1990 luglio 14 Pink Floyd, sì ma… sottovoce

1990 luglio 14 – Pink Floyd, sì ma… sottovoce

Quale città
Ogni tempo ha i suoi Vivaldi; il Duemila suona con i Pink Floyd. Un loro celebre pezzo si intitola «La
madre dal cuore atomico»; non poteva scriverlo Vivaldi.
Dai Beatles ai Pink Floyd, è il meglio del rock, cioè di una cultura e di un universo musicale che non
hanno cambiato soltanto i gusti dei giovani. Quando, una quindicina d’anni fa, composero «Il lato
oscuro della luna», si capì immediatamente che quei suoni avrebbero testimoniato per sempre un
tempo. Il nostro.
I Pink Floyd hanno genio. Il bacino di San Marco è il luogo dove nasce la Bellezza costruita dall’uomo.
La televisione genera spettacolo anche dal nulla, figuriamoci se le stelle l’assistono clementi nella notte
dei Pink Floyd a San Marco.
Perché una constatazione tanto banale ha allora ferito Venezia, quasi vilipesa, inquietato gondolieri e
intellettuali, assessori e tecnici?
In una lettera della fine del secolo scorso, lo scrittore tedesco Rudolf Borchardt osservava: «A Venezia
non si è troppo rigorosi, non ci si trincera dietro a dogma e dottrina». Ma una prosa tanto delicata oggi
non si addice; oggi, Venezia si presenta come la Città della Disinvoltura.
I Pink Floyd non c’entrano nulla; loro credevano di esibirsi nella quintessenza della scenografia:
ignoravano di rappresentare un tuono culturale e politico dove la cultura e la politica non hanno ancora
deciso una definizione di Venezia. Che sbanda da un eccesso all’altro, dal sogno modernista di sentirsi
città come le altre (infinitamente consumabile) all’orgogliosa solitudine di città proibita (consumabile
in proprio).
Ciò che è accaduto in questi giorni a Venezia rappresenta un piccolo capolavoro di pressapochismo
all’italiana, di amministrare arruffato, di anticaglia procedurale, di decadenza anche in nobili istituzioni.
Accade poco e quel che accade in affanno, senza nemmeno il cinismo delle buone maniere pubbliche.
Sennonché Venezia si carica di ulteriori vizi perché esigerebbe ulteriori virtù. La sua specialità, invece
che esimerla da alcune preoccupazioni, la chiama a un supplemento d’impegno e di servizio: città
difficile per nascita, sarebbe anzi il luogo ideale per chi voglia dimostrare qualcosa d’importante; e di
utile anche per l’arte d’amministrare, mai tanto deteriorata nel sistema italiano.
Ma bisogna decidere quale Venezia; che tipo di Città. Se vuole essere la Città più turistica del mondo e
insieme la Città che non offre ai suoi visitatori nemmeno i cessi; se intende restare viva e insieme
svendersi; se desidera dominare i flussi e gli eventi o arrendersi all’uso di massa senza nemmeno
tentare di governarlo.
Qualche anno fa il Patriarca Cé confidava il timore di uno sviluppo «artificiale» di Venezia; non poteva
immaginare che proprio la festa del Redentore avrebbe compiuto il miracolo di smascherare ogni
contraddizione. Anche la più rischiosa.
febbraio 1990

Via libera ai Pink Floyd. Domani sera, il tanto discusso concerto in Bacino San Marco nella notte
magica del Redentore si farà e sarà trasmesso in Mondovisione. L’autorizzazione definitiva allo
spettacolo è venuta ieri dalla giunta comunale di Venezia dopo che la soprintendenza ai monumenti
aveva fissato in 60 decibel il limite massimo del suono e gli organizzatori si erano detti d’accordo.
Federici
pagina 6