1983 Marzo 14 Roma-Juve meno 7

1983 Marzo 14 – Roma – Juve meno 7 L’avventura continua

Il derby tra veneto e Friuli si è astenuto, garbatamente consentendo a 35 mila spettatori di gustare
via- radio il botta e risposta della scudetto fra Roma e Juve. Avendo vinto entrambe, il tempo ha
lavorato per la Roma, che amministra tre punti in più a 7 partite dalla chiusura.
E’stato tutto molto pari, ieri. I due gol della Roma a Pisa sono i quattro della Juve a Torino, una
stessa dimostrazione di salute, la capacità di non farsi turbare dalle atmosfere anche se, soprattutto
nel caso della Juve, fra due giorni tornano in campo le Coppe europee, con i loro carichi di rischi e
di acido lattico.
La Roma ha un unico leader in Falcao, celebrale goleador oltre che dosatore di schemi. Lo scudetto
1983 transita molto sui piedi degli assi stranieri, compreso Michel Platini, un destro che non
sarebbe irriverente esporre in calco a Louvre.
Mi raccontava tempo fa un giornalista francese che “Platini non è poi nato per il calcio”, essendone
soltanto un sacerdote dello stile, refrattario al fremere di muscoli e al tumulto di passioni così poco
parigine. Insomma, il Platini Rivera d’altri tempi, con in più una dose di tutto francese fastidio
verso la petulanza dei doveri convenzionali.
No, Platini è nato per il calcio o meglio, il calcio è nato per Platini. Basta un importato come lui per
garantire l’utilità della libera circolazione di uomini e beni in Europa. E nel caso specifico della
Juve, basta questo Platini a non far morire il campionato.
Lo avevamo visto a Roma inventare l’1-1 e donare a Brio il 2-1. Lo si è rivisto ieri due volte in gol,
con un’ultima esecuzione che lo cataloga tra i pezzi di bravura degli anni ’80. Quel destro sparato in
rete come un sottile bagliore sull’erba ha fatto pari con la perla di Gaetano Scirea, lombardo del
lungo Naviglio, piede e tocco della stessa famiglia di Platini.
Da Falcao al grande Michel, lo scudetto 1983 prende una bellissima piega che ci ripaga di una
settimana di imbecillità, tutte volte a convincerci che l’unico dramma della Roma sono i romanisti.
Senza cortigiani, addetti stampa e dirigenti, la Roma di Liedholm avrebbe già vinto lo scudetto e,
soprattutto, non pagherebbe avversioni ampiamente meritate dall’ambiente, non dalla squadra.
Il campionato stringe e tutto continua a interessare, senza zone stanche. Il lampo di Platini è servito
anche come messaggio augurale all’Avvocato Agnelli: con questa Juve un by-pass coronarico
s’innesta meglio. Parola di Michel, acquisto privato del Presidente Fiat.