1994 Dicembre 12 La farsa è lì, nella maggioranza

1994 Dicembre 12 – La farsa è lì, nella maggioranza

La maggioranza è la torre di Babele. Nessuno riesce più a spiegarsi perché le lingue sono una,
cento, mille, tutte incomprensibili tra loro.
E Babele non si riposa nemmeno di domenica. Prendiamo l’ultimo Maroni e l’ultimo Sgarbi, nel
rispettivo ruolo istituzionale, che in entrambi i casi è alto: Ministro degli Interni il primo, presidente
della commissione Cultura della Camera il secondo.
Maroni, leghista, l’uomo che viene dalla protesta, il ministro che ama i jeans e suona il rock,
dimostra senso dello Stato. Si chiede in buona sostanza se sia lecito che un governo prenda
sottogamba il disagio della magistratura. Non del giudice Tizio o Caio, ma di migliaia di magistrati
tutti i santi giorni in prima linea con la mafia, con la criminalità finanziaria, con l’illegalità
dell’affarismo politico.
Se il potere giudiziario incontra come nemico il potere esecutivo; se i magistrati avvertono nel
“loro” ministro – il ministro di Grazia e Giustizia – l’avversario che dei Pm in particolare confessa
di avere un’opinione a dir poco spregevole, vuol dire che l’impunità, hanno creato guasti quasi
irreparabili.
Naturalmente, a pagare lo stress, di giustizia non saranno i Biondi di turno, ma l’equilibrio, la
serenità, l’equità dell’azione penale. Per tutti un danno gravissimo.
Fin qui la preoccupazione di Maroni. Azzerata, qualche ora dopo, da Sgarbi che gioca tra l’artista
( genio e sregolatezza), il critico d’arte ( bravo), il guru Fininvest ( parlatore formidabile) e il
presidente della Commissione Cultura ( tutto da dimostrare), per aggiungere scontro a scontro,
disagio a disagio, provocazione a provocazione. Vittima questa volta Scalfaro, “ lo smemorato del
Quirinale”, cui viene attribuita addirittura la paternità spirituale e letterale dell’epiteto di “assassini”
che Sgarbi rivolge da mesi a Mani Pulite!
Naturalmente, Silvio Berlusconi pretende poi di lavorare in santa pace e di smetterla con le “farse”.
La farsa, ce lo consenta, è diventata il genere più in voga, proprio lì, nella sua maggioranza.