1996 maggio 11 Secessione, una perdita di tempo

1996 maggio 11 – Secessione, una perdita di tempo

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Per gli studiosi e i costituzionalisti il cosiddetto «diritto alla secessione» è sicuramente un bel tema, ma
sul piano politico rappresenta una perdita di tempo. Il problema dell’Italia non consiste nel sapere se ci
si può spaccare in due o in tre con la benedizione dei giuristi: la teoria degli Stati nazionali insegna tutto
e il suo contrario, perché i popoli prima fanno la storia e poi la legittimano a tavolino. Ed è sempre la
teoria di chi vince. Le grandi democrazie europee conoscono a menadito
tormenti
dell’autodeterminazione. La Francia con l’Alsazia, la Gran Bretagna con il Galles e la Scozia, la Spagna
con la Catalogna e i Paesi Baschi, noi stessi con il Sud Tirolo, e gli esempi si potrebbero moltiplicare.
Nemmeno gli accordi di Helsinki sulla sicurezza in Europa sono riusciti ad evitare una dose di ambiguità,
a metà strada tra la sacralità dei confini esistenti e il diritto democratico di ridiscuterli. Non è questo il
punto. La questione è di contenuto, non di forma. Sulla «Stampa» l’ex ambasciatore Sergio Romano ha
definito il nostro «un falso Stato regionale». Questo è il punto, l’architettura dello Stato italiano ha tradito
persino il regionalismo, buttando al vento un oceano di energie territoriali e finendo con lo spegnere
anche il meglio della tradizione municipalistica. Ora l’Italia fa i conti con due fallimenti: del centralismo
e del finto regionalismo. Con questo disastro alle spalle, il federalismo è il contrario del mito e
dell’ideologia; rappresenta molto semplicemente la risposta pragmatica. Cioè rispondere ai fatti con i
fatti, attraverso una nuova organizzazione dello Stato. Più efficiente, meno costosa e, soprattutto, capace
di ricuperare le nuove generazioni a un valore condiviso. Giusto ieri il nuovo consiglio dei ministri
spagnolo ha programmato la ristrutturazione dell’amministrazione pubblica, a cominciare dal taglio di
un terzo degli alti funzionari dei ministeri! Sarà un caso, ma il governo appena insediato a Madrid è frutto
di un accordo con la Catalogna, modello di autonomia costruito passo a passo, con tenacia. Il primato del
territorio, nell’unità.

11 maggio 1996