2000 giugno Tra gli azzurri e gli olandesi la prudenza la fa da padrona
2000 – Tra gli azzurri e gli olandesi la prudenza la fa da padrona
Ho  notato  che  nessuno  si  sbilancia  né  arrischia  il  pronostico  per  domani,  mentre
dominano sovrani il fair play, il rispetto, il disincanto super partes. A soli venti giorni
di  distanza,  i  fustigatori  dell’Italietta  delle  amichevoli  sembrano  tanti  baronetti  in
procinto  di  recarsi  all’ippodromo  di  Ascot  ad  applaudire  l’ultimo  purosangue  della
regina. Ciò che è stato è stato, sorry.
Adesso Italia-Olanda si legge come le triple del Toto: 1X2. Noi confidiamo nella loro
presunzione,  a  volte  eccelsa  quanto  il  gioco;  loro  confidano  nella  nostra  cautela,  a
volte sterile quanto il Sahara.
Fateci  caso.  Se  qualcuno  sottolinea  lo  sfondamento  di  Kluivert,  l’obiezione  italiana
non è Inzaghi, gol contro gol, ma Nesta, lo stopper, di ora in ora incaricato di una
responsabilità  mai  riservata  nemmeno  a  Trapattoni  dei  bei  tempi  con  Pelé.
Nell’immaginario collettivo, Nesta incarna ormai la nostra diga sul mare del Nord, a
dire il vero una specialità tutta olandese.
L’Italia poi sembra fatta apposta per assimilare il pronostico al mistero. Quando fece
sognare  sfracelli  con  Edmondo  Fabbri,  fu  subito  Corea;  quando  sollevò  lazzi  sui
pareggi di Bearzot, fu Spagna 1982, consegnata agli annali come l’Iliade azzurra.
Sarà  un  match  molto  tattico,  a  rubarsi  gli  spazi,  ma  senza  pre-tattica,  perché  i
giocatori  in  panchina  sono  troppo  uguali  a  quelli  in  campo.  Come  Del  Piero  e
Seedorf, presunte “riserve”.
Italia e Olanda si stanno lealmente guardando in faccia come i grandi pugili prima del
gong. Ai mondiali del 1962 in Cile, dove allenava la Spagna, Helenio Herrera pretese
contro  il  Brasile  una  sedia  di  paglia:  il  Mago  era  sicuro  che  i  carioca  gli  avessero
nascosto un microfono sotto la panchina. Questo pericolo Dino Zoff non lo corre; ne
corre altri.