1986 dicembre 28 Sacharov parla dagli Usa
1986 dicembre 28 – Sacharov parla dagli Usa
Prima intervista in diretta da Mosca a due reti televisive americane 
MOSCA  –  L’Armata  Rossa  deve  lasciare  l’Afganistan:  questo  il  messaggio  lanciato  ieri  da  Andrei
Sacharov nel corso di una intervista con due reti televisive americane. Il dissidente liberato dall’esilio di
Gorky ha poi detto, tra l’altro, che intende viaggiare all’estero e continuare a battersi per i diritti umani.
«Lei deve tornare al lavoro patriottico» gli disse Gorbacev al telefono, nel comunicargli la fine del suo
esilio  a  Gorki.  E  Sacharov  lo  ha  preso  alla  lettera,  celebrando  il  settimo  anniversario  dell’invasione
dell’Afganistan  con  una  intervista  alle  reti  televisive  statunitensi  nella  quale  ha  parlato  di  «diritti
umani»,  di  «libertà  di  viaggiare  all’estero  e  di  emigrare»,  di  «società  aperta»,  di  «condanna
dell’intervento afgano».
Un  «lavoro  patriottico»  né  leninista.  La  Patria  che  non  annienta  la  coscienza;  incredibilmente  una
Patria di sapore quasi risorgimentale che chiede la testimonianza anche a costo di rischi e sacrifici, nel
caso di Sacharov lunghi anni di emarginazione sia umana che scientifica.
La  «Patria»  di  Sacharov  non  è  ancora  quella  di  Gorbacev.  Coerenza  e  coraggio  sono  le  armi  di
Sacharov, ma nessuno lo sa meglio di Gorbacev. Perciò quell’intervista autorizzata agli americani nel
giorno più imbarazzante – l’anniversario dell’Afganistan – assume un valore particolare. Un altro segno
della glasnost’ di Gorbacev, cioè della sua tanto reclamizzata politica di apertura e di informazione.
Con  Urss  e  Usa  la  propaganda  è  sempre  in  agguato  e  suggerisce  molta  prudenza.  115  mila  soldati
dell’Armata Rossa sono sempre in Afganistan, dove hanno finora perduto 35 mila compagni tra morti e
feriti e mille tra aerei ed elicotteri, provocando fra gli afgani centomila vittime e quasi cinque milioni di
rifugiati  all’estero.  E  ancora  ieri  l’organo  delle  forze  armate  sovietiche  scriveva  che  l’«Urss  non
abbandonerà mai l’Afganistan».
Il pachiderma sovietico si muove sulle strade non asfaltate dell’inerzia del Sistema e del movimento di
Gorbacev. La voce di Sacharov a chi creerà più problemi?
dicembre 1986