1994 dicembre 29 Dire no è facile ma poi…

1994 dicembre 29 Dire no è facile, ma poi…

Dire no a Berlusconi è facile, ma poi? Il dramma delle opposizioni resta sempre lo stesso: il loro
governo sembra un blob, tante cose mixate assieme senza inizio né fine, con frasi intagliate l’una
sull’altra senza l’amalgama di una proposta.
Un blob o l’abito di Arlecchino, o losanghe di ogni colore. Povero presidente Scalfaro, nessuno lo
può onestamente invidiare.
La posizione di Berlusconi è blindata, ma chiara come il sole. Chiede il voto perché intende governare
subito e dopo.
Subito, guidando un governo che prepari le elezioni. Dopo, perché sente la vittoria elettorale già in
pugno: più che al Berlusconi-bis, pensa al bis del 27 marzo, cioè alla soluzione finale del suo
problema.
Da che cosa deduca tanta sicurezza, è prestissimo detto. Fini viaggia come un treno, Casini se la cava
egregiamente: sono loro il nocciolo duro del “polo”, più che la stessa Forza Italia dove il voto dei
falchi (alla Previti) incrocia ora qualche colomba (alla Dotti).
Anche i sondaggi gli dicono bene. Berlusconi è sicuro al 100% di spappolare la Lega Nord: circuisce
Maroni per tenere in scacco Bossi e aspetta al varco l’elettorato leghista nel segreto dell’urna. Senza
contare che il Sud è un serbatoio senza fondo: Palermo che passa in un batter d’occhio da Salvo Lima
a Leoluca Orlando a Forza Italia è un record di trasformismo senza pari in Europa.
Contro un Berlusconi aggressivo e già in campagna elettorale, il blob delle opposizioni ha chiesto ieri
almeno quattro versioni di governo: tecnico o di tutti (Bossi), tecnico-politico (Buttiglione), metà
delle regole e metà politico (i Progressisti), di garanzia soltanto elettorale (Bertinotti).Non solo. Chi
parla di regole, si limita a elencarle senza spiegare chi poi ci sta e su quali soluzioni concrete.
Insomma, esattamente come il 27 marzo, il miglior alleato di Silvio Berlusconi si rivela l’Armata
Brancaleone di avversari tuttora in ordine sparso. Anche le esigenze nobili come quella delle regole
e delle grandi riforme rischiano di svanire nel nulla.