2004 luglio 31 Kerry

2004 luglio 31

Quindici milioni di italiani sono in giro e, forse, con loro si sta spostando più tranquillamente anche
qualcuno che non cerca le Alpi o Grado e Jesolo ma una vacanza molto particolare, la “jihad”, la
guerra santa d’importazione e/o allevata in casa. Ad attestarlo non é uno dei tanti sondaggi sotto
l’ombrellone né il generico allarmismo.
No, no, lo ha appena certificato in parlamento il rapporto che ogni sei mesi viene aggiornato dai
nostri servizi segreti. Il terrorismo islamico cresce, costantemente. Dall’Italia può ordinare al
supermercato di Bin Laden un suicida pronta consegna oppure, come già accaduto, inviare da
Milano a Madrid uno stragista di treni. Non manca niente all’import-export della morte.
Il Made in Italy offre a detta degli stessi terroristi un territorio “spendibile” , un obbiettivo di
“opportunità” , un “target primario” cioè un bersaglio di grande effetto propagandistico e
giornalistico. Più della stessa Spagna, il Bel Paese ha immagine, si presta come moltiplicatore di
choc, accoglie in alta e bassa stagione anche il turismo dei terroristi.
Usando il metro della loro violenza mirata, l’Italia appare uno spot a costo zero e un magnifico
palcoscenico. E’ bella, bellissima, unica con il suo David di Donatello, la Pietà di Michelangelo, il
Cenacolo di Leonardo, piazza San Marco, il Duomo di Milano, e con un’infinita galleria di
meraviglie grandi e piccole che il mondo vuole vedere di persona e che spesso sente come sue.
Adesso scopre di ispirare invece la più macabra bellezza, rappresentando sulla carta una possibile
sanguinosa esercitazione del radicalismo anti-occidentale.Ai nostri 007 risulta così, senza contare i
continui messaggi di minaccia attraverso Internet.
L’Italia è comoda, a poche miglia dal Nord-Africa. Mezza immersa nel Mediterraneo, ne condivide
da sempre la caotica evoluzione. Qui l’Italia, più che un Paese, é una sponda, una cerniera di
antiche civiltà e di attualissimi incubi.
E’ anche la sponda dove comincia e finisce l’Europa delle democrazie liberali, del benessere per
tutti come aspirazione sociale, della donna laicamente protagonista e dei “valori femminili” della
Chiesa, della tradizionale alleanza con gli Stati Uniti, del fanatismo temuto più del cancro.
L’Europa che in Roma ha il “centro” delle sue radici cristiane.
Il terrorismo che avrebbe presto nel mirino l’Italia non é nato ieri; manda segnali da tempo.
“Sgozzeremo anche gli italiani”, urlò in un video sequestrato il capo algerino di una cellula
islamica. E un altro, come ricorda la “Stampa”, fece questa precisazione:”Noi siamo tanti come
l’aria che loro respirano.”
E’ già capitato di dover chiudere lo spazio aereo della capitale. I servizi segreti ci mettono in
guardia. Il ministro degli Interni ha di frequente evocato il pericolo. Le unità anti-terrorismo si sono
irrobustite e fanno più uso preventivo dell’informatica.
Ma l’opinione pubblica tende a rimuovere la paura, con una reazione molto umana, usando il non-
pensarci sopra come arma difensiva di giornata.”Il peggio viene sempre verso di noi”, sostiene
l’intellettuale spagnolo Fernando Savater. La paura fa paura.
Il “peggio” dell’oggi é il terrorismo che fomenta con ogni mezzo, dalla religione al massacro, lo
“scontro di civiltà”. Contro questo nemico nessuno può farcela da solo, nemmeno gli Stati Uniti,
tanto meno l’Europa, figuriamoci l’Italia testa di ponte nel mare più insidioso del mondo.
Se Wall Street condiziona tutte le Borse del mondo e se l’economia europea ha più che mai bisogno
della locomotiva americana, a maggior ragione la minaccia del terrorismo islamico senza frontiere
obbliga a guardare con il massimo dell’attenzione alle elezioni Usa tra il repubblicano Bush e il
democratico Kerry. Gli americani sono bipolari da 150 anni; organizzano spettacolari Convention
che gli europei non capiranno mai; scelgono gli opposti candidati alla Casa Bianca attraverso le
cosiddette primarie che in Italia diventerebbero subito una pantomima dei partiti.Questa é tutta cosa
loro, che sarebbe patetico tentare di trapiantare in questa Italia di tribù politiche in ordine sparso.
Sul terrorismo abbiamo invece molto da imparare, e dall’altro ieri ne sappiamo anche di più. Oltre
all’America di George Bush, ora si conosce nero su bianco l’eventuale America di John Kerry il

quale, rivolto all’organizzazione di Bin Laden, ha detto tra le ovazioni:”Vi annienteremo.” E ha
promesso più forze speciali, più soldati, armi ancora più moderne dopo essersi presentato ai suoi
elettori con il saluto militare da ex tenente in Vietnam, circondato da reduci e con una dozzina di ex
generali a più stelle per consiglieri.
Repubblicana o democratica, questa sarà l’America contro il terrorismo. In attesa che l’Europa batta
un colpo, l’Italia mediterranea almeno questo sa già: la lunga paura si affronta assieme a chi parla
chiaro e ci prova.