1992 luglio 22 Il punto di non ritorno

1992 luglio 22 – Il punto di non ritorno

Quale sarà la vostra reazione di fronte alle immagini televisive di Palermo? A noi hanno fatto
un’impressione sconvolgente.
Certo, non è la prima volta; in questo nostro Paese non è mai la prima volta. Già ai funerali di
Giovanni Falcone, il Governo se l’era dovuta svignare da una porta secondaria della sagrestia, con
la pietrificata eccezione di Spadolini. Ma ieri, in quella chiesa urlante, lo Stato ha incontrato
un’ostilità e un rifiuto che entreranno nei libri di storia contemporanea.
Scalfaro commemorò in Parlamento Falcone e fu eletto Presidente della Repubblica poche ore
dopo. Ieri a Palermo, il Capo dello Stato ha respirato fisicamente una disperazione al limite della
violenza. Il punto di non ritorno, l’ultimo avviso a fare ciò che deve e può essere fatto. Quelle mani
levate contro il capo della Polizia non saranno più dimenticate.
Non abbiamo mai creduto che ci si possa abituare a tutto; che dopo un Falcone, un Borsellino,
domani chissà, nei riti del cordoglio e dell’oblìo. A forza di sangue e di omissioni, qualcosa sta
accadendo. Accade in queste ore, dovrà accadere.
Un’intera classe dirigente sente di essere a malapena tollerata. Altro che consenso e credibilità: la
moglie di Borsellino aveva già chiesto a politici, ministri e responsabili della tutela pubblica di non
mettere nemmeno piede nel suo dolore privato.
La rabbia e le generalizzazioni non promettono mai nulla di buono. Ma l’intelligenza della politica
consiste appunto nel tirare in fretta le conclusioni dei grandi momenti di malessere che afferrano il
Paese.
Uno dei sostituti procuratori che si son dimessi ha detto: “Oggi il rapporto tra i rischi personali e i
risultati delle inchieste è troppo sbilanciato”. Le immagini di Palermo hanno mostrato che quei
rischi li corriamo davvero tutti insieme. E tutti, senza retorica, senza lacrime, lucidamente, capiamo
benissimo che il tempo è scaduto