1989 giugno 12 Altro che retorica europea

1989 giugno 12 – Altro che retorica europea
La Giustizia si ferma quarantotto ore. Per la prima volta giudici e avvocati paralizzano uno dei tre
Poteri sui quali si regge lo Stato moderno: usano un’arma impropria, lo sciopero, ma è l’unica cui
possono ricorrere per tentare di infrangere l’imprevidenza dei Governi. A quattro mesi dall’entrata in
vigore del nuovo codice di procedura penale, in pratica alla vigilia di una vera e propria rivoluzione del
processo, nessuno dei cronici problemi è stato risolto. La Giustizia italiana lamenta carenze di strutture,
di organici, di strumenti, di tecnologia: si vede chiamata a modernizzare il rapporto tra legge e cittadini,
senza che lo Stato fornisca con precedenza assoluta tutti i mezzi necessari. Si è fatto il referendum per
una “giustizia più giusta”, quasi scambiando i giudici per imputati; non si è mai provveduto a chiarire
che, nel pretendere dai magistrati il massimo delle garanzie per il cittadino, bisogna favorirne a tutti i
costi l’efficienza. Non basta cambiare con ritardo i codici se in ritardo rimane tutto il resto. Quando si
denuncia la scandalosa, iniqua lentezza della grande Giustizia italiana, quanti si prendono la briga di
verificare le ragioni di tanta arretratezza? Questo Stato ha investito pochissimo in uno dei settori che,
assieme alla scuola, più qualificano la società civile; ha chiesto al potere giudiziario di risolvere quasi
da solo problemi sempre più complessi e drammatici. Peggio, gli ha consentito a volte una funzione di
vera e propria supplenza: dove era più vistosa la latitanza dell’azione di governo, più si insinuava la
tentazione di governare per sentenze. Sta qui anche il pericolo, mai scongiurato, della politicizzazione
dei giudici. Lo sciopero di magistrati e avvocati mette a nudo, a una settimana dalle elezioni europee,
quanta strada separi ancora l’Italia dall’Europa. Altro che retorica del 1993: la forbice tra i servizi
gestiti da questo Stato e il patrimonio di iniziativa che gli italiani continuano a mettergli a disposizione
si allarga sempre di più. E quando persino la Giustizia è costretta a chiudere i battenti per disperazione,
significa che restano oramai pochi alibi da spendere. È meglio, molto meglio, che il voto di domenica
sia diventato politico: senza il ritorno della vera Politica non metteremo mai davvero piede in Europa.
12 giugno 1989