1995 luglio 24 Non finiscono di nascere le micro Dc

1995 luglio 24 -Non finiscono di nascere le micro DC

La radicalità cattolica se la prese Orlando, la socialità Gorrieri, il centrismo Segni. In ulteriore sequenza, Casini si
è prenotato i liberal-cattolici, Bianco la primogenita tradizione popolare, Buttiglione una élite a metà tra De
Gasperi e Kohl. Non smettono di nascere tante micro Dc. Dopo la balena bianca, che tutto tratteneva in sé, è la
stagione dei pesci piccoli. A guardarli con occhio benevolo, riproducono le cosiddette identità; ad analizzarli con
il pelo sullo stomaco, a volte assomigliano a nicchie di potere più che a scuole di pensiero. Curioso destino. La Dc
rappresentava il massimo della stabilità del sistema, sia pure pagato al prezzo dell’instabilità dei governi: uno
all’anno su per giù. La Dc garantiva il sistema erga omnes purché le sue correnti interne potessero garantirsi a
turno il potere. Dall’ortodossia all’eresia, oggi le scaglie dell’ex Dc si caratterizzano invece per il contributo
all’instabilità. Che funzionino da «cespuglio» del centrosinistra o da addendi del centrodestra, giocano quasi tutto
sul ci sto e non ci sto, per ritagliare spazi di sopravvivenza o di interdizione all’interno dei due Poli. Nel bel mezzo
del maggioritario, riproducono i fasti del proporzionale. Tanto che, probabilmente non a caso, un sacco di storici
esponenti delle piccole Dc – Segni compreso – è presente in Parlamento soltanto grazie al residuo proporzionale
della nuova legge elettorale. Il bello è che, nello stesso giorno in cui si frazionano, le micro Dc annunciano di
volersi riunificare! Non appena Buttiglione ha tenuto a battesimo la sua Cdu (di tedesco ha soltanto la sigla e la
cultura del segretario-filosofo), Casini ha avvertito che mai il suo Ccd si è sentito così pronto all’abbraccio con il
Professore. Il quale continua a evocare anche l’alleanza con Bossi come se in fondo si rivolgesse ad un altro pezzo
di Dc. Forse per riflesso condizionato che viene da molto lontano, da quando dorotei veneti consideravano quelli
dati prima alla Liga poi alla Lega Nord “voti in libera uscita”, pronti a ritornare immancabilmente allo scudo
crociato. Rocco Buttiglione è il più grande attore della politica italiana. Nei panni degli altri non ha rivali; il meglio
di sé lo dà interpretando ora Bossi ora Berlusconi ora D’Alema o Bianco ora Casini o Segni. Per conto terzi, tocca
il massimo della chiarezza, disegnando a ciascuno tempi, strategie, alleanze. Non sarebbe da stupirsi se un giorno
o l’altro svelasse a Berlusconi che la Cdu sta per Centro Destra Unificato: anche nelle piccole Dc da 3% sopravvive
mal represso l’istinto alla centralità. Il centro del Centro resta il sogno democristiano del Professore. Che i suoi
abbiano calorosamente applaudito Giulio Andreotti, può sorprendere solo i distratti. I Padri Fondatori restano tali
anche se inquisiti. Una volta entrati, non si esce dalla storia per colpa della cronaca nera.

24 luglio 1995