1992 ottobre 24 Altro che squadrismo

1992 ottobre 24 – Altro che squadrismo

E’ un altro formidabile segnale: 33 alti magistrati della Corte di Cassazione hanno rinunciato a “una
interpretazione della norma nel senso della sua letterale dizione”. In parole povere, non se la sono
sentita di sacrificare a una lettura cavillosa della legge il diritto fondamentale del cittadino di far
valere la sua volontà con i referendum.
Via pare poco? La partitocrazia detesta i referendum; ha fatto e farebbe carte false pur di evitarli. Le
resistenze sono sempre state enormi.
Abbiamo buona memoria. Esattamente un anno fa, Guido Bodrato, allora ministro dell’industria, una
delle teste pensanti della dc, sosteneva la seguente tesi; “Chi appoggia la strategia dei referendum
porta acqua al leghismo, opera una sorta di squadrismo verbale”. E all’inizio di quest’anno l’organo
della Dc, “Il Popolo”, ironizzava sul presunto leninismo dei “nostri animosi referendari”, colpevoli a
suo dire di seminare “l’antipartitismo”.
Quanto disinformazione. I referendum non puntano a chiudere il Parlamento ponendo fine alla
democrazia rappresentativa. Al contrario, reagiscono alla confisca del Parlamento da parte delle
segreterie e dalle cosche di partito.
Se le pretendono da Craxi e dallo stesso Occhetto, gli italiani non vedranno riforme ancora per un
pezzo. Anche il tentativo di Martinazzoli di raddrizzare la baracca Dc è quasi fuori tempo massimo.
I Referendum sono la risposta alla palude parlamentare; risollevano la bandiera della politica e della
responsabilità; indicano tra i firmatari un gran numero di giovani e di donne non più disposti a stare
a guardare affidandosi mani e piedi a Bossi.
I tredici referendum o sbaraccano pezzi di sottopotere o spianano strade nuove. Li usiamo per
legittima difesa.