1983 settembre 26 – Edinho annulla Zico. È subito Roma – Juve

1983 settembre 26 – Edinho annulla Zico. È subito Roma – Juve

Due mesi fa l’Inter era la squadra destinata a sfidare Roma e Juve per lo scudetto 1984. A fine
settembre, dopo 270 minuti di campionato, ha un solo punto in classifica, un solo gol fatto e un
qualcosa di pateticamente inesprimibile che la circonda. Fraizzoli aspetta Radice, Radice aspetta i
giocatori, questi aspettano il gioco, il gioco attende i gol: la sciarada nerazzurra è un placido fiume
che non dà punti.

Sandro Mazzola sostiene che l’Azienda-Inter funziona e che a preoccupare è soltanto la squadra.
Nel calcio che sta vivendo la sua rivoluzione industriale (svincolo, sponsor, pubblicità, legge 91) è
già qualcosa poter contare su un buon bilancio. Ma ieri sera, fuori di San Siro, la gente continuava a
gridare “Radice vattene al Milan”.

Il pubblico non sa più con chi prendersela. Gigi Radice sembra impegnato più ad allenare sé stesso
che l’Inter; deve ritirarsi fuori da anni di precarietà, il Milan, il Bologna, il Bari. Quel memorabile
scudetto del 1976 con il Torino è un bagliore distante, che a questo punto deve pesare più che
confortare.

Fuori di Coppa Italia, battuta dai turchi all’esordio di Coppa Uefa, già distaccata di 5 punti dalla
Roma, l’Inter ha sulla carta buoni giocatori, eppure non riesce ad esprimere un’ambizione. Vista ieri
con il Torino mi è parsa una squadra in aspettativa.

Non ha atmosfera, e probabilmente non sta facendo tutto il necessario per mantenerla. Faccio
l’esempio del belga Coeck, giocatore molto importante, un campione. Va in Belgio la scorsa
settimana per un impegno con la sua Nazionale e deve rientrare a Milano giovedì. Patti chiari,
invece ritorna con ventiquattro ore di ritardo, senza preavvertire nessuno. Quando si scusa dice:
“Sono stato dal dentista e non avevo il numero di telefono per avvertire”. Pensa te, l’Inter abbozza e
lo manda in campo per quello che può durare, 65 minuti. A gioco lungo, non sarebbero stati più utili
un milione di multa e l’esclusione di squadra? Con un Marini o un Pasinato l’Inter avrebbe fatto lo
stesso 0-0 ma probabilmente avrebbe ottenuto qualcosa di non trascurabile in spogliatoio. È dai
campioni, senza privilegi, che si cominciano ad aggiustare o a guastare le squadre.

La Roma e la Juve stanno già dove si sospettava, ai primi due posti, come richiede la scenografia
del duello in atto ormai da tre anni. La Roma è un’entità stabile, arricchita da Cerezo, piazzista
naturale di gioco, ed è difficile immaginare che ceda. Con Liedholm resuscitano anche gli scarti
altrui, vedi Vincenzi e Maldera, degli ex Milan ieri inarrestabili in gol. Ci sono tutte le premesse
perché la Roma si irrobustisca ulteriormente in personalità, tant’è vero che Liedholm ritiene di
dover presentarla davvero “grande”

Di schianto il collegamento con Roma e Juve è stata la Udinese. Dico di schianto perché non è mica
regolare che Edinho perda la memoria della porta e metta dentro nella sua un pallonetto da
antologia, quando il pareggio di Avellino avrebbe consentito di mantenere una grande andatura (non
fece anche la Juve 0-0 a Pisa, una settimana fa?).

Impressione personale è che l’Udinese abbia qualche problemino in difesa, come m’era parso pur
vincendo contro il Catania. A botta calda il test non mancherà: domenica allo stadio Friuli il calcio
triveneto avrà il suo derby. Udinese e Verona, entrambe a 4 punti, hanno molto da mostrare: più
classe l’Udinese, più geometria il Verona.

Se mercoledì, in Coppa Uefa a Belgrado, Bagnoli non pagherà eccessivo pedaggio alla gloria
europea, per Enzo Ferrari sarà la domenica del check up: la prima volta per dare vero peso
all’Udinese di Zico.