1991 gennaio 2 Un interrogativo

1991 gennaio 2 – Un interrogativo
Quando Luigi Einaudi fu eletto Presidente della Repubblica, il deputato socialista Umberto Colosso
lamentò, con una lettera aperta dell’agosto 1948, che per scrupolo istituzionale fosse stata interrotta la
collaborazione del grande liberale con il Corriere della sera. Pur avversandone strenuamente le tesi
economiche, Calosso riteneva che gli articoli di Einaudi sarebbero stati ancora utili a persone d’ogni
tendenza e che la notoria equanimità avrebbe consentito al Presidente di distinguere tra il ruolo di
scrittore e la funzione di Capo dello Stato. «Tutto ciò, ben inteso – si legge nella lettera di Calosso – è
possibile in un’atmosfera democratica di sincerità». L’episodio fa capire al volo quanta distanza corra
oramai tra quella e questa Repubblica, e perché sempre più insistentemente si parli di fine della prima e
di avvento di una imprecisata seconda Repubblica. Non tanto per la scomparsa dal linguaggio politico
del sostantivo «sincerità» assieme allo straripare di una spesso ornamentale «trasparenza», quanto per il
crollo di fiducia nelle regole del consenso popolare. Afflitti da una partitocrazia all’ultimo stadio gli
italiani non trovano quasi più uomini, luoghi e momenti di unità. Punti di sintesi al di sopra delle parti.
La sera dell’ultimo giorno del 1990, Cossiga ha più che opportunamente parlato di «asfissia» delle
istituzioni. Gli è mancato il coraggio, non il tempo visti i 33 minuti del messaggio, di confessare che ad
ascoltarlo non erano in fondo gli italiani chiamati a simbolo di convergenza nazionale; era una società
disgregata, pronta a giudicarlo come un qualsiasi uomo di parte o di partito. Chi lo attendeva al varco;
chi auspicava quattro parole di numero; chi contava su nuove forzature. Cossiga ha evitato le trappole
sostenendo la sola cosa davvero rassicurante: e cioè che ogni «deviazione », Gladio o non Gladio, deve
essere perseguita con le sanzioni previste dalle leggi. Se non avesse voluto mettere a verbale tutto
quanto accaduto al mondo in un anno, Cossiga se la sarebbe cavata benissimo in meno di 10 minuti.
Ma non è questo il punto; sul tappeto rimane l’interrogativo più sostanzioso: quando saremo capaci,
nella diversità anche radicale delle opinioni, di restaurare il credito nelle comuni istituzioni?
2 gennaio 1991