1988 maggio 10 Una bella lezione

1988 maggio 10 – Una bella lezione
Centro-sinistra «alla francese»
Parigi. Oggi si dimette Chirac – Rocard (socialista) probabile premier
Il trionfo di Mitterrand entusiasma la Borsa – Ma il nuovo governo non avrà vita facile
A Roma, Le Pen aveva detto: «Non voterò Mitterrand». Ha fatto benissimo. Sotto il cellophane
dell’«identità nazionale» da difendere, la destra si chiude a un mondo che pone nuovi problemi ma che
promette straordinarie occasioni di coesistenza: uno «splendido e babelico secolo» lo chiamò Paolo VI.
Con François Mitterrand ci sentiamo più al sicuro in Europa, dentro la cultura dell’integrazione, meglio
garantiti contro i trucchi del nazionalismo.
Tra i no a Le Pen, quello di Mitterrand è il più forte. E anche il meno settario: non per nulla la Francia
ha dimenticato di avere un «presidente socialista»; lo ritiene in grado di arginare le divisioni; fra tanti
«perturbatori», ha fatto l’uomo d’ordine.
Il voto francese ha anche insegnato che, a forza di democrazia, il fiuto della gente s’affina. Sembrava
che la sanguinosa liberazione dei sequestrati della Nuova Caledonia avesse esaltato la fermezza di
Chirac; pareva che la restituzione degli ostaggi libanesi rappresentasse il massimo della diplomazia del
governo Chirac. Non è stato così.
La Francia ha dimostrato che non bastano i servizi segreti, né un ministro dell’Interno tempista. La
politica del colpo di scena diventa un boomerang se l’efficienza degli apparati viene messa al servizio
di un calcolo elettorale; il solo sospetto che si possa manovrare il destino delle persone per un 2% di
voti, genera diffidenza.
E questa è una grande lezione in una fase storica in cui immagine, consenso e Machiavelli tendono a
miscelarsi per confondere. Non solo in Francia.

maggio 1988