2001 Febbraio 16 Timisoara

2001 Febbraio 16 – Timisoara

L’hanno fondata i romani, adesso è veneta. Non sto scherzando, e la lingua più diffusa è il dialetto
trevisano, a Timisoara, una Gorizia un pò più lontana, la parte di Romania più vicina a noi.

Ha più di trecentomila abitanti Timisoara, supergiù come Venezia, ed è stata nell’ottocento la prima
città europea a usare l’elettricità per l’illuminazione pubblica. E’anche la città da cui è partita la
rivoluzione che ha cacciato Ceausescu nel 1989: la fine del comunismo fu urlata da un balcone del
teatro dell’Opera.

Fra una settimana, nello stesso teatro, più di trecento imprenditori inaugureranno l’anno produttivo
2001 di Unindustria Treviso, che ha organizzato i charter e tutto quel che serve. Ma Unindustria è
impazzita?

NO, non credo proprio. Il fatto è che in Romania sono davvero operative circa quattromila aziende
del Nordest, mille della sola provincia di Treviso, mentre si calcola che le aziende italiane nel loro
assieme abbiano creato un mezzo milione di posti e/o occasioni di lavoro.

Se non è anno produttivo questo. Il primo “delocalizzato” della storia del capitalismo, a conferma che
il Veneto delle imprese resta rapido di riflessi.

Si delocalizza la dove mezzo secolo di comunismo ha fatto tabula rasa, in paesi dove il reddito medio
pro capite è di 1500 dollari all’anno. Una miseria, in un ambito industriale degradato, con guasti
ambientali che soltanto l’occidente può contribuire a bonificare.

Dagli economisti alla Caritas, tutti predicano da tempo che il solo serio rimedio all’immigrazione
forzata è l’esportazione di sviluppo nei paesi in crisi.

Ecco, la delocalizzazione in Romania contribuisce proprio a questo, anche se la prima spinta è
tutt’altro che evangelica.

Chi delocalizza cerca un sacco di cose. Salari più bassi, innanzitutto, ma anche espansione, sfida,
mercato, irrobustimento del cuore degli affari. Soltanto i sepolcri imbiancati fingono di ignorare che
l’economia non è poetica, soprattutto nelle fasi di pauroso cambiamento. (E che, semmai, il massimo
del cinismo abita tra l’aristocrazia e la finanza).

Se il presidente della banca Veneta considera la Romania “la ottava provincia veneta” e se trecento
imprenditori trevigiani volano a Timisoara per la loro assemblea, a mio parere vuol dire che il Far
West della delocalizzazione è già alle spalle.

Il capitalismo dell’uomo qualunque ha sempre lo stesso destino: prima va e fa, poi ragione e sistema.
Lo assolve il lavoro, se non l’innocenza.