2000 luglio Cavaliere della cattiva creanza

2000 – Cavaliere della cattiva creanza

Non bastava l’onorevole Bossi che dipende politicamente da Forza Italia, ma tifa
Forza Francia in attesa di farsi la nazionale di Ponte di Legno, tutta sua, schierata
secondo il WM celtico. Adesso ci si mette anche l’onorevole Berlusconi, il Fregoli del
terzo millennio.
Se sarà lui il prossimo presidente del Consiglio farà meglio di De Gasperi. Se un
giorno sarà eletto capo dello Stato, farà scomparire il ricordo di Einaudi. Se andrà in
panchina della Nazionale, anche nei ritagli di tempo, il Mundial di Bearzot impallidirà
di colpo. Se poi in Vaticano avessero la bontà di farlo papa, lui lo farebbe certamente
da Dio.
Per Berlusconi, la vita è una sequenza di “se c’ero io”. Se c’ero io, vincevo, vincevo
tutto: poiché a volte gli è capitato, e alla grande come con le tv, si crede un
predestinato. Si scrive io, ma si pronuncia Ego.
È più che comprensibile, a guardar bene, che Dino Zoff gli appaia un dilettante e un
mezzo cretinetti. “Il problema – ha detto infatti il Cavaliere per antonomasia del
Cavaliere per meriti azzurri – è che uno o ha in testa dell’intelligenza oppure non ce
l’ha”. Agli occhi di Berlusconi, Zoff deve avere un sacco di difetti: non ha trentamila
miliardi sull’unghia, non cura abbastanza l’immagine, sorride poco, non indossa il
doppiopetto né esibisce la piega delle braghe a regola d’arte e, al contrario, ha l’aria un
po’ dimessa, non abbastanza vincente, poco abbronzata. Anche se il pretesto è la
mancata marcatura di Zidane, sarebbe proprio Zoff il perdente, un perdente in sé, un
dilettante allo sbaraglio buono al massimo per i programmi di Gerry Scotti.
Mi mette malinconia questa storia finale. Insopportabile non è il dissenso, ma
l’attitudine sbracata e qualunquista che sul calcio non sa sorridere né piangere. Sa
soltanto perdere quel po’ di stile e di creanza, anche di rispetto.
Se prendiamo a pesci in faccia anche gente come Zoff, è la fine. Significa ridurre a
spazzatura gli ultimi simboli di un mondo che resiste al mero mercato, alla quotazione
pura, alla perdita di bandiere, di riferimenti e di senso, e che proprio agli Europei
2000 è stato capace di recuperare belle cose, il gruppo, l’ultimo fiato, la tenacia, una
straordinaria disciplina.
Altro che dilettanti in panchina. Su, diciamolo: l’Italia è stata la miglior sorpresa
tecnica e umana. Forse per questo la polizia olandese ha lavorato sporco con noi: a
forza di autosputtanarci, noi italiani risultiamo simpatici soltanto quando torniamo a
casa in anticipo.
Ah, dimenticavo. ha vinto la Francia. Agli atti, è così.