1995 luglio 23 – E come evitare gli scaffali…
1995 luglio 23 – E come evitare gli scaffali…
Caro Presidente,
tu  certamente ricordi meglio di  me cosa fece De  Gaulle per fondare la Quinta Repubblica dopo il
fallimento della Quarta, iperparlamentare e iperpartitica. Prese uno stuolo di costituzionalisti, elencò
i mali che intendeva evitare per il futuro della Francia e pretese che gli consegnassero a tempo di
record la nuova Costituzione. 
Noi non solo non abbiamo un De Gaulle, garante della rivoluzione legale, ma siamo a corto sia di
ceto  politico  che  di  cultura  istituzionale.  Se  non  ci  diamo  una  scossa,  temo  che  prevarrà
l’improvvisazione o, come scrivi tu, il “piccolo cabotaggio”: da cittadino, ne provo nausea. 
Non ho certezze e mi rendo conto che nulla sarà facile, ma credo che l’Assemblea Costituente – eletta
con l’unico scopo di rifare la Costituzione – possa rappresentare la scossa. Da anni pratichiamo viuzze
pensando, da furbi, che la scorciatoia sia un’arte. Al contrario, l’Italia ha  bisogno di  imboccare la
strada maestra. 
Non voglio assolutamente sottovalutare la tua proposta, che prevede alla fine il referendum popolare
come già accadde in Francia e in Spagna. Anzi, da anni il nostro giornale dà voce a tutti i tentativi di
far lievitare le Riforme che trovano un terreno di coltura ideale nel Nordest: basti pensare alla Lega
Nord  e  all’avanguardia  rappresentata  da  Cacciari  per  l’intera  sinistra  italiana,  fino  alla  coraggiosa
iniziativa di questi giorni che vede il presidente della Regione Veneto Galan, spingere Forza Italia ad
una radicale scelta federalista. 
Il fatto è che mi vengono i brividi quando sento parlare di Commissioni parlamentari. Il povero Bozzi
ci lavorò dal 1983 al 1985, finendo dritto negli scaffali! 
Se non vogliamo che una cosa seria come il presidenzialismo o il premierismo diventino balconata di
potere,  caricatura  plebiscitaria  indegna  di  un  Paese  che  si  proclama  di  colpo  “liberale”,  è
indispensabile pensarli assieme al federalismo, riforma delle riforme, pietra miliare perché tocca in
profondità lo Stato non la scorza del potere. 
Altro che par condicio, questa sarà a battaglia decisiva, la sola che permetterà poi di governare come
si deve al tuo Polo o all’altro. A patto di vincerla…