1969 ottobre 20 Gol da antologia del terzino De Petri

1969 ottobre 20 (Il Gazzettino)

Gol da antologia del terzino De Petri

Vendetta di Cinesinho che fu venduto come ferro vecchio dalla Juventus sempre meno
signora e sempre più decrepita

Lanerossi-Juventus 1-0

MARCATORE: 1.t.: 35′ De Petri.
LANEROSSI: Pianta, Volpato, De Petri, Biasiolo, Carantini, Calosi, Damiani, Scala, Vitali,

Cinesinho (dal 30’ del 2.t. Derlin), Facchin.

Favalli), Haller, Anastasi, Vieri, Leonardi.

JUVENTUS: Tancredi, Salvadore, Leoncini, Morini, Castano, Del Sol, Furino (dal 25’ del 1.t.

ARBITRO: De Robbio.
NOTE: Giornata splendida. In tribuna il ct. Valcareggi e Boniperti, osservatore bianconero.
Infortunati: Forino (gomitata nella regione orbitale dell’occhio destro), Haller (contusione alla
gamba). Sorteggio antidoping negativo. Spettatori paganti 9.169 (15.869, compresi gli abbonati) per
un incasso di 22.741.500 lire.
(NOSTRO INVIATO)
Vicenza, 19 ottobre
Del Sol dichiara: « Una classifica da vergognarsi ». Il presidente Catella: « Per noi il campionato è
già finito, pensiamo agli esperimenti ». Carniglia: « Abbiamo dominato nel secondo tempo, era
giusto il pareggio ». L’unico che non ha capito nulla, proprio nulla, di questa Juve da qualche anno
in sfacelo è proprio l’allenatore, capace di arrampicarsi sugli specchi più incredibili che si possano
immaginare. La « grande » in campo non era la Juve, ma il Lanerossi. Gli schemi li ha fatti vedere
Puricelli, non Carniglia. L’unico regista vero, entusiasmante, si chiama Cinesinho, ceduto dalla
« vecchia Signora » come uno scarto due anni fa, dopo una mezza lite con il vicepresidente
Giordanetti. Lo sprint, la resistenza fisica sono del Lanerossi più che della Juve.

Poi, statistiche alla mano, il portiere Pianta ha lavorato nel vero senso della parola una volta
soltanto, mentre Tancredi, match-ball a parte, ha intercettato almeno altre quattro palle-gol. Perchè
Carniglia trovi, in queste condizioni, giusto un pareggio, proprio non si riesce a capire.

Ha parlato Carniglia di « dominio territoriale »: ammesso e non concesso che di dominio si sia
trattato, forse sarà il caso di spiegargli che nel calcio all’italiana ciò che non vale assolutamente
nulla è proprio il dominio territoriale.

Questa vittoria vale molto per il Lanerossi. La Juve, sinistrata finché si vuole, possiede sempre
giocatori capaci di inventare il risultato, leggi Vieri, Anastasi, Haller: averla battuta più nettamente
di quanto non dimostri l’uno a zero stretto e striminzito, è importante.

Classifica a parte, vittoria importantissima. E aggiungerei, per valutare fino al midollo il battito
di questo Lanerossi fine-1969, un episodio del quale sono stato testimone con il dott. Malaman e
Carantini nello spogliatoio. Un minuto prima che l’arbitro fischiasse lo stop, il Lanerossi aveva
costruito una sensazionale palla-gol in contropiede. Damiani, smarcato sulla destra; Vitali smarcato
a sinistra; tra i due, impotente, soltanto Morini. Damiani scattò dritto verso la porta e non passò la
palla a Vitali nemmeno quando Morini si spostò su di lui (leggi Damiani). Personalmente, ritengo
che Damiani avrebbe dovuto toccare subito a Vitali o non toccare più, perchè mi è parso che Vitali
fosse finito in offside sullo slancio (Vitali sostiene con convinzione di no e molti sono di parere

contrario al mio). In ogni caso, Vitali ebbe un gesto di disapprovazione verso il compagno e,
avvicinatosi a lui, non ebbe parole tenere. Damiani, un minuto dopo, sulla panca dello spogliatoio,
si mise a piangere: il tiro finale gli era stato deviato da Morini e aveva nelle orecchie il predicozzo
di Vitali. Quest’ultimo, si vestì e, con significativo fair play, si avvicinò a Damiani, il ragazzino
della squadra, e gli chiese scusa: « Sai, è stata la delusione del momento; scusami». Una squadra, da
scudetto o da salvezza che sia, è fatta di questi atteggiamenti e legami tra i giocatori. Vuol dire che
il « ciclismo » funziona: il rilievo vale il doppio per il Lanerossi dopo i ricordi tutt’altro che
amichevoli della passata stagione.

Il gol antologico di De Petri, dopo trentacinque minuti di partita, sintetizza questo sottofondo del
quale va grosso merito tanto a Puricelli che alla presenza assidua di Farina, Pisoni e Malaman.
Avuta la palla sulla trequarti da Scala, De Petri l’ha piazzata giusta sul sinistro, ha percorso qualche
metro e da circa diciotto metri ha colpito con precisione sensazionale, quasi all’incrocio dei pali,
sotto la traversa, oltre la mano disperatamente in volo di Tancredi.

La Juventus pensavamo di vederla, come reazione, almeno nel secondo tempo. Ma, cronaca alla
mano, è stata capace di partorire in forcing soltanto un tiro da biliardista di Vieri, fuori di un metro,
con Pianta piazzato. Si può, in queste condizioni, parlare di Dominio? Il Lanerossi a tre punte, non
dimentichiamolo, ha vinto proprio a centrocampo contro una squadra che pur aveva un mediano
(Furino) all’ala destra. E confermato ancora una volta che si vince a centrocampo quando si
possiedono schemi non quando si occupa numericamente la zona. E gli schemi del « Cinese »
hanno fatto impazzire di nostalgia i delusi tifosi della « Vecchia Signora ».

Qualcuno urlava ad Helmut Haller: « Ma cosa sei venuto a fare a Vicenza? Sei in viaggio
premio? ». Il tedesco ha finto di non sentire ed è salito sull’auto di un connazionale che lo ha portato
a Milano. Haller è partito infatti per Amburgo dove lo aspetta la nazionale tedesca che mercoledì
prossimo giocherà contro la Scozia! Troppo facile collegare l’appuntamento tedesco con una partita
di riposo. La Juve aveva promesso ad Haller la licenza internazionale, ma non è stata ripagata con
altrettanta onestà dal tedesco. Fossi stato nel presidente Catella, a costo di far scoppiare un caso,
avrei negato « senza spiegazioni » la licenza. Un professionista ha obblighi precisi, mi pare, oltre ad
ambizioni personali.

Chiaro però che la sconfitta della Juve non l’ha determinata Haller. E’ tutta la squadra, che pare
imbevuta di contraddizioni, tra residui heribertiani e velleitari Carniglia, tra acquisti sbagliati e
giocatori logori. Avrebbe avuto bisogno almeno di fortuna per campare, ma invece della fortuna ha
trovato… Pianta e il solitario tentativo di Vieri è finito male. In fondo, la differenza tra Lanerossi e
Juve sta proprio nell’« ex » Cinesinho, testimonianza di tutto ciò che la Juve ha sbagliato in questi
anni. A Vicenza ha toccato il fondo e non si vede come, almeno ora, Gianni Agnelli possa non
decidere la « serrata », tecnica s’intende! Prenotando non solo Helenio e Allodi, ma programmando
una campagna compravendita vera.

C’era Valcareggi in tribuna, per controllare Anastasi. Personalmente, nell’intervallo, gli suggerii:
« Tenga sott’occhio Biasiolo ». Confesso che, in prospettiva azzurra, mi sono sbagliato: avrei
dovuto suggerire Biasiolo e De Petri.

Pagelle
Cinesinho perfetto Haller un disastro

LANEROSSI

PIANTA 8 – Scarsamente allenato per handicap inguinale, ha salvato il risultato al 41′ del primo
tempo, parando in acrobazia da giaguaro sulla destra un tocco-gol molto bello e spiazzante di Vieri
da dodici-tredici metri.

VOLPATO 7 – Stando ai piani tattici di metà settimana, avrebbe dovuto marcare Anastasi, ma la
scelta di Carniglia a favore di Leonardi ala sinistra ha fatto mutare opinione a Puricelli. Su Leonardi
appunto, ha avuto soltanto il torto di prendergli qualche volta le distanze con sufficienza. E, si sa,
Leonardi possiede uno scatto che può lasciare surplace qualunque terzino.

DE PETRI 9 — Il sinistro del match-ball, da antologia, per coordinazione, potenza e precisione.
Poi, en passant, marcatura distruttiva su Helmut Haller. Il tedesco la palla l’ha vista forse soltanto
alla… « Domenica sportiva », in campo no di sicuro. Merito anche di De Petri herr Helmut è parso
un fantasma da operetta.

BIASIOLO 7 — Non è facile marcare un palleggiatore come Vieri: un paio di volte il cervello
bianconero si è liberato pericolosamente per il tiro. Ma pure Biasiolo gli ha restituito azioni
aggressive.

CARANTINI 7 — In pratica è alla seconda partita di campionato: mimetizza il rodaggio atletico
con straordinario mestiere ed esperienza. Marcatore corretto ed efficace di un Anastasi affatto
molle.

CALOSI 7 — La più composta ed intelligente partita, del campionato ’69-’70. Equilibrato
nell’intervenire fuori area. Ha battute di largo respiro durante il forcing della Juve. Okay Calosi,
così va molto bene.

DAMIANI 6 — E’ ragazzo che « ama » il gol, s’innamora del pallone scagliato in rete. Ma il gol
gli riesce un po’ difficile. Reagisce con qualche egoismo, con passaggi a volte ritardati. Deve
riacquistare equilibrio psicologico.

SCALA 7 — Primo tempo tenuto in zona ibrida da un arretratissimo Del Sol. Secondo tempo
grintoso nell’interdizione, a ritmo più elevato: al 19′, uno shoot molto bello da fuori area, appena
sopra la traversa.

VITALI 8 — Ha preso una montagna di calci, ne ha pure restituiti a Morini. Ritmo forsennato.
Nella ripresa, al 25′, ha rallentato leggermente la conclusione su ottimo cross di Biasiolo; ma, al 37′,
dopo controllo volante di testa, ha calciato una sassata a mezza altezza sulla quale Tancredi è stato
molto abile nel respingere di piedi. Damiani gli ha negato un paio di logici passaggi.

CINESINHO 10 — Onorevole Catella, dottor Giordanetti, avete visto dove sta il regista che
manca alla Juve? Il cinese, uscito per un colpo di Favalli al polpaccio della gamba sinistra, non ha
sbagliato nulla. Si è concesso persino acrobazia. Tirato agonisticamente, senza mai cedimenti
nervosi.

DERLIN 6 — In campo 16′ come vice-cinese: tutti minuti onesti.
FACCHIN 7 — Qualcuno l’ha visto mediocre. Non con divido assolutamente. Come punta non è
che si sia liberato a rete, ma ha corso sempre, a tutto campo, inseguendo qualunque avversario
smarcato. Poi in area, ha sgominato pericolosamente. Contributo sporco ma importante.

JUVENTUS

TANCREDI 8 — Se gioca sempre così, non si riesce a capire perchè sia esistito dualismo con il
più esperto ma sfuocato Anzolin. Senza dubbio imparabile il tiro di De Petri, anche se il portiere è
riuscito a toccare con la punta delle dita la palla, schiacciandola sotto la traversa. Uscite kamikaze
(43′ del primo tempo e 4′ della ripresa) su cross trancianti di Damiani; poi (al 36′ della ripresa)
bravo di piede su Vitali.

SALVADORE 6 — In difficoltà nel reggere i chilometri di Facchin nelle zone più impensate.

Piuttosto attento nel proteggere Castano. Autore immancabile di un calcetto stizzoso a Calosi.

LEONCINI 6 — Se stringiamo la sua partita alla marcatura di Damiani, non è che abbia
sbagliato tutto. Si è difeso, con due marce in meno sullo scatto. In appoggio al centrocampo invece,
si è confermato giocatore « vecchio » di mentalità, tutto a palla portata e scattini telefonatissimi.

MORINI 5 — Preferivo Bercellino, meno falloso: Morini avrà provocato su Vitali almeno dieci
punizioni. Se continua su questo ritmo a partita, prima o poi le punizioni-gol ci scapperanno.
Incapace di sganciarsi in avanti.

CASTANO 5 — Fa quello che può: oramai se rischia un movimento un po’ brusco, c’è il
pericolo che si ritrovi con le ginocchia incrociate per sempre. Catella dice che ora la Juve può fare
esperimenti: allora, cominci con Salvadore al posto di Castano.

DEL SOL 6 — La bandiera… heribertiana della vecchia signora sembra persino patetica nel
tentativo di costruire a centrocampo schemi accettabili. Presto rassegnato, ma può la Juve (con
Haller e Vieri) chiedere a lui, il faticatore, gli schemi?

FURINO N.C. — Finta ala destra su Cinesinho. Dopo 25′ l’infortunio.
FAVALLI 5 — Meglio lo sprint di Furino che l’anonimo trottare di questo giocatore spremuto.
HALLER 4 — Che pena vedere un grande giocatore come lui tanto attento nell’evitare… di

ANASTASI 6 — Incassa stoico botte su botte. La palla gli arriva ogni due secoli e di solito

male. Che deve fare inserito in una squadra tanto decrepita?

VIERI 6 — Lo pretendono regista ed è soprattutto rifinitore sulla tre quarti (l’unica palla-gol è
infatti sua). Molto impegno, ma nell’imbuto offensivo della Juve sembrano, al momento decisivo,
tutti fuori posizione.

LEONARDI 6 — Il più modesto, tecnicamente, è il più pericoloso dell’attacco. Almeno si vede

che cerca la porta, che scatta, che è vivo. Calato fisicamente alla distanza.

giocare.