho visto correre tanto. Preciso, con recuperi difensivi importanti

e molto calmo. Regia dei bei giorni.

FACCHIN 6 — Trentun anni ma non li dimostra: fa da spalla a Vitali, da secondo sfondatore, di
peso autentico, senza invenzioni, ma con produzione sostanziosa. E lo marcava Sabadini,
rivelazione della Samp.