1995 luglio 8 Non sono soltanto fatti loro
1995 luglio 8 – Non sono soltanto fatti loro
Dopo la sentenza politica, abbiamo una sentenza penale. La corruzione da ieri non è più un’ipotesi
accusatoria né tantomeno un teorema: la condanna di Carlo Bernini e di Gianni De Michelis condanna
anche un sistema di potere.
L’inchiesta  dell’ex  pm  Salvarani  precedette  addirittura  Mani  Pulite,  la  sentenza  giunge  quando  il
Veneto  non è più  lo  stesso.  La condanna stronca carriere  già stroncate da un pezzo, i  protagonisti
sono oramai maschere di una stagione che l’opinione pubblica ha archiviato da tempo.
Il Tribunale ha vagliato e giudicato. Ne esce provata la pratica dell’illegalità, e questa ha meritato da
parte dei giudici la stessa sanzione, con la sola differenza di qualche mese in più o in meno.
De Michelis ha tentato la strada dell’autocritica se non quella della confessione; Bernini ha imboccato
il  sentiero  di  Alice  nel  Paese  delle  Meraviglie.  Non  è  servita  né  la  strategia  del  negare  anche
l’innegabile, né la tattica della contrizione politica:  la sentenza non ha fatto  sconti, e non avrebbe
potuto  farli  avendo  raggiunto  la  convinzione  che  Bernini  e  De  Michelis  avevano  praticato  la
corruzione. Come Ferlin, come Casadei, figure la cui identità era soltanto riflessa, di seconda mano
rispetto ai rispettivi referenti politici.
La nostra reazione è di due tipi. La prima: la giustizia deve fare il suo corso, Tangentopoli è tutt’altro
che conclusa. Un Paese serio andrebbe a prendersi Craxi in Tunisia, con le buone o con le cattive, per
portarlo davanti a un Tribunale della Repubblica.
La seconda reazione: di disagio. Perché Bernini e soprattutto De Michelis rappresentavano il meglio
del ceto politico veneto.
Quel  loro  sistema  è  stato  a  lungo  sulla  cresta  dell’onda,  tra  noi,  a  colpi  di  “Dogi”  e  di  autentici
banchetti di potere. Non sono marziani anche se oggi sembra che nessuno li abbia mai frequentati:
c’è  gente  che,  sotto  il  loro  ombrello,  ha  fatto  carriera,  progetti,  affari,  ma  oggi  pare  smemorata  e
riverniciata a festa.
La condanna di Bernini e De Michelis non è soltanto affar loro. Qualcosa ha funzionato malissimo
anche tra i ceti dirigenti del Veneto: questo sento di dover ricordare.