1969 ottobre 5 Il presuntuoso Verona si spegne alla distanza

1969 ottobre 5 (Il Gazzettino)

Il presuntuoso Verona si spegne alla distanza
Un palo di Bui dopo 4’

Sormani e Prati segnano nella ripresa
Sbandate ed errori difensivi del Verona

Milan-Verona 2-0

MARCATORI: 2. t.: al 12′ Sormani, al 28′ Prati.
MILAN: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Rosato, Maldera (Fogli dal 15′ del s. t.), Trapattoni,

Rognoni, Lodetti, Sormani, Rivera, Prati.

t.), Maddè, Bui, Ferrari, Traspedini.

VERONA: Pizzaballa, Ripari, Sirena, Mascetti, Batistoni, Stenti, Mascalaito (Orazi dal 18′ del s.

ARBITRO: Giunti.
NOTE: Giornata tepida, terreno perfetto, sorteggio antidoping negativo. Paganti 29.328; incasso
44.799.800. In tribuna il presidente del Lanerossi Farina. Maldera infortunato: dieci giorni di riposo
(niente Estudiantes, quindi) per una distorsione alla caviglia destra. Ammoniti Rosato, Maldera,
Rivera, Orazi, Traspedini.
(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Milano, 4 ottobre
Milan involuto, distratto dalla super-coppa, « patetico » in Lodetti e Trapattoni, solo cattivo in
Rosato, appena passabile in Rognoni e Prati, privo di Combin e Malatrasi. Riflessione obbligatoria:
se «questo» Milan ha segnato due gol e costruito otto azioni-gol (quattro annullate da un
grandissimo Pizzaballa, le altre sprecate di poco), che cosa succederà fra un paio di mesi? Che cosa
succederà quando Combin avrà dimenticato l’inguine, quando la preparazione copyright-Rocco
raggiungerà il tetto, quando l’allenatore dovrà per forza accorgersi che ha speso 300 milioni per
acquistare Fontana, molto più fresco di Trapattoni e Lodetti messi assieme?

Il Milan ha giochicchiato un primo tempo paesano, senza sfondare, ma, a parte un palo olimpico
incornato da Bui dopo quattro minuti, non ha patito nulla, né forcing, né sprint individuale, mai.
Due punti importanti e giustificati da un dominio complessivo molto netto, condensato in un fatto:
l’assoluta inerzia di Cudicini. Atleticamente parlando, il Verona ha perso contatto troppo presto per
apparire dato normale, da routine. Rilievo controllato chiaramente nel secondo tempo, quando le
punte del Verona hanno cominciato a funzionare da paracarro e basta, senza riuscire a giocare una
palla. Usura trasmessa a metà campo. Si è capito subito che Lucchi avrebbe potuto al massimo
portarsi a casa un pareggio, mai, proprio mai, la vittoria.

Quando il Milan vince, la « tradizione » esprime quasi sempre al vertice del rendimento Rivera o
Prati o Cudicini. Stavolta no. L’uomo-partita è Angelo Benedetto Sormani, in forma, asciutto come
il terreno, mai impalato al centro, quasi sempre all’ala, disponibile per effettuare il cross (uno
sensazionale all’8′ della ripresa, con Pizzaballa che intercetta da campione) o per concludere
direttamente dopo il dribbling. Sormani raramente disunito, più del solito disposto a smarcarsi. Vedi
la rete decisiva, l’uno a zero. Ferrari sonnecchia nel conquistare la palla nella propria metà campo:
Rivera — oplà — gliela strappa dalle suole con delicatezza, scatta diritto, mentre Sormani ha capito
tutto e va in area, dall’esterno, alla sinistra di Rivera. Il passaggio arriva logico e Angelo (sempre
più Benedetto) calcia imparabile a mezza altezza su Pizzaballa in uscita. Più decisivo del tiro,

insomma, lo smarcamento, con Batistoni in contropiede ingenuo dato che Sormani, sullo scatto,
assomiglia più a Pamich che a Berruti.

Sul piano tecnico il Milan ha vinto pulito (unico neo, il fallo di reazione di Rivera, al 4′ della
ripresa, sullo zero a zero. Si fosse trattato di Rosato, magari a Verona, quale arbitro non lo avrebbe
espulso? Risponda, signor Giunti). La conclusione non può però soddisfare Lucchi, perchè, nella
radiografia dei due gol subiti, ci sono troppi segni di cedimento, troppi errori ed erroretti. Lo
specchio insomma di limiti che non so come possano consentire di tener fede agli ambiziosi
programmi della Garonzi Spa. Sbandate difensive (Batistoni, Stenti e Ferrari) e di copertura a
centrocampo che mi è capitato di osservare nel… Lanerossi.

Nonostante défaillances individuali (secondo gol: punizione inventata dall’arbitro e battuta tesa
in area: Stenti mette corto sui piedi di Prati, bomba, addio), non me la sento nemmeno di processare
la difesa in sé perchè le sbandate d’ala confermano lacune a centrocampo dove non è ancora stata
scoperta la somma dinamica che tappi il vuoto di Bonatti. Non ho visto il match anti-Roma, ma già
la vittoria contro la Juve mi era sembrata risultato eccessivo se proporzionato al gioco espresso dal
Verona. E la disponibilità imminente di Clerici potrebbe anche aggravare invece che risolvere gli
squilibri. Il Verona a San Siro mi è sembrato insomma troppo condizionato alle straordinarie
invenzioni di Bui: o segna lui o si blocca tutto, nonostante i tentativi di Ferrari.

Il Verona di Cadè mi sembrava invece più vario negli schemi. Per ora impressioni: novanta
minuti a San Siro non fanno ovviamente campionato. Ma non c’è da snobbare i problemi. Anche
perchè alcuni sbandamenti tattici potrebbero avere una radice psicologica: il Verona che
presuppone troppo di sé, delle sue capacità spettacolari e tecniche. Qualche tackle morbido, qualche
spiazzamento, forse nascono in eccessiva sicurezza. Palermo o Brescia possono anche perdonare
errori di presunzione, ma squadre come il Milan no. Basta un oplà di Rivera per incenerire petti
troppo baldanzosi. Se il Verona lo capirà, questo 0-2 triste a San Siro sarà un regalo importante.

Coro Argentino: rossoneri battibili!
Pizzaballa migliore in campo

MILAN

CUDICINI 7 — Per 79 minuti esatti non ha letteralmente toccato palla anche perché l’unico tiro
in porta (testa di Bui) era finito sul palo! Al 79′ appunto ottima uscita a intercettare un tentativo di
Mascetti da una quindicina di metri. Il portiere è di classe proprio quando non riesce a raffreddarsi
mai.

ANQUILLETTI 7 — Troppo facile marcare un Traspedini che è riuscito soltanto a strappargli in

elevazione qualche innocua palla alta.

SCHNELLINGER 6 — Epurato Malatrasi per l’errore sul Chinaglia-gol di domenica scorsa
all’Olimpico, è toccato a lui fare il libero. Meno stile di Malatrasi, ma rilievo scontato, battute più
semplificanti.

ROSATO 5 — Costituzionalmente falloso (pluriammonito) e labile costruttore nei frequenti casi

nei quali era chiamato dal superarretrante Mascalaito.

MALDERA 6 — Finché Bui teneva birra, Maldera si è rifugiato a calci negli stinchi

(ammonito), due dei quali falcianti. A mezz’ora dalla fine è uscito per una distorsione in tackle.

TRAPATTONI 5 — Valzer viennese, piroette, ubriacature, un gol mangiato a quattro metri da

Pizzaballa, nel trasferimento dal sinistro al destro (22′ della ripresa).

ROGNONI 6 — In bilico costante tra il disastro e la invenzione. Esempio: lo splendido servizio
a Trapattoni (vedi sopra) e un errore clamoroso, cinque minuti prima, solo solissimo vuol dribblare
il portiere invece di battere facile, e Pizzaballa lo beffeggia.

LODETTI 5 — Ritmo deamicisiano, tran tran, il caminetto e le castagne che scoppiano. Uscirà

dal letargo contro l’Estudiantes?

SORMANI 8 — Smarcato e rapido sul gol dell’uno a zero. Otto volte su dieci ha lasciato in

surplace Batistoni: rifilato persino un tunnel.

RIVERA 6 – Il lancio-gol a Sormani. Nonostante pause, il forcing è passato sui suoi bulloni.
Bulloni per la verità scorretti: non fosse sua maestà Gianni, nume tutelare dei destini azzurri, la
espulsione (reazione su Ferrari e proteste) non gliela avrebbe tolta nessuno.

PRATI 5 — Sempre formato post matrimoniale. Il due a zero l’avrebbe segnato persino…

FOGLI n.c. — Mezz’ora a cose fatte.

Trapattoni.

VERONA

PIZZABALLA 9 — Reti imparabili entrambe, anche se è riuscito a toccare il Sormani-gol.

Sventate, in uscita e tra i pali, almeno quattro grandiose conclusioni.

RIPARI 5 — Terzino modesto. Fortuna per lui che Rognoni, una volta scattato in vantaggio, non

riuscisse quasi mai a chiarire le intenzioni.

SIRENA 7 — Che Prati abbia segnato significa poco, date le circostanze. Buona marcatura,

obbligatoriamente in zona, senza licenza d’attaccare.

MASCETTI 6 — Il match personale con Lodetti è a suo favore, ma la piega (difensiva) della

partita lo ha sempre più rimpicciolito in pochi metri quadrati di interdizione.

BATISTONI 5 — Conferma: se lo spingi in bunker si fa gigante, portato a spasso rimpicciolisce

paurosamente.

STENTI 5 — In contropiede sul primo gol; respinta corta (e sfortunata) di testa sul secondo. Lo

vorremmo più potente nei tackle, meno sicuro di sé: non è impossibile.

MASCALAITO 5 — Giocatore grigio (dove sei Bonatti, podista inesauribile?), troppo tardi

sostituito da Orazi, praticamente ingiudicabile ma con più ritmo almeno.

MADDE’ 6 — A disimpegni ragionati, però troppo incapsulato in regia di copertura per poter

variare il tema, con Bui-Traspedini. Trova scarsi appoggi al triangolo.

BUI 6 — Palo stupendo, di testa, subito. Trentacinque minuti da alto livello, poi crollo fisico, e
mani sui fianchi, da fatica, il gambone-stampella. Anche contro la Juve: ha ventinove anni, ci sarà
pure una ragione… per questa scarsissima resistenza.

FERRARI 6 — A tratti snobbato Rivera, ma, tutto sommato, positivo. Unico centrocampista a

TRASPEDINI 5 — Non è un Bui in palleggio: quindi, se lo servi pure male, con doppia

inserirsi davanti.

marcatura, lo ritrovi raramente.