1985 ottobre 9 Achille Lauro il terrore non risparmia nessuno

1985 ottobre 09 – Achille Lauro il terrore non risparmia nessuno

Interrogato sul dramma dell’«Achille Lauro», il primo ministro israeliano, il socialista Peres, ha
indicato quali responsabili «il terrorismo e chi lo perdona». Più esplicito, il vice-primo ministro Levy
ha aggiunto che l’azione palestinese rappresenta una «lezione» per l’Italia.
Questo è un boomerang avvolto nel velluto, la risposta a Craxi e soprattutto ad Andreotti a meno di una
settimana dal raid punitivo dei jets di Israele contro il quartier generale di Arafat i Tunisia. In
quell’occasione Craxi aveva definito l’incursione israeliana «un’aggressione terroristica indegna di un
Paese civile» mentre Andreotti aveva addirittura accostato le vittime dell’attacco aereo a quelle delle
Fosse Ardeatine, nella Roma occupata dai nazisti.
Il tono di Craxi e il paragone di Andreotti erano sbagliati. Lo erano perché unilaterali, poco obiettivi
più schierati che impegnati in una serena mediazione nell’area meno serena del mondo, L’attacco
all’«Achille Lauro» dimostra per l’ennesima, tragica volta che il problema non risparmia nessuno e che
nessuno può permettersi la diplomatica ipocrisia di chiudere un occhio sul Medio Oriente.
Per essere credibili occorre ricordare tutto, non qualcosa. E cioè che Israele non deve scegliersi il diritto
di colpire dove, quando e come vuole, ma che la carta dell’Olp di Arafat ne prevede tuttora la
distruzione. Che le rappresaglie di Stato al terrorismo assomigliano molto al terrorismo, ma che non si
può condannare la ritorsione scorrendo invece distrattamente sullo stillicidio degli ebrei morti
ammazzati un po’ dovunque. Che è molto strumentale ritenere gli israeliani tutti falchi in sevizio
permanente effettivo mentre si affida ad Arafat il ruolo di colomba, vittima ignara degli stessi falchi
palestinesi.
L’odissea dell’«Achille Lauro», l’angoscia per i sequestrati, l’impotenza tanto della ragione quanto delle
corazzate, sono l’ultima testimonianza del dramma biblico di due popoli, gli ebrei e i palestinesi,
nell’area più fanatizzata del mondo. Con la pace non si gioca scegliendo la più comoda delle bandiere.
La pace è una missione senza trucchi contro il terrore; qui i calcoli non funzionano più.
ottobre 1985