1995 giugno 24 Ma attenti all’effetto narcisista

1995 giugno 24 – Ma attenti all’effetto narcisista

Ci prendevano per i fondelli, noi del Gazzettino, quando puntavamo sull’idea del Nordest. Dicevano che
si trattava di un tentativo di riproporre Venezia come dominante! Amenità provinciali a parte, a meta
degli anni ‘80 una nostra inchiesta – Passaggio a Nordest la titolammo – diventò un libro della casa
editrice Longanesi. Ora il Nordest è la freccia economica d’Italia. Il Veneto, ma con il Friuli-V. G. a
un’incollatura, ha fatto suoi gli indici di produttività, di occupazione, di crescita: un caso europeo, non
più italiano. Bando alla retorica e andiamo al sodo. Veneti e friulani si meritano questo e altro, hanno
sempre sgobbato, nel giro di qualche generazione sono riusciti a passare dalla pellagra al valore aggiunto.
Hanno dovuto anche spaccare il cuore della cultura contadina, ma non a tal punto da disperdere nel
computer quell’antica saggezza, la testardaggine del fare sempre o comunque. Da Wall Street a
Cambridge si studia questo capitalismo alla veneta, diffuso, sociale, medio e piccolo, spesso familiare, a
volte cellulare, di nicchia. L’impresa che si espande invece di concentrarsi; l’economia di mercato come
tecnologia popolare. Il Nordest è un’area metropolitana senza metropoli, senza centro. O, meglio, con un
centro mobile, che rende il sistema di gommapiuma quando arrivano le mazzate della crisi. Lo studio
inglese pubblicato da «L’Espresso» indica nel Veneto il paese più ricco d’Europa. Bene, ma lo è diventato
senza il valore aggiunto dello Stato, senza il federalismo tedesco, senza la finanza olandese, senza gli
standard dei servizi comunitari. L’anomalia non può durare, il miracolo può fermarsi. Se vogliamo che
il Nordest non si chiuda in se stesso, guardando soltanto al suo Nord (tedesco) e al suo Est
(mitteleuropeo); se dovrà anche fare da traino, ha urgenza di investimenti, di servizi, di ricerca. Su 10
mila miliardi di bilancio, la Regione Veneto ne destina alla ricerca uno! Un giorno ci pentiremo di aver
sprecato il sudore, l’abilità, la tenacia di tanta, tanta gente. Perché la crescita duri, bisogna pensarci ora,
subito: l’economia non perdona il narcisismo, nemmeno se meritato.

24 giugno 1995