1995 giugno 28 Dini, libera nos a Mancuso

1995 giugno 28 – Dini, libera nos a Mancuso

Dicono che gli italiani siano stanchi di Tangentopoli, che ne abbiano piene le scatole delle inchieste
giudiziarie. Se così è, saremmo un popolo doppiamente fesso: prima ci lasciamo derubare per anni,
poi ci stanchiamo di fare pulizia. Ma si può?
Nelle pagine interne troverete una notizia come tante, di ordinario saccheggio. Il pm romano Mario
Cordova, che Dio la conservi a lungo al suo posto, è riuscito a scovare in una banca del Liechtenstein
un conto corrente segreto dove l’ex presidente dell’Azienda di Stato di servizi telefonici aveva via
via fatto accantonare cento miliardi di tangenti. Il magistrato ne ha recuperate 32, spera di mettere le
mani su altri 30, ma 40 sono già transitati da grandi aziende a partiti in conto appalti: sui 40 bisogna
mettere una croce sopra.
Una storia infinita. Hanno divorato l’inimmaginabile, e invocano già l’amnistia, il colpo di spugna,
l’oblio.
Prima o poi chiederanno anche i danni per mancato guadagno: Mani Pulite non aveva alcun diritto di
interferire con il loro “sistema”! Se un reato viene elevato a sistema, quale reato è?
Sembra di sognare. Gli italiani si illudono di chiudere le ferite senza penare, guardano alla legalità
come a una seccatura.
Se così non fosse, non avremmo forse tante mafie in circolazione, tante complicità negli apparati,
tanta aggressività nei confronti di Mani Pulite. Troppi tombini si spalancano sotto i piedi dei
magistrati anche perché l’opinione pubblica è già in ferie.
C’entrano poco il garantismo, la sete di giustizia, i diritti violati o gli abusi di toga. Il peggio della
vecchia politica, della prima Repubblica e dello Stato deviato se ne serve fino in fondo per una mera
rivincita di potere.
Ci mancava soltanto un ministro di Grazia e Giustizia come Mancuso, che fa il bis di ispezioni
ministeriali già passate da tempo in archivio per celebrare il suo personalissimo processo a chi ha
processato i predatori pubblici. E’questo che conta, questo lo scandalo, non lo scambio di battute con
Scalfaro.
Se resta Mancuso, sarà come rendere ufficiale che il vero inquisito è oggi chi indaga.