1988 luglio 31 Che brutto film

1988 luglio 31 – Che brutto film
La Mostra del Cinema non merita meschine baruffe
Ci sta tutto nell’istituzione Biennale: la Città e lo Stato. Poco meno di un secolo fa, la fondò il Comune
di Venezia; poi il fascismo la trasformò in ente parastatale. La Biennale promuove cultura e la espone,
compreso il cinema in mostra, ma lo statuto consente dell’altro.
Il suo consiglio d’amministrazione ricalca i consigli comunali, diviso in partiti, correnti, portaborse,
intellettuali di carriera. La competenza la servizio delle segreterie agghinda di cultura le più labirintiche
lottizzazioni.
Così può accadere che il suo presidente intellettuale, l’architetto del post-moderno Paolo Portoghesi,
amante del liberty e delle cravatte, sia un craxiano Doc con la paradossale missione – sono parole
testuali – «di difendere la Biennale dai nemici». E i nemici chi sono? «Le forze politiche».
Come un intemerato senza protezione sia riuscito a farsi eleggere due volte presidente, resta una
curiosità del tutto artistica. Ciò che conta è che Portoghesi ha fatto scuola: anche Guglielmo Biraghi,
direttore della Mostra del cinema per il rotto della cuffia, ha scoperto di colpo che l’istituzione è
minacciata, il consiglio preconcetto, il predecessore Rondi una frana, tutto il suo lavoro diventa quindi
una fatica da uccidere un bufalo.
Dalla Mostra del Cinema ci si aspetta buon cinema; dal direttore un’intelligente selezione; dalla
Biennale il recupero dei cronici ritardi d’impostazione; dal Comune meno disattenzione che nel
passato. Il resto è idrogeno solforato, bile di corridoio, bega narcisista che riguarda un rissoso universo
per pochi intimi ma che non può lasciare indifferenti perché questa grande, antica istituzione ha fin
troppo sofferto la pirateria dei partiti e delle loro lobby per continuare ad esporne i vizi di stile e di
efficienza.
E poi, smettiamola di accettare incarichi e di promettere dimissioni: queste sono nobili soltanto se date.
In tempo, senza eroismi da celluloide.

luglio 1988