1985 Giugno 23 Quali valori

1985 Giugno 23 – Quali valori

Se come in Francia o negli Stati Uniti, il Presidente della Repubblica fosse eletto direttamente dal
popolo a suffragio universale, l’appuntamento di domani sarebbe molto diverso, e non soltanto per il
numero degli elettori: 44 milioni di italiani invece che 1011 tra senatori, deputati e delegati regionali.
Non sarebbe praticamente nemmeno il sistema di mediazioni che oggi dà per certa tra i partiti
l’elezione di Francesco Cossiga.
Due anni fa gli chiesero: ”Lei è candidato al Quirinale?. Cossiga rispose: ”Perché no? Forse, ma nel
Duemila”. Per il cugino Enrico Berlinguer l’aspettativa sembra essersi parecchio accorciata dopo aver
ottenuto con un plebiscito al primo scrutinio la presidenza del Senato: 280 voti su 316.
“Una investitura con ampia unità democratica” ricordava ieri, alludendo a domani, l’organo del
Partito Comunista.
Che prevalga il candidato della Democrazia Cristiana o un altro, non cambia una preliminare
riflessione sulla figura del Presidente in sé, che la Costituzione repubblicana vuole rappresenti
“l’unità nazionale” e che i sette anni di Sandro Pertini hanno indubbiamente reso più popolare. Mai
come ora i 44 milioni di italiani che non lo votano avrebbero probabilmente avuto idee tanto chiare
sul tipo di Presidente utile al nostro Paese.
Forma “anomala” di presidenzialismo, il pertinismo non è soltanto un fenomeno di stile personale ma
anche una interpretazione di poteri. Pertini ha spesso detto la sua, nel bene e nel male, su questioni la
cui responsabilità è riservata al Governo, e lo ha fatto scegliendo quale interlocutore l’opinione
pubblica. Al di là degli imbarazzi e dei calcoli, Pertini ha abituato la gente a sentire il Quirinale più
attore che spettatore, attraverso un “potere di esternazione” esercitato in maniera sconosciuta ai
predecessori.
Non sarà agevole per il nuovo presidente dare a questo delicato potere una interpretazione meno
“anomala” senza disperdere un consenso molto benefico in un Paese che, ancora povero di senso
dello Stato, usa la persona per raggiungere l’istituzione. Ferree o presunte che siano le intese sul
candidato, l’uomo della strada è oggi sensibilissimo ai valori morali della carica, assai meno a quelli
politici.
Voterebbe e chiede un garante fuori di ogni mischia. Un Presidente che, eletto dai partiti, subito se
ne dimentichi.