1995 luglio 27 Il nemico non è il Sud
1995 luglio 27 – Il nemico non è il Sud…
Una osservazione preliminare. È stato soprattutto Fini a invocare l’intervento di Scalfaro: allora non è
più vero che Scalfaro rappresenta una nefandezza istituzionale, il padre di ogni ribaltone, il mandarino
del centro-sinistra, un Capo dello Stato inaffidabile del quale liberarsi il più presto possibile! Se Fini lo
riconosce  come  «garante»  vuol  dire  che il centro-destra ha finalmente  capito. Totalmente uomo  della
prima Repubblica, parlamentarista fino al midollo, Scalfaro mantiene il Quirinale in bilico tra passato e
futuro. Ma proprio questo è il suo merito, interpretare un ruolo di equilibrio in un periodo squinternato.
Che dopo gli insulti arrivino gli appelli non può che far bene. In questa fase, buttar via il Quirinale – o la
Banca d’Italia – significherebbe davvero perdere ogni bussola. E veniamo a Bossi. Se anche non usò il
termine «secessione», a Mantova ha evocato l’«indipendenza» eversiva del Nord. Insomma, se non zuppa
è pan bagnato, inutile star lì a fare i filologi, conta il senso politico: di minaccia secessionista si trattava.
La secessione è una pazzia storica soprattutto per i veri federalisti. Federare viene dal latino «foedus»,
vale  come  alleanza,  il  patto  per  stare  assieme.  Pur  sembrando  due,  e  anche  se  la  malapolitica  le  sta
ulteriormente  allontanando,  le  Italie  non  esistono.  Ci  piaccia  o  no,  l’Italia  manca  di  plurale:  è  una,
teniamola così, ma facciamola funzionare meglio nel nome delle autonomie. Se è vero che i Comuni e le
Signorie rappresentarono la sua storia migliore, il Duemila si aspetta da noi la rivoluzione federalista.
L’unica  in  grado  di  sconfiggere  l’Italia  ministeriale  che  ci  tiene  dentro  la  «gabbia  d’acciaio»  della
burocrazia, secondo la definizione di Max Weber. Il fatto più importante dell’intervento di Scalfaro non
è la ramanzina a Bossi, ma il suggello alla Grande Riforma: «È legittimo – scrive il Capo dello Stato –
volere il Federalismo». Vale moltissimo se detto dal figlio più legittimo della Prima Repubblica. Ora che
anche Fini si è convertito all’idea dell’Assemblea Costituente, il federalismo non va sprecato drogandolo.
Avversario non è il Sud, ma lo Stato. 
27 luglio 1995