1995 luglio 20 Dura, sana violenza istituzionale

1995 luglio 20 – Dura, sana violenza istituzionale

Bravo Galan ! Quando ho sentito il neopresidente della regione Veneto definirsi pubblicamente un
ex-moderato, un ex-gradualista, anzi un “estremista” del federalismo, ho capito che – forse – sta
accadendo qualcosa che da anni questo giornale si augura. Per il bene dell’Italia, non del solo Veneto
o del Nordest.

Galan ripete l’esperienza di Cacciari. Alla guida di un Comune o di una Regione, chiunque abbia
voglia di governare si scontra con una realtà talmente opaca da vanificare ogni buona intenzione, di
destra o di sinistra non fa alcuna differenza. Cacciari la chiamò palude burocratica, Galan la definisce
“il meccanismo”, noi la indichiamo da sempre come “macchina”: la macchina che stritola gli eletti
chiamati a far funzionare l’amministrazione.

Il giorno del suo insediamento, chiedemmo al neo presidente di trasformare il Veneto in avamposto
del federalismo. Inutile nascondere che accogliamo con estremo favore l’annuncio di una proposta di
legge statale, su iniziativa del consiglio regionale, per sostituire l’articolo 70 della Costituzione.

In pratica, una rivoluzione nel potere di fare leggi. Allo Stato resterebbero le grandi materie unitarie,
quelle che nel Risorgimento si riferivano alla “bandiera”, alla “moneta”, alla “spada” e alla “toga”,
per riservare tutto il resto alle Regioni.

La morale è questa. I piccoli passi non servono più, i tavoli sono patetici, si faccia il federalismo che
tutti asseriscono di voler attuare.

Questa pressione forte, dura, di sana violenza istituzionale, non può che essere imposta dalle aree che,
proprio perché più forti e ricche, hanno più doveri nazionali ma che, per paradosso, pagano il doppio
il disservizio dello Stato. Sindaci del Sud (a Salerno) e imprenditori del Sud (a Crotone) hanno
finalmente intuito che la riforma dello Stato non è affatto contro il Sud ma rappresenta anzi l’unica
strada seria per tenere insieme l’Italia. Federarla per conservarla unita, come anche la Lega Nord sa.

A noi interessa meno di zero quale sia il colore politico di chi lavora per questo traguardo. La seconda
Costituzione della Repubblica viene prima della politica, conta solo il fine.