2001 Aprile 21 – La citazione

Federico Rampini da “New Economy”, editori Laterza.

“Malgrado le difficoltà, l’America ha accolto nell’ultimo decennio una quantità impressionante di
immigrati: un milione ogni anno, di cui circa settecentomila legali e trecentomila clandestini. Gli anni
novanta hanno registrato un afflusso inaudito, il più alto ingresso di stranieri mai avvenuto nella storia
degli Stati Uniti. Se ai nuovi ingressi si aggiungono i figli che questi immigrati hanno avuto in
America, dal 1990 al 1999 il numero di stranieri è salito da sei a venticinque milioni: un’invasione di
proporzioni bibliche.

E’ stato superato perfino il livello di immigrazione record che ci fu tra il 1900 e il 1920, quando
l’America era ancora un paese relativamente disabitati e bisognoso di forza lavoro per sviluppare
un’industria di massa. Oggi la quota di popolazione straniera negli Stati Uniti oltrepassa
abbondantemente il 10 per cento degli abitanti; in proporzione, è il doppio dell’Europa, il triplo
rispetto all’Italia.

E’ impossibile non cogliere lo strettissimo legame che c’è fra questa ondata migratoria e il
contemporaneo boom dell’economia americana. Anche nell’era delle tecnologie avanzate si conferma
l’antica visione degli economisti classici: la popolazione è una fondamentale ricchezza produttiva.
L’Europa dell’invecchiamento demografico e della denatalità non ha avuto il ritmo di sviluppo di
un’America che si annetteva continuamente nuovi abitanti”.