1986 agosto 30 Udinese in A

1986 agosto 30 – Udinese in A!

Lamberto Mazza è stato assolto: la sua battaglia personale l‘ha vinta. Il massimo tribunale della
disciplina del calcio ha riconosciuto al presidente non soltanto di non aver né commesso né tentato
alcun illecito ma nemmeno di essere stato a conoscenza dei tentativi addebitati al suo manager Corsi.
Qui giustizia è stata fatta non potendosi cancellare la reputazione di una persona in base a un’ipotesi
basata su un indizio.
In due processi consecutivi Corsi è stato ritenuto colpevole ma gli effetti sull’Udinese sono
profondamente cambiati: prima la retrocessione in B, oggi la penalizzazione di nove punti in A.
Quando, ieri pomeriggio, ho ricevuto la notizia delle decisioni della Caf , mi ha suggerito una grande
soddisfazione, a dispetto del durissimo handicap che sembra voler infliggere all’Udinese la stessa
retrocessione ma con un campionato di ritardo. Perché allora questo senso di sollievo?
Le ragioni sono più d’una. Perché nessun giocatore né il suo presidente erano implicati. Perché
l’accusa ha contestato soltanto tentativi d’illecito. Perché non è stato provato il passaggio di una sola
lira sporca. Perché la coscienza del diritto è evolutiva, quanto di meno statico si possa immaginare, e
non può più tollerare che nel 1986 non esista un minimo di gradualità della pena. Insomma, la
responsabilità oggettiva non può restare un Mostro Sacro fermo nel tempo: malvolentieri e premuta
da tutte le parti, la Caf ha fatto esattamente come il tribunale dell’Uefa, ha cioè modificato il vecchio
criterio di giudizio.
Nove punti di handicap sono una bastonata difficilissima da assorbire anche perché l’Udinese
costruita in questi mesi da Dal Cin era immaginata per la B, sulla scorta della pesantissima istruttoria
del giudice De Biase. Tuttavia, è sempre meglio restare in serie A per quanto penalizzati.
A parte il piacere di vedere frustrate le smanie dei dirigenti del Pisa, aggrappati come dei beccamorti
alla retrocessione dell’Udinese, i vantaggi sono sempre enormi rispetto alla retrocessione. Lo Stadio
Friuli e il suo esempio pubblico evitano lo choc di una immeritata perdita di spettacolo. Nel calcio i
miracoli sono sempre possibili soprattutto sul campo. E poi questa società ha più che mai bisogno di
trovare il tempo per leccarsi le ferite.
Mazza lascia la presidenza a testa alta, Corsi la direzione senza attenuanti. Ma dopo quanto è successo
tra liti, manovre e preture, non sono più sicuro che Mazza voglia premiare Dal Cin spianandogli la
strada.
L’Udinese è in A, come meritava. Ora non deve arrendersi all’handicap e deve ridarsi un padrone in
società: quello vero è sempre andato con fedeltà ai botteghini…