1994 ottobre 2 Che ci sta a fare il sindacato

1994 ottobre 2 Che ci sta a fare il sindacato

Quando sul tappeto piombano sacrifici, tagli e qualità dello Stato sociale, è chiaro che s’incontra il
sindacato. Sennò che ci starebbe a fare in una democrazia avanzata, in un Paese industrializzato?
Ma in questi giorni sembra che la cosa non sia per niente scontata. Proprio mentre si invocano regole,
responsabilità, trasparenza equità e rigore, il sindacato rischia di passare per una cosa che esiste ma
che sarebbe molto meglio che non esistesse. Insomma un ingombro, senza il quale marceremmo tutti
molto più spediti verso il benessere e la giustizia sociale.
Noi non diciamo che questi sindacati tuttora incapaci di fondersi in u unico soggetto abbiano le carte
in regola (con il passato) e siano davvero all’altezza (del presente). Pagano la rivoluzione del lavoro,
e ciò li scusa almeno in parte, ma anche paurosi ritardi culturali, e di ciò sono al 100% colpevoli.
Ma se è consumata la tecnica dello sciopero che rendeva giulivi i Bertinotti del Medio Evo sindacale,
quanto remota, vecchia e impresentabile è allora l’idea che alla soglia del 2000 il sindacato rappresenti
una perdita di tempo? Anche se il sindacato non ha ancora abbandonato del tutto gli anni Settanta,
quell’idea puzza addirittura di Ottocento, di paternalismo, di padrone delle ferriere. Cela la
convinzione che l’economia e la politica debbano funzionare motu proprio, in totale autonomia.
Non è così, soprattutto nelle società complesse del nostro tempo. Basti pensare che gli studiosi
prevedono, per la fine del secolo, un 9% della forza lavoro impegnata in attività che – sviluppate dalla
tecnologia – oggi in pratica non esistono ancora o sono soltanto allo stato nascente.
Quando tutto cambia a cento all’ora, sarebbe suicida un sindacato conservatore, asserragliato nel suo
orto, senza un ruolo propulsore. Non gli si chieda però di scomparire lasciando che i diritti (soprattutto
i meno tutelati) e i doveri (da distribuire in progressione) diventino una facoltà.
Non esiste capitalismo moderno senza sindacato