1993 agosto 26 Gli inganni di Bossi

26 agosto 1993 – Gli inganni di Bossi
Non avrai altro centro al di fuori di me: la Dc cambia il nome, non perde il vizio. Continua a muoversi,
nella presunzione di rappresentare tuttora il sole della partitocrazia. Non esiste più il sistema politico,
ma Martinazzoli punta ad allontanare il più possibile le elezioni. Mancino gli dà una mano
sbandierando rischi per l’ordine pubblico nelle aree più colpite dalla crisi dell’occupazione. Che un
ministro dell’Interno disponga misure preventive è più che doveroso; che metta in piazza questo genere
di preoccupazioni, è pericoloso oltre che sospetto. Non si è mai visto un governo evocare i moti sociali
nella speranza di sventarli; se lo fa, ci deve essere un’altra ragione: prendere tempo nel nome
dell’emergenza economica. Quando aveva tutto il potere, il sistema non ha saputo minimamente
riformarsi. Oggi che lo sta perdendo, affronta la rivoluzione con gli arnesi del passato. A cominciare
dagli schieramenti. Pur avanguardista del dopo-Dc, la stessa Rosy Bindi non sembra trovare altra
formula per opporsi alla Lega Nord che l’alleanza elettorale con il Pds. Una scelta che richiama
fantasmi consociativi di ben vent’anni fa senza intaccare di un solo millimetro le ragioni della protesta
e dell’alternativa che portano fiumi al mulino di Bossi. La storia ha sempre fatto degli strani cocktail
fra efficienza e probità, offrendo esempi di ogni tipo. Governanti corrotti ma bravi; oppure, integerrimi
ma mediocri. Noi siamo riusciti ad averli contemporaneamente ladri e inefficienti in soprannumero
rispetto alla media, tanto ottusi da non prevedere la fine e tanto vanitosi da prolungarla costi quel che
costi. Non si contrasta la Lega Nord allontanando il voto, lanciando allarmi sulla pace sociale o
chiedendo soccorso al Pds per difendere la democrazia che altri hanno saccheggiato e indebolito. Bossi
semmai prospera su questi inganni. Comincerà a preoccuparsi soltanto quando Martinazzoli, Mancino e
la Bindi dimostreranno come rifare il fisco, la scuola, i servizi, questo Stato in malora.
26 agosto 1993