1970 aprile 28 Scelti i due blocchi del campionato

1970 aprile 28 (Il Gazzettino)

Scelti i due blocchi del campionato

La classifica alla base delle preferenze di Valcareggi e Mandelli – Ingiustificata convocazione
di Lodetti

Il Messico è (finalmente) cominciato. Dico finalmente perchè siamo già in ritardo rispetto ad altre
Nazionali. Ogni prolissità provoca in questo campo difficili situazioni psicologiche e umane per i
giocatori del « giro azzurro »: meglio togliere in fretta le castagne dal fuoco. Qualche giorno di
catarsi polemica e l’operazione-Mondiali passa alla fase esecutiva, senza altre perdite di tempo. La
Fifa può aspettare ancora fino al 23 maggio, ma è chiaro che da oggi a quella data soltanto fatti di
« straordinaria amministrazione » (infortuni ecc.), potrebbero modificare in qualche modo la scelta
fatta: il campionato sta già in archivio; altri test o ripensamenti a tavolino non avrebbero il minimo
aggancio con la realtà. Dice: eppure esiste ancora il test di Lisbona, il 10 maggio. Errore di
prospettiva. A questo punto, il match con il Portogallo servirà come ultimo « allenamento » ad alto
livello. L’ultimo importantissimo appuntamento per stringere assieme i bulloni tattici e
d’affiatamento per un paio di schemi fondamentali. I « 22 » ci sono e restano.
Letto l’elenco ufficiale mi pare si possano osservare due cose soprattutto:
1) ha deciso il campionato;
2) Lodetti è una scelta sbagliata;
Ha deciso il campionato: 6 giocatori del Cagliari, 5 dell’Inter; esattamente il 50 per 100 della
selezione. La classifica del campionato ha proposto infatti lo sprint conclusivo di Cagliari e Inter (il
9-0 complessivo di domenica scorsa ne è soltanto l’ultima testimonianza). Mi pare un atteggiamento
sensato. La tesi di Edmondo Fabbri per una nazionale « teorica », fatta di schemi costruiti nel
tempo, aveva il grave difetto di mancare di elasticità. Non teneva conto cioè della condizione
psicofisica contingente. Nel ’66 tutto fu costruito per Salvadore (fluidificante) e Rivera
(insostituibile). Che Rivera fosse alla fine ridotto allo stoppino non poteva più contare:
« bisognava » puntare ad occhi chiusi, e camminare. L’errore non è stato, in generale, ripetuto da
Mandelli & Valcareggi: tipico in questo senso l’esempio di Salvadore. La lunga corsa ad handicap
della Juve per agganciare il Cagliari, ha bruciato in fretta molte energie. Non solo Salvadore, ma
anche Cuccureddu sono logori.

Perciò, tenuto conto di tale impostazione legata al campionato, l’inclusione di Lodetti appare
incomprensibile da qualunque parte la si prenda in considerazione. De Sisti possiede già la sua
riserva personale (Juliano); Mazzola e Rivera sono in alternativa per lo stesso ruolo; mediani ce ne
sono in soprannumero: Bertini e Furino (entrambi con poderose riserve muscolari e podistiche), poi
Cera (non è assolutamente detto che debba fare il libero), infine (con caratteristiche assolutamente
dissimili) anche Rosato e Juliano: il primo può marcare una mezzala di punta, il secondo può
giocare come mediano di spinta. Che Juliano desideri soltanto il ruolo di mezzala, per una questione
di « principio » (« o servo nel mio ruolo o non m’impieghino ») è un altro discorso. In tali
condizioni, che ci sta a fare Lodetti? Una minestra riscaldata per la Nazionale con tutto il rispetto
che va per questo umile e serio atleta del Milan. Ad un Campionato del Mondo può succedere di
tutto: ma, se c’è un minimo di logica, non si riesce proprio a vedere quale peso potrà avere Lodetti
in Messico. Lo unico aggancio reale pare suggerito da una certa « politica » interna: diamo Gori a
Riva, diamo Lodetti a Rivera.

Il posto (inutile) di Lodetti poteva servire per almeno tre ipotesi concrete. La prima si chiama
Corso. Da un paio di mesi è il migliore in campo dell’Inter. Lui stesso ha confessato che il
matrimonio e la preparazione atletica di Heriberto lo fanno sentire in condizione perfetta. Corso
sarebbe potuto servire come finta ala (non esiste un’ala sinistra « effettiva » tra i 22!), come cervello
di riserva, tanto per Mazzola che per Rivera. Corso in Messico doveva essere un atto di finto
coraggio: perché contro Corso non c’era una realtà tecnica ma soltanto il luogo comune, la
prevenzione critica. Lo hanno lasciato a casa: prima Mazza e Ferrari (’62), poi Fabbri (’66), adesso
Mandelli e Valcareggi. Ma nel calcio — come ha commentato amaramente Corso — non basta
saper giocare. Bisogna saper avere anche amicizie importanti; saper sorridere ai Ct; non creare
problemi dettati dalla personalità. Si può restare a casa dal Messico anche perché si dice che
« Corso è grasso »: sapendo perfettamente che il peso-forma è rispettato rigorosamente e che in
sostanza si tratta di una bugia.

Ma il posto di Lodetti, se proprio non c’erano possibilità per l’« appestato » di San Michele Extra,
poteva servire almeno per ottenere una variante di potenza a Riva in caso (tocchiamo ferro) di
incidente: cioè o Prati o Chiarugi, un’ala sinistra di ruolo insomma. E se nemmeno questa variante…
serviva, il posto inutile di Lodetti lo avrei dato a Biasiolo, prodotto più fresco, tecnico e in forma
del vivaio italiano: più lineare e geometrico di Furino, più dotato sottorete, più geniale
nell’invenzione sulla trequarti.

Un errore Lodetti. Discutibile la preferenza di Puja a Morini, un picchiatore tagliato su misura
per i Mondiali (anche se, effettivamente, rischia troppi falli in zona-rigore). Per il resto, mi pare
tutto abbastanza scontato, anche Gori preferito a Boninsegna. Sarebbe veramente stato un nonsenso,
psicologico e tattico, riportare Boninsegna a fianco di Riva dopo che lo stesso Riva ne aveva
« autorizzata » la cessione dal Cagliari perchè Boninsegna non si rassegnava a spersonalizzarsi e a
fare soltanto da « spalla ».

Gli azzurri sono fatti, adesso facciamo la Nazionale! In tutti i sensi: medico, psicofisico, tattico e

ambientale. Lo obbligo per il Ct sta tutto qui. Non è poco.