1980 Olimpiade di Mosca. Oliva in finale

1980 Olimpiadi Mosca [Oliva in finale]

Dall’inviato
MOSCA — Aveva cominciato a tirare pugni con gli amici, anni fa sulla spiaggia di Mergellina, ora
è finalista olimpico, categoria superleggeri: Patrizio Oliva l’argento ce l’ha già e può vincere l’oro.
Sabato sera avrà di fronte il sovietico Serik Konambaev, favorito ieri da un verdetto patriottico,
dopo essere andato giù contro il cubano Aguilar.

Oliva ha vinto il suo match 5 a 0, con tutti i giudici unanimi nell’attribuirgli le tre riprese.
Anthony Willis, guardia destra, poco mobile di gambe e assai svelto di sinistro, ha concesso a Oliva
il tipo di combattimento che lui predilige: non di forza bruta, ma di scherma, a riflessi prontissimi.
Vado a trovarlo nel sotterraneo subito dopo. Sta ancora sotto la doccia, mentre lo avvertono di
presentarsi all’antidoping. Ha un tifoso personale di largo prestigio, Roberto Duque, presidente della
Federazione spagnola di boxe che, entrando nella saletta riservata, lo abbraccia calorosamente:
« Ningun problema, Patricio, bravo campione. Se non te la danno qui a Mosca, la compero io la
medaglia di oro per te ».

E’ espansivo come se Oliva fosse nato a Madrid gli appartenesse: « E’ il miglior pugile visto qui,

non può perdere », conclude Duque.

— Hai preso un brutto colpo alla prima ripresa, ricordo a Oliva, un po’ arrossato sopra lo zigomo

« Sì, un bel diretto sinistro, qui al cuore. Mi ha fatto male », risponde portandosi la mano sul

— Sembra che la prima sia sempre la tua ripresa scabrosa. Tardi a prendere scioltezza.
« Sì, faccio fatica a inquadrare subito l’avversario, debbo prima prendergli le misure. Purtroppo è

sinistro.

petto.

vero ».

— Poi, ha avuto un altro colpo duro alla seconda se non sbaglio.
« Un destro d’incontro buono, ma poi basta, quei due colpi e niente più ».
— Un inglese lineare, Willis.
« Ha un bell’occhio, un occhio eccezionale, da vero tempista perché tiene il corpo tutto arretrato

e riesce ad uscire dai colpi con grande dinamismo, una guardia destra molto bella ».

— Dire che sei soddisfatto è scoprire l’acqua calda…
« Ma vi pensate?, mi trovo in finale all’olimpiade! Sapete cosa significa per me, per casa mia, io
sono di Poggioreale, via Statera, ricordatevi di scrivere proprio via Statera e, vi domando un altro
piacere, scrivete anche che lavoro al Banco di Calabria, che magari con nu’ poca di pubblicità mi
danno quale permesso in più per allenarmi ».

— Sei impiegato all’ufficio corrispondenza della banca. Con questo argento e forse con l’oro,

sarai il postino di te stesso, la gente ti scriverà…

« Sono contentissimo, fantastico ».
Aveva battuto Rusevski con un match di potenza; ieri sera ha liquidato Willis con un match
intelligente, facendo ricorso a tutte le sue risorse tecniche. Se contro Rusevski ha rischiato di
perdere e ha goduto di un verdetto in parte benevolo, contro Willis non ha lasciato la minima
perplessità. Meglio attrezzato nell’allungo, superiore nella varietà dei colpi e nella precisione, Oliva
è stato padrone del ring.

A mezzo minuto dalla fine, l’arbitro ha contato l’inglese, confermando la tenuta di Oliva, sempre

espressosi in crescendo atletico.

L’ultimo ostacolo è Konambaev, un siberiano che Oliva conosce già. Un avversario largamente
favorito dai giudici in semifinale e che porta addosso i segni di un combattimento moto duro con il
cubano Aguilar, che lo ha messo giù alla prima ripresa e quasi lo ha portato ad un secondo knock-
down.

In un match fra ventunenni, la classe di Oliva e una maggiore freschezza basteranno a battere
l’ambiente? E’ il vero interrogativo di una finale che riporta interesse attorno ad uno sport in crisi
nera in Italia.