1969 ottobre 13 Clamorosa vittoria del Cagliari a Firenze

1969 ottobre 13 (Il Gazzettino)

Serie A: vita sempre più difficile per gli attaccanti (soltanto nove reti)
Clamorosa vittoria del Cagliari a Firenze
Tentativo di invasione dopo un gol annullato

Sardi più pratici ed equilibrati
Fiorentina in difficoltà sul piano fisico – Alibi individuali non rilevanti

Cagliari-Fiorentina 1-0

MARCATORI: 1.t.: 20′ Riva su rigore.
FIORENTINA: Superchi, Rogora, Longoni, Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo (Mariani

dal 69′), Rizzo, De Sisti, Amarildo.

Gori, Greatti, Riva.

CAGLIARI: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè,

ARBITRO: Lo Bello.
NOTE: giornata di splendido sole, terreno ottimo. Leggero vento. Angoli 6 a 2 per il Cagliari.
Sorteggio antidoping, positivo, per i numeri 1, 2, 4 per il Cagliari; 1, 4, 10 per la Fiorentina.
Spettatori paganti 38.177, per un incasso di 83 milioni 658 mila 700. Espulsi al 33′ del secondo
tempo Amarildo e Martiradonna per scorrettezze. Ammoniti: Nenè per proteste, Martiradonna per
gioco scorretto, Merlo per simulazione di fallo. In tribuna il commissario tecnico della nazionale,
Valcareggi e l’arbitro Sbardella.
(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Firenze, 12 ottobre
Il primo vertice dello scudetto si è tinto subito di giallo. Scopigno, alla fine, diceva bisbigliando
pessimista: « Se cominciamo così, come andremo a finire? Vedrai, sarà il campionato più violento
della storia ». La partita è un film interpretato da Concetto Lo Bello; una successione di decisioni
influenti, che hanno progressivamente caricato la tensione nei protagonisti e nel pubblico. E’ finita
con la rete di recinzione a tratti divelta e con una tentata invasione; con carabinieri e polizia a
cordone per impedire il linciaggio dell’arbitro, in trincea nello spogliatoio.

Giallo a parte (ne parlo in dettaglio, in altra parte), è possibile un giudizio strettamente tecnico
sulla partita? Sì, è possibile. Nel titolo di ieri dicevano « Da Firenze la prima verità sullo scudetto
’70 »: la prima verità è « targata » Cagliari. Abbiamo visto la squadra di Scopigno, mezz’ora a
Montebelluna in precampionato. Una mezzora che non significava nulla. Oggi Riva e C. hanno
mostrato una faccia piacevole e pratica, equilibrata nel rendimento di tutti, da Albertosi a Riva.
Prima ancora del rigore che ha determinato il risultato, il Cagliari stava controllando la partita senza
sforzo, con schemi ripetuti di grande efficacia.

Cera, nessuna novità, regista fuori dell’area di rigore. Poi Nenè e Domenghini che giocano ora in
tandem a centrocampo, ora in triangolo all’attacco, soprattutto con Domenghini che scattando da
lontano, diventa in un attimo la terza punta del Cagliari, nel vuoto aperto a destra o a sinistra da
Riva-Gori. La pericolosità di questo Cagliari è sempre condizionata a Riva, ma lo schema offre
momenti di ordine esaltante, con palleggiatori raffinati alla regia. Risultato: almeno sette palle-gol
nette. Riva, dopo sei minuti di ripresa, ha mezzo sprecato stoccando troppo debole il due a zero
facile, ma in altre occasioni si è avuta netta l’impressione che la squadra di Scopigno avrebbe potuto
chiudere il risultato.

Sul piano tecnico non c’è il minimo dubbio sul merito della vittoria. La Fiorentina di oggi è
apparsa la Fiorentina di domenica scorsa a Vicenza dove aveva vinto Chiarugi con le sue intenzioni,
non la squadra. Inutile giudicare gli schemi, la Fiorentina dello scudetto non porta misteri in questo
senso. Bisogna dire, invece, che Rizzo, come centravanti non è nemmeno l’ombra di Maraschi;
bisogna dire che l’assenza di Maraschi sembra giustificata per ragioni disciplinari più che cliniche;
resta da aggiungere che Longoni è fresco di infortunio, Merlo non è guarito al cento per cento dalla
contrattura e Rizzo ha giocato mezzo lussato.

Qualche alibi individuale esiste. Ma non daremmo eccessivo peso per una ragione molto
semplice; è il ritmo della squadra che non è ancora da scudetto. Lo si vede in tutti gli scatti; i
giocatori del Cagliari erano più veloci, meglio preparati, molto, molto più avanti come fondo
atletico. La faccia negativa della Fiorentina è segnalata soprattutto sul piano fisico. Non ne conosco
la ragione. Non so se faccia parte di una cautela di Pesaola, magari intenzionato per arrivare al
finale coppa-scudetto ancora fresco. E’ comunque certo che questa Fiorentina deve riprendere
sprint: la classe e gli schemi a memoria non bastano. Se anche Lo Bello avesse concesso il
pareggio, le conclusioni tecniche non sarebbero state diverse.

Pagelle
Campioni senza centrocampo

Fiorentina

SUPERCHI 7 — Sul rigore nulla da fare. Abile nel sottolineare una carica di Riva (gol di testa)
provocando l’annullamento da parte di Lo Bello. Al 6′ della ripresa calmissimo nell’intercettare un
tocco quasi in rete del solito Riva.

ROGORA 6 — Senza cattiverie ha cercato di contenere Riva, ma ci è riuscito in parte perchè, si

sa, quando il Gigi nazionale è in forma non vede nessuno.

LONGONI 6 — Marcare Domenghini a tutto campo è impresa impossibile. Longoni lo ha

cercato in zona, ma si vede che è ancora fresco di infortunio.

ESPOSITO 5 — Molto nervoso, forse condizionato dalla scarsa continuità sul ritmo di Merlo.

Meno potente del solito negli inserimenti d’attacco.

FERRANTE 7 — L’ultima mezz’ora, ala sinistra, nel rabbioso forcing della Fiorentina: cercato

su punizione da De Sisti, quasi gli riusciva l’incornata-pareggio.

BRIZI 6 — A spazi larghi, con Gori vagante e sempre di mezza punta, si è trovato spesso a

disagio. Alla distanza è salito di tono.

CHIARUGI 6 — Era riuscito a tre minuti dalla fine a piazzare in gol un ottimo sinistro in
torsione, dal centro. Ma Lo Bello ha detto no, per offside di posizione di Mariani. Cose egregie,
alternate ad egoismi improduttivi.

MERLO 5 — La gamba destra gli dà ancora fastidio. Nella ripresa infatti ha calzato una fascia

elastica fino al 24′, quando Pesaola l’ha sostituito con Mariani.

MARIANI 5 — Giudizio per ventisei minuti: si vede che è potente, ma porta sulla coscienza un

paio di conclusioni ritardate clamorosamente, come al 45′: bastava colpire subito ed era gol.

RIZZO n. c. — Non è un centravanti, non lo sarà mai. Ha paura di sbagliare. Non gli dò voto

perchè ha giocato con una spalla semilussata per una caduta dopo qualche minuto.

DE SISTI 5 — E’ l’immagine di una Fiorentina ancora senza scatto, parecchio annebbiata.

AMARILDO 6— Alcuni errori banali sul tocco, però pare più che mai handicappato dalla scarsa
forma del trio Esposito, Merlo, De Sisti. Se gli togli l’ossigeno alle spalle anche il « garoto » dà
segni di asfissia.

Cagliari

ALBERTOSI 8 — Tre soli interventi importanti: 1. una punizione fortissima di Rizzo, annullata
con la collaborazione di Tomasini (al 14′ del primo tempo); 2. uno stupendo colpo di reni
all’indietro a deviare un tiro di punta forte e preciso di Amarildo (al 7’ della ripresa); 3. un destro di
Chiarugi bloccato in acrobazia. Nessuna sbavatura. Tranquillità somma.

MARTIRADONNA 6 — Finché non ha dato un calcio a Chiarugi, buona partita. Su Chiarugi,

ma pure in seconda battuta, ha sciabolate liberatorie durante il forcing avversario.

ZIGNOLI 7 — Una rivelazione questo ragazzo biondo, in comproprietà tra Cagliari e Milan, con

diritto di riscatto al Milan. Duro, diligente, gioco d’anticipo.

CERA 8 — Entusiasma per il preciso senso della posizione che gli garantisce di interdire cento

volte a partita, sfruttando un palleggio di prim’ordine.

NICCOLAI 6 — Non è abituato a giocare molto di fino quando Scopigno gli ordina di non
mollare mai l’avversario, Amarildo nella circostanza. Ordine eseguito, senza durezze speciali sul
brasiliano.

TOMASINI 7 — Il longilineo erede di Miguel Longo sta ambientandosi rapidamente al ruolo.

Ne segnalo progressi evidenti di partita in partita.

DOMENGHINI 8 — L’inestinguibile Domenghini formato-maratona, cinquanta chilometri a
domenica: roba da vertigini. Tutti i centrocampisti avversari, e pure le punte della Fiorentina, se lo
ritrovano tra i piedi, sempre.

NENE’ 7 — Più classico di Esposito, suo antagonista. Sta cercando un equilibrio tattico con il

quasi doppione Domingo.

GORI 7 — Eccellente primo tempo, ha conclusioni personali e per Riva. Calato nella bagarre del

secondo, pur essendosi smarcato bene due volte, ma Riva era in ritardo nel cercarlo.

GREATTI 6 — Ordinato, limitandosi a copiare le intenzioni di De Sisti, ma avendo più fiato nei

polmoni.

RIVA 8 — Spaventosamente pericoloso per novanta minuti. Lo Bello gli ha annullato un gol e

mezzo. In un paio di occasioni si è mangiata la conclusione per millimetri e per… Superchi.

« Crescendo » di Lo Bello

(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Firenze, 12 ottobre
Racconto la partita di Concetto Lo Bello. Cronaca pura, episodio dietro episodio, come s’è visto
dalla tribuna stampa. Premetto, ad occhio nudo, senza moviola o teleobiettivo. Premetto anche che
la partita di Lo Bello era molto attesa dopo le dichiarazioni dell’arbitro siciliano alla fine di Milan-
Estudiantes: « Non è stata una partita dura! — aveva detto — ha fatto bene l’arbitro a non espellere
qualche giocatore: avrebbe rovinato lo spettacolo ». Cinismo o paradosso! Un po’ di tutto.

— 7′. Punizione calciata da Nenè, un metro appena oltre la metà campo. Lunga traiettoria in
area: saltano insieme Riva e Superchi. Riva colpisce di testa molto bene e mette in gol; Superchi
cade giù, accusando carica irregolare. L’arbitro annulla. Opinione: Superchi era in difficoltà

sull’elevazione, ha, sottolineato una carica appena ai limiti del regolamento, non plateale. Lo Bello
discutibile.

— 20′. Azione del Cagliari (dopo un periodo di prevalenza offensiva) alla sinistra di Superchi.
Palla a Nenè che tocca allo stopper Zignoli scattato avanti; Zignoli entra in area e, due metri dentro,
viene caricato alle spalle da Rizzo che lo sposta nettamente e gli fa perdere la azione-gol. Il fallo di
Rizzo, anche se qualcuno sostiene che non era gravissimo, a termine di regolamento meritava senza
dubbio il penalty: Rizzo poi, da attaccante, non sa entrare in tackle, quindi ostacola senza
coordinazione. Il pubblico ha cominciato a contestare, anche perchè l’azione era al vertice dell’area,
in una zona « visibilmente » non clamorosa; ma tali distinzioni il regolamento non fa. Lo Bello
giusto.

— 14′ del 2.t. Riva, in posizione di centravanti, si gioca in acrobazia un pallone molto difficile.
Con due palleggi volanti, a contatto con il colosso-Ferrante, riesce a liberarsi e a segnare ancora, ma
l’arbitro ha fischiato prima fallo di Riva appoggiatosi su Ferrante.

Riva scuote la testa, disapprova, ma anche questa volta Lo Bello giusto.
— 31′ del 2.t. Il forcing della Fiorentina è rabbioso. Qualche gomitata, qualche accenno
all’isteria, pubblico caricato, momento molto delicato sul piano disciplinare, anche perchè Lo Bello
non riesce a liberarsi dall’antipatica abitudine di arbitrare a petto in fuori, con superiorità sfottente,
atteggiandosi a padrone assoluto dei destini della partita, sottolineando i falli con la ramanzina, la
sospensione teatrale, il mimo e l’autoritarismo.

Ora, ogni fallo che segnala, per il pubblico è occasione di contestazione irritata.
— 31′. Tiro forte di De Sisti, Martiradonna in area respinge con il petto. I giocatori della
Fiorentina chiedono il rigore, per fallo di mano. Lo Bello risponde facendo segno che Martiradonna
ha respinto con la coscia e non fa una piega. Scoppia in questo istante la rissa. Chiarugi si avvicina
a Martiradonna e sembra che lo insulti, Martiradonna si gira (convinto com’è della sua innocenza) e
gli tira un gran calcio.

Amarildo è vicino: brasilero caliente, non perde l’occasione per pareggiare il conto e scalcia
Martiradonna, a terra, colpendolo alla nuca (gli chiederà dopo scusa, dicendogli: « Mettiti del
ghiaccio! »). Lo Bello era girato da un’altra parte, impegnato a discutere con De Sisti: non ha visto
nulla. Esce dal caos e corre prima dal segnalinee più vicino, poi da quello più lontano. Informatosi
torna al centro ed espelle Martiradonna e Amarildo, cioè i colpevoli veri. Anche qui Lo Bello
giusto. Il pubblico non condivide, voleva il rigore, urla: « Duce! Duce! Duce! ».

— 41′. Sembra una partita maledetta a questo punto. Esattamente nell’angolo d’area in cui Lo
Bello aveva concesso il rigore per atterramento di Zignoli, scatta Esposito. Due giocatori, Cera e
Tomasini, lo ostacolano, chiudendogli la strada « davanti ». Sempre a termini di regolamento, è
fallo tipico di ostruzione: esplode la fine del mondo sulle gradinate, ma Lo Bello non dà rigore,
fischia punizione a due in area, appunto per ostruzione. Lo Bello ancora giusto, anche se oramai la
tensione è spaventosa, masse di spettatori si spostano. Ma si sa, Lo Bello è un unicum: non subisce
pressioni d’ambiente, anzi (e forse qui sta il limite) sembra voler reagire ad esso.

— 42’. Chiarugi, di sinistro, mette in gol. Vedo, prima che Lo Bello annulli, Mariani dietro a
tutti, in posizione di offside. Lo Bello fischia e annulla, confortato dal segnalinee. Giusto o no? Il
fuorigioco c’era, solo che, nella circostanza, mi è parso passivo, cioè non influente sul portiere
Albertosi. Fossi stato in Lo Bello quel gol lo avrei concesso. Non per assurda compensazione, ma
ancora per rispetto al regolamento. L’errore mi è parso qui, nella valutazione soggettiva di un
fuorigioco di posizione che in effetti c’era.

Il pubblico del parterre ha tentato allora di svellere la recinzione del campo, ma Pesaola, i
dirigenti della Fiorentina e carabinieri hanno tentato di calmare la gente bloccando i primi varchi.
Nel sottopassaggio sono volate parole dure tra un dirigente della Fiorentina e Riva. Numerosi
contusi tra il pubblico medicati sul posto e all’ospedale. Un sasso ha colpito in faccia un carabiniere.
Molta gente ha atteso Lo Bello e il Cagliari. Ma Lo Bello, mimetizzato in un cellulare della polizia,
è uscito dallo stadio alle 19.02. Il Cagliari invece, dopo un accenno di sassaiola, ha rotto
l’accerchiamento attraverso un’uscita secondaria alle 19.30. Mentre scrivo mi danno notizia che
qualche teppista avrebbe malmenato Albertosi. La violenza sembra diventare in campo e fuori il
pericoloso pane quotidiano del nostro sport più popolare.

Un episodio sportivissimo è però da sottolineare: nonostante il livore degli ultimi minuti,
Pesaola, subito dopo il fischio finale dell’arbitro, ha letteralmente spinto i giocatori a centrocampo
per salutare il pubblico e stringere la mano ai colleghi del Cagliari: in quel momento l’ira rientrava
nell’alveo, tornava lo sport.