1971 dicembre 6 Doppiette di Damiani e Turchetto

1971 dicembre 6 – Doppiette di Damiani e Turchetto

Dino Zoff, portiere della Nazionale, raccatta sei gol: non gli era mai accaduto da quando bazzica in
serie A. Damiani, rifiutato quest’estate dall’Inter! S’esalta come miglior ala destra del campionato
tanto che Curzio Levante gli urla dalla tribuna “ Garrinchia!”. Turchetto, acquisto discusso, 5
milioni di ingaggio, segna la prima doppietta da quando fa il professionista a Vicenza. Josè Altafini,
pur battuto, colpisce un palo, segna un gol, serve un passaggio-gol, inventa almeno tre azioni che
paiono sulle bianche spiagge di Copacabana.
Tutto ciò è accaduto a Vicenza, con il pubblico che parlava di Borussia ( quello del 7-1); con le
mani di giovani avviluppate in un lunghissimo applauso a tutti, persino al Napoli che, nonostante il
burrone di 4 gol di scarto, non smetteva di giocare. E’ stata una nobile giornata di sport. Che esalta
la provincia. Che riconduce il prezzo dei biglietti alla compensazione dello spettacolo: e non tanto
per “il numero” dei gol, per la straordinaria verve che quel gol ha concimato e fatto crescere.
Giuseppe Cardin, ex pater familias del Padova, portava retina nostalgica e, alla fine, se n’è andato
mormorando: “ Da un pezzo non mi divertivo tanto”.
Ma che è successo? Il Lanerossi s’avventa e segna presto, dopo un quarto d’ora. Su Sormoni e
Improta, che sono attaccanti, stanno Poli e Fontana, mediano e mezzala retrocessi. Le due marcature
crepitano. Ma il gol di Turchetto scioglie tatticamente la partita, per il Lanerossi s’intende. Nel
senso che la difesa stringe gli spazi in bunker e ribatte a capocchia pur di “rompere”: se non ribatte,
applica sovente schemi a gambero, verso Bardin.
Al Napoli manca un generatore come Juliano, né Montefusco possiede il ritmo per non farlo
rimpiangere.
Josè Altafini s’innervosisce perchè non vede schemi. Non sempre il pubblico intuisce quanta classe
purissima covi tra i piedi di questo maestro di football. Carantini, che invece stima l’Asso e lo
conosce, stringe da vicino, soffiandogli il fiato caldo sul collo. Una volta che gli regala un metro di
spazio ( è il ’43), Josè ci mostra un’azione da tenere in cofanetto, nella memoria, perchè ha il
profumo di Pelè, del Brazil, di un calcio che assomiglia molto all’ Arte: Altafini stoppa, lascia
surplace l’avversario, dondola in driebling, finta a sinistra e stordisce con il piede destro, sul palo,
dai 16 metri.
Mentre il Milan perde a San Siro con il Mantova! L’ex “oggetto misterioso” di Nereo Rocco, Nico
Fontana ( “ bidone” per i milanesi) scaraventa il 2-0 oltre i polpastrelli di Zoff, il portiere di
Valcareggi. Qui si spegne il primo tempo, e pare tutto chiuso, lineare, scontato. Ma questa è partita
da ricordare per una salsa piccante di tecnica e statistica. In quattro minuti esatti di ripresa, dal 1. al
4. il due a zero diventa tre a due, sempre per il Lanerossi.
Il ritmo pare inventato, una fiaba, una finzione, come Babbo Natale e la Befana. Vedo Carantini,
che l’estate scorsa cercava di passare al ruolo allenatori per vecchiaia, staccare con l’aria di un
tacchino impettito. Vedo due squadre invertire gioco secondo vena offensiva: del resto il Lanerossi
ha cinque attaccanti più Fontana, il 4, e il Napoli ne sfrutta altrettanti, con la sola differenza di un
mediano-terzino. Ripari.
In panchina, Chiappella, sensibile alle goleade partenopee, si rifiuta di accettare il 3-2 come
risultato definitivo. Poiché Panzanato soffre ad un tendine e patisce gli arretramenti di un Maraschi-
super, Chiappella toglie Panzanato e inserisce un bov. Un’ala sinistra, Esposito: un boy presuntuoso
che nega passaggi e triangoli persino a Josè. La difesa del Napoli, già gruviera prima, si liquefa
ancor più, anche se Panzanato (nello spogliatoio) avalla la scelta tattica di Chiappella: “ Io non
stavo in area, dove poi è successa la fine del mondo! Io ero sempre in giro, dietro a Maraschi”.
Tolto Panzanato, il contropiede del Lanerossi si fa devastante. Il Lanerossi gioca e melina si diverte.
Accellera. Palleggia. Scandisce una condizione atletica che onora Berto Menti. Il Napoli soffre pure
jella. Pardon più che jella del Napoli, riesce tutto al Lanerossi: Berti toglie sulla linea un gol
matematico di Josè, Bardin stoppa Manservizi 13 metri fuori dai pali.
Succede di tutto, con il pubblico che slaccia le cravatte come se stesse scendendo la primavera. Bepi

Luce mi ricorda: “ L’ultimo 5 di non so quanti anni fa”. Di non son quanti anni fa. Non ho
nemmeno il tempo di controllare. Mentre scrivo sento i clacson delle auto scandire questa partita
nelle strade. Chiedo scusa agli amici del Napoli, ma una schiacciata al clacson la darei anch’io,
stasera.