2003 aprile 4 Rumiz

2003 Aprile 4 – Paolo Rumiz

In fondo,“E’ Oriente” potrebbe portare anche la firma della nonna dell’autore, che la ricorda
orgogliosamente asburgica. Triestina nata sotto l’Austria-Ungheria, gli preparava dolci bosniaci e
gli raccontava fin da bambino storie di un mondo di infiniti intrecci e di confini cattivi, etnico e
multi cosmopolita, di un primitivismo tragico e allo stesso tempo accogliente. Lo stesso mondo che
Paolo Rumiz perlustra oramai fin dai primi segni di Gorbaciov, il riunificatore l’Europa.
L’Oriente di Rumiz si muove lento con la chiatta sul Danubio scoprendo che “ qui il tempo ha
un’altra dimensione”. Altra idea del morire e dell’esistere, un altrove fra brume, tramonti, silenzi e
vita semplice, “in bianco e nero”, ma piena zeppa di confuso domani europeo, come quel vecchio
kosovaro di nome Orhan che parla nove lingue, turco, rumeno, serbo, albanese, russo, slovacco,
arabo, inglese e olandese.
Questo Oriente è geneticamente Europa, il suo Est del sole, attestato per sempre dalla storia dei
popoli anche se a lungo separato dalla cronaca degli stati. Oriente delle culture che nascono e ri-
nascono da Berlino a Kiev fino a Bisanzio, alias Costantinopoli, alias Istanbul, mutante simbolo
della persistenza. Soltanto chi sa trovare Bisanzio – è la temeraria scommessa del libro di Rumiz –
finirebbe per capire anche Baghdad.
Ma se la fretta dell’Occidente impedisse ancora di leggere l’Oriente europeo che abita tra noi e con
noi, oggi vicinissimo più che mai, sarebbe a maggior ragione impossibile decifrare gli altri Orienti,
il medio, l’estremo, i luoghi e gli spazi che in pace come in guerra hanno colto impreparati tanti
strateghi, a cominciare dagli americani.
Forse, se non è già troppo tardi, l’unico antidoto allo scontro di civiltà resta la civiltà dei ponti. Non
a caso, il lento viaggio di Rumiz, fluviale, in bicicletta o nella seconda classe di un treno, sceglie per
metafora dell’Europa ferita l’antico ponte di Mostar, abbattuto dieci anni fa dai croati soltanto
perché emblema ottomano in Bosnia, monumento all’unità degli ovest e degli est del continente.
Chi cerca un instant-book eviti rigorosamente “E’ Oriente”. Il carovaniere Paolo Rumiz
accompagna solo viaggiatori spaziosi e pazienti.