1987 febbraio 15 Chi è morto e chi no

1987 febbraio 15 – Chi è morto e chi no

La rivendicazione con il formulario delle Brigate rosse, la tecnica dell’agguato di massa, l’efficienza
omicida, «le somiglianze con precedenti situazioni» come si legge nel comunicato della presidenza del
Consiglio – rendono assolutamente attendibile la natura terroristica della rapina di Roma. Il bilancio è
da anni di piombo; a raffiche di mitra il gruppo di fuoco ha ridato corpo a fantasmi rimossi dalla
coscienza nazionale con troppo ottimismo.
La sconfitta del partito armato, provocata dall’isolamento dalla risposta e dal pentitismo, ha spinto a
sottovalutare il «dopo». Tutto quanto è accaduto in questi ultimi tre anni non ha fatto che ratificare
un’analisi riduttiva: altri agguati, altri segni, altre inquietudini, sono stati invariabilmente interpretati
come colpi di coda, schegge impazzite, episodi isolati di un fenomeno per sempre cancellato.
Volevamo dimenticare il più in fretta possibile anche a costo di non ricordare. La vigilanza si è
allentata di colpo nella società prima ancora che nelle istituzioni e negli apparati di sicurezza.
Impietoso simbolo di una mobilitazione che si è andata via via affievolendo sono quei poveri poliziotti
di scorta massacrati senza nemmeno il tempo di reagire. Perché avrebbero dovuto starsene con il dito
sul grilletto quando la parola d’ordine consiste oggi nel chiudere alla svelta ogni prudenziale emergenza
rinunciando a equilibrare tempi, modi, rischi, giustizia e perdono dello Stato?
Poche ore dopo l’agguato di Roma, il sindacato autonomo di polizia ha protestato il suo «sconcerto per
le decisioni del Parlamento quali l’amnistia e la legge sulla dissociazione recentemente approvate». Lo
sconcerto non riguarda soltanto chi paga in prima linea, giorno per giorno, anche i confini sempre più
esigui tra terrorismo e criminalità comune; preoccupa tutti noi che vediamo nel colpo di spugna su un
passato di vittime spesso dimenticate il pericolo del riaggregarsi di nuovi con centinaia di vecchi
terroristi: carceri cariche di violenza e negate alla rieducazione li restituiranno rapidamente alla società
spesso con drammatici problemi di reinserimento.
Ciò che è accaduto ieri mattina assume il significato di un terribile risveglio. Nessuno pensa di ritornare
indietro, ma nessuno s’illuda: se è morto il partito armato, non lo è il terrorismo come male endemico.
febbraio 1987