2004 maggio 24 Trulli

2004 maggio 24 – Formula Uno

Mai divertito tanto. Da anni non si vedeva in formula uno una corsa così simpatica, sorprendente,
cardiaca, umana, fracassona e scombussolata, con metà macchine da rottamare o quasi e l’altra metà
a filare nel vento di Jarno Trulli, 30 anni, che sulle strade dei principi Grimaldi ha guidato con tanta
familiarità da sembrare a spasso nel suo Abruzzo. Il pilota giusto nel posto giusto: ”Bisogna
riconoscere – diceva già ai suoi tempi Enzo Ferrari – che il circuito di Montecarlo é la vetrina
d’Europa.”
Incredibile ma vero, questo é l’unico circuito al mondo in cui la guida degli assi sembra in qualche
modo assomigliare alla nostra di comunissimi automobilisti di strada! Perché si corre in città, su
strade di città, su un tracciato normalmente urbano, lungo un percorso fatto per chi ci abita, nello
staterello più densamente popolato e più verticalmente cementificato del continente, che ha la stessa
popolazione di Castelfranco Veneto (poco sopra i trentamila abitanti) e un territorio che non arriva a
due chilometri quadrati. Soltanto lo Stato del Vaticano é più minuscolo.
Come correre in un salottino, un privé in mondovisione. Con i rischi supplementari sperimentati da
Alonso o da Fisichella sulla lama del guard rail..
Bella, ammirata e usata. Montecarlo se la spassa benone con i suoi affari e il marketing delle
principesse, i vip e le banche di bocca buona, il fisco gentile e gli spericolati circuiti di denaro non
proprio candido, il turismo da panfilo e il Casinò con sfilze di Ferrari di serie parcheggiate davanti
come biglietto da visita.
Ma sta vivendo una congiuntura spettacolare anche nello sport: alla nobile vetrina della formula uno
si é ora aggiunto il calcio più selettivo. Dopodomani sera la squadra del principato, il Monaco,
giocherà la finale europea di Champions League contro il Porto, roba impensabile soltanto qualche
annetto fa.
In questo strano posto dove tutto nasce o diventa eccessivo, la formula uno ne ha combinate ieri di
ogni colore, compreso l’incidente di Schumacher. Una scenetta divertente, a guardar bene spassosa,
che mi ha ricordato il nostro traffico quotidiano o un bello stop che diventa rosso troppo in fretta,
provocando la frenata brusca, il bel segno nero della gomma inchiodata sull’asfalto, la mancata
distanza di sicurezza, l’inevitabile tamponamento, i reciproci vaff che si sprecano dopo nel nome
della colpa sempre altrui.
Sotto il tunnel, e nonostante la corsa rallentata dagli organizzatori dopo un incidente, é capitato
proprio questo. Un quadretto da Polstrada o da vigili urbani, non un incidente da superuomini
concentrati come robot e con supermacchine che fanno tecnologicamente quasi tutto da sole. La
sporcizia dell’asfalto e l’oscurità del tunnel hanno fatto il resto, senza bisogno di star lì a spaccare il
centimetro in quattro con la patetica telenovela di Schumacher & di Montoya.
Ho sentito dire in televisione dal conduttore del dopo-corsa che “tutto sommato” Trulli ha vinto con
merito. Ma quale “tutto sommato” del cavolo! Il pilota ha dominato le prove, fatto record sul giro,
guidato da Dio e vinto entrando per più di una ragione negli annali di Montecarlo e
dell’automobilismo italiano.
La Ferrari e Schumacher sono i più forti di tutti. Tutto sommato non hanno affatto bisogno che, per
spiegare una sconfitta, si usino i violini non i Trulli.