1986 marzo 21 L’Italia dei grandi misteri

1986 marzo 21 – L’Italia dei grandi misteri
Se si tratta di cianuro, riconoscibile all’olfatto per l’odore di mandorle, potrebbe trattarsi di suicidio: i
medici legali e i lettori di gialli sanno che spesso il cianuro è il tipico veleno dei suicidi, come per
Goebbels o Goering. Ma Michele Sindona era una tale cassaforte di compromettenti segreti che
l’ipotesi di un delitto possiede più coerenza: togliergli, dopo l’ergastolo, qualsiasi tentazione di parlare
in questa Repubblica fondata sui misteri. Anni e anni di storia italiana; tonnellate di inchieste
parlamentari, di dossier giudiziari, di articoli di giornale, si sono occupati di fatti che non sono mai
esistiti, che «non sussistono». Vicende che hanno spaccato l’opinione pubblica, segnando il destino di
un mare di gente, è come se fossero appartenute soltanto al teatro, gioco tragico di maschere. Piazza
Fontana? Senza colpevoli. Il golpe Borghese? Non sussiste. Superservizio segreto deviato? Non
sussiste, sentenza dei giorni scorsi. Stragi nere? Mistero. Impiccagione di Calvi? Mistero. La P2? Una
fissazione uterina di Tina Anselmi. Michele Sindona, omicidio o suicidio? Probabilmente non lo
sapremo mai. Assistiamo a grovigli impenetrabili. Le «prove» di giornata non resistono al tempo e
degradano in «indizi» sempre meno consistenti; attentati alla democrazia e manipolazioni d’essa, che
sembrano decifrabili a colpo d’occhio, evaporano nel grande, molle ventre delle istituzioni sempre in
attesa di riforma. Sussiste, questa sì, la singolarità di un’Italia dei miracoli che convive senza traumi
con l’Italia dei misteri. Il giallo dell’indifferenza.
21 marzo 1986