1996 maggio 17 E il vecchio Rossi abbandona Bossi per secessionismo

1996 maggio 17 E il vecchio Rossi abbandona Bossi per secessionismo

Il Nordest è scomodo, questa la faccenda. Incredibile ma vero, lo è addirittura per sè stesso, con un
moto riformista ora non più arrestabile pena la frustrazione di massa.
Dopo il grande sonno doroteo, la storia di quest’area e la sua economia hanno preso a correre come
lepri verso l’Europa. A questo punto, il Nordest non può reclamare semplicemente risposte altrui;
dovrà anche darsele.
La frammentazione del suo modello rappresenta una ricchezza e, insieme, un limite. Ci sono Comuni
che non riescono a mettersi d’accordo neppure su un cavalcavia. C’è un sistema bancario che
raccoglie quantità enormi di denaro lasciandolo poi investire secondo le strategie finanziarie di
Francoforte, Milano o Roma. Nonostante i progressi, il patto tra categorie produttive fatica a saldarsi
con sindaci e parlamentari nel proporre una svolta al nostro Paese.
Il Nordest è scomodo perché senza schemi fissi e senza centro. Lo è anche culturalmente (visto da
Roma) e persino all’interno del movimento federalista (visto da Milano).
Umberto Bossi ha capito benissimo che il Nordest esiste, con la sua specialità socio-economica.
Perciò lo teme come la peste, sentendo che il baricentro elettorale del Nord – soprattutto leghista –
sta scivolando verso est, con tutto ciò che questo può significare sia in quantità (di potere) sia di
qualità (di proposta).
Il leader della Lega contesta l’idea stessa di Nordest, nel nome dell’”unità del Nord” per il federalismo
a vantaggio dell’intero Paese; altra cosa, nemmeno parente della prima, anzi antitetica, sarebbe
l’”unità del Nord” per il secessionismo, ad esclusivo vantaggio di una Padania a regime lumbard.
Ma c’è una questione grande come una casa, a meno che l’agognata seconda Repubblica non intenda
fotocopiare la prima per cinismo.
Particolarmente a Nordest, e senza mai il minimo equivoco, la stragrande maggioranza dei candidati
della Lega ha chiesto agli elettori un voto per il federalismo, non per il secessionismo. Tentazione
quest’ultima impugnata come una mazza soltanto il ventidue aprile, a urne aperte.
Attenzione a imbrogliare il voto, in Italia si vota spesso…