1970 aprile 23 Eddy e gli altri

1970 aprile 23 (Il Gazzettino)

Eddy e gli altri

Su Eddy Merckx premono tutti gli interessi possibili e immaginabili: la industria (Faema),
l’organizzatore (Torriani), il giornale al quale fa capo Torriani (la Gazzetta dello Sport). Interessi
dunque commerciali, spettacolari, editoriali e strettamente sportivi, per riportare Merckx al Giro
d’Italia. L’asso belga ha ricevuto offerte eccezionali. L’assegno globale s’ingrossa ad ogni incontro,
ma Eddy « resiste » al Giro nonostante le pressioni.

Perché Merckx si rende così poco malleabile? Potrebbe trattarsi soltanto di un gioco al rialzo per
guadagnare quanto nessun altro corridore è mai riuscito ad ottenere. Eddy motiva il suo « no » con
ragioni esclusivamente tecniche: la preferenza al Tour e la impossibilità, dopo una primavera super,
a mantenere le riserve fisiche intatte dalla Marmolada ai… Pirenei. E’ probabile che contino
entrambi i moventi nella testarda resistenza all’assegno-record Ma è anche probabile che,
nonostante le smentite, sopravviva un sottofondo psicologico sul quale non bastano le cifre a
stendere un velo definitivo: un sottofondo che si chiama doping; un caso farsesco e drammatico che
cancellò il nome dell’asso belga dalla classifica dell’ultimo Giro d’Italia. La solidarietà del pubblico
italiano al campione fece giustizia della « psicosi a pillola », ma è chiaro che la trionfale
passeggiata al Tour deve aver lasciato, per contrasto, un segno profondo nella sensibile psicologia
di un atleta.

Un aspetto comunque va sottolineato sul piano tecnico: il Giro pende letteralmente dalla
bicicletta di Merckx. Se non ci sarà, avremo un Giro di serie B, una corsa prestigiosa ma acefala,
moderna ma priva del punto di riferimento per ogni seria valutazione. Mai la dittatura atletica di un
campionissimo aveva raggiunto vertici così alternativi. Mai un organizzatore si era visto
condizionato in tale misura. Una lunga trattativa commerciale come testimonianza dello stacco dei
valori. Merckx e gli Altri.