2003 ottobre 9 Vajont

9 ottobre 2003

“Nei panni dei sindaci dei comuni del Vajont, farei infiggere i nomi e cognomi in bronzo delle duemila
vittime su quella immensa lapide di cemento armato e la illuminerei a giorno. Lungo un sentiero della
memoria civile, la diga farebbe suola viva, un anniversario per sempre, di generazione in generazione.”

Giorgio Lago 1937-2005

10 ottobre 1963

Il giorno dopo la tragedia del Vajont, Giovanni Leone, in quel momento Presidente del Consiglio, si recò in
visita nella zona del disastro. Un superstite disperato gli disse: “Presidente, chiediamo giustizia”. E Leone
rispose, dopo avergli preso la mano: “E GIUSTIZIA AVRETE”. Qualche tempo dopo cadde il governo e l’ Avv.
Leone divenne capo del collegio degli avvocati dell’Enel nella causa promossa dai superstiti stessi. In quella
circostanza, il ricorso all’istituto giuridico della commorienza, da alcuni ritenuto un artificioso cavillo
giuridico, fece risparmiare all’Enel miliardi di lire.

Questo ERA, E’, e probabilmente, SARA’ L’ ITALIA.

In occasione dell’ anniversario del Vajont mi sembra doveroso ricordare la figura di Giuseppe
Volpi, conte di Misurata (Venezia, 19 novembre 1877 – Roma, 16 novembre 1947), lungimirante
imprenditore e politico italiano.

Nel 1905 costituì la SADE (Società Adriatica di Elettricità), acquisendo in tal modo una posizione
di rilievo nel settore della produzione e della fornitura di energia elettrica. La SADE resterà nella
storia per la tragedia del Vajont.

Nel 1917 fu tra i protagonisti della realizzazione del nuovo Porto Marghera.

Fu governatore della Tripolitania, ministro delle finanze e presidente di Confindustria dal 1934 al
1943.

Biografia
Era figlio dell’ingegnere Ernesto Volpi e di Emilia De Mitri. Rimasto orfano di padre, con pochi
soldi in tasca abbandonò l’università di Padova e si trasferì nell’allora Impero ottomano in cerca di
fortuna. Divenuto ricco esportando tabacco dal Montenegro, investì i guadagni acquisiti nella

nascente industria elettrica e nel 1905, rientrato in patria, costituì la SADE (Società Adriatica di
Elettricità), acquisendo in tal modo una posizione di rilievo nel settore della produzione e della
fornitura di energia elettrica.

Nel 1917 fu tra i protagonisti della realizzazione del nuovo Porto Marghera e dopo il primo conflitto
mondiale acquistò prestigiose catene alberghiere, gestendo a Venezia il Grand Hotel e l’Excelsior.
Fu Presidente dell’Assonime dal 1919 al 1921, chiamando nel ruolo di segretario Felice Guarneri.

Benché massone, aderì al fascismo[1] e dal 1922 al 1925 fu governatore della Tripolitania. In questa
veste avallò le azioni di dura repressione ordinate dal generale Rodolfo Graziani contro i ribelli
libici. Nel 1925 gli fu concesso il titolo di conte di Misurata da Vittorio Emanuele III. Dal 1925 al
1928 fu ministro delle Finanze del governo Mussolini: la sua azione governativa fu tesa ad
avvicinare i capitalisti al fascismo.